Nell'Iraq del dopo-Saddam il prezioso lavoro dei soldati italiani
Testata: Il Foglio Data: 09 marzo 2004 Pagina: 4 Autore: Fausto Biloslavo Titolo: «Gli italiani addestrano fanti, pizzicano Ali Baba in Banca e creano un 112»
Riportiamo l'articolo di Fausto Biloslavo sull'Iraq dopo la firma della Costituzione provvisoria. Nassiriyah. "La missione più difficile è far risorgere la sicurezza irachena entro fine giugno; sarà dura, ma ce la mettiamo tutta" giura il colonnello Salvatore Iacono. Baffo alla Saddam, che non dispiace agli iracheni, veterano delle missioni all’estero fin dai tempi della Somalia e vicecomandante dei paracadutisti della Folgore, non è tipo da tirarsi indietro. Il suo ufficio è in un container coperto da teli mimetici nella base White Horse, a una decina di chilometri da Nassiriyah, dov’è dislocato il grosso del contingente italiano. Fuori dalla porta, un cartellino con la sigla: SSR, che significa riforma del settore della sicurezza. Iacono e i suoi uomini, con i carabinieri, reclutano, addestrano, pagano, controllano la polizia, la difesa civile e le altre unità irachene che dovranno garantire la sicurezza nel nuovo Stato. Un’impresa da far tremare i polsi, soprattutto in una provincia povera come Dhi Qar, sotto controllo italiano. La missione deve essere portata a termine entro il 30 giugno, data del passaggio dei poteri agli iracheni. La popolazione mette al primo posto, nelle aspettative del dopo Saddam, proprio la sicurezza, e la coalizione si gioca la faccia su questa sfida. Gli italiani hanno ripreso in servizio 4.900 poliziotti, ma solo un migliaio è già stato adderan,dall’Istrato. Bisogna, per esempio, insegnar loro un minimo rispetto per i diritti umani. Ai tempi del rais, i prigionieri venivano regolarmente picchiati o torturati. I nuovi poliziotti devono trattarli umanamente e informare il magistrato, dopo le prime 24 ore dal fermo. Sono 44 i giudici già in servizio, che applicano il codice del ’71, opportunamente emendato. La pena di morte è stata abolita e le altre pene ridotte. Il problema più grave è l’influenza dei leader religiosi sui magistrati e quella degli sceicchi, i capi tribù, che preferiscono una giustizia fai da te. Un ufficiale italiano, esperto di questione legali, controlla l’operato della magistratura e grazie a un programma informatico, fornito dalla coalizione, registra e segue ogni caso: i tempi delle indagini, la correttezza del processo, l’equità della pena e la celerità del procedimento. Magistrati e poliziotti che non rispettano le regole sono ripresi e in casi estremi messi alla porta. "Saddam ci ha lasciato in eredità un sistema poliziesco brutale e per di più basato sulla corruzione. Per cambiare la mentalità degli agenti ce ne vuole", spiega un ufficiale italiano. Provano ancora a liberare prigionieri in cambio di un riscatto, pagato dalla famiglia, ma se vengono beccati si ritrovano in strada. Al fianco di ogni capo della polizia provinciale è previsto l’arrivo di un esperto di Scotland Yard, una specie di mentore che lo seguirà come un’ombra. Oltre alla polizia, gli italiani stanno mettendo in piedi l’Icdc, la difesa civile, che dopo giugno dovrebbe essere trasformata in gendarmeria o integrata nell’esercito. Il 604° battaglione è già pronto, con 896 uomini, impiegati nella guardia a possibili obiettivi dei terroristi o nei pattugliamenti con gli italiani. Entro fine marzo svolgeranno da soli rastrellamenti e posti di blocco. Nelle ultime settimane hanno garantito la sicurezza delle elezioni che si stanno svolgendo in centri pilota della provincia di Dhi Qar. costi, pagati dalla coalizione, sono di mezzo milione di dollari al giorno, tenendo conto che il capo della polizia riceve 400 mila dinari, circa 250 dollari, e un agente la metà. Per la nuova prigione, che sarà inaugurata giorni e ospiterà 750 detenuti, sono stati spesi 400 mila dollari, la caserma comporterà un costo di 1 milione di dollari. La criminalità nella provincia di Dhi Qar si divide fra i poveri disgraziati, che cercano di sbarcare il lunario rubando qualsiasi cosa e le bande organizzate dedite al contrabbando di droga o agli assalti ai treni. "Spesso troviamo fossati scavati nel deserto per arrivare ai collegamenti interrati costituiti da cavi di rame, che si vendono bene", spiega un ufficiale italiano. Gli Ali Baba, come chiamano i ladri da queste parti, non rubano solo i cavi sottoterra. Un altro sistema è tirare giù i piloni dell’elettricità per appropriarsi dei cavi attraverso i quali passa la corrente. La tecnica più pericolosa è quella d’infilarsi in uno dei tanti depositi di munizioni abbandonati da Saddam. I ladri cercano di estrarre l’esplosivo dai proiettili e recuperare i bossoli per rivendere il tutto. L’operazione avviene di notte e talvolta gli incauti artificieri saltano per aria. La vera criminalità è rappresentata dalla bande organizzate, armate fino ai denti. Ultimamente sono finiti nel mirino i treni della linea Bassora-Nassiriyah. I delinquenti fanno finire il convoglio su un binario morto, manipolando i cambi, e poi lo prendono d’assalto con i fuoristrada. Nelle ultime settimane ci sono stati quattro assalti ai treni nella provincia di Dhi Qar. Le stesse bande hanno preso di mira i pellegrini, soprattutto sciiti provenienti dall’Iadderan, che si recano nei luoghi santi iracheni. Il viaggio avviene in pullman e dura giorni. I criminali organizzano posti di blocco lungo i tragitti dei pellegrini, fermano a mano armata il pullman e rapinano i passeggeri. Talvolta i ladri sono degli insospettabili. La direttrice della banca Rafidain, l’unica di Nassiriyah, dove i soldati italiani pagano le pensioni e i salari, è stata pizzicata con mani nel sacco. Grazie a una telecamera nascosta l’hanno filmata mentre sostituiva mazzette di banconote vere, che si intascava, con altrettante false. L’ultima segnalazione sulla criminalità riguarda il traffico droga, soprattutto hashish, dall’Iran, che arriverebbe nascosto nelle cassette di arance. A giorni sarà operativo un solo centro per le ambulanze, i vigili del fuoco e la polizia, concentrati nella base Libeccio, nel centro di Nassiriyah, che sta per essere abbandonata dai carabinieri. Una speciale linea "blue matrix" della Motorola metterà in collegamento le stazioni di polizia dell’Iraq meridionale. A Nassiriyah chiunque potrà chiamare il centro operativo gratuitamente attraverso il numero 999, una specie di 112 dei carabinieri in Italia, chiedendo l’intervento dei soccorsi o della polizia del nuovo Iraq. Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare la propria opinione alla redazione de Il Foglio. 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