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Il Manifesto Rassegna Stampa
25.02.2004 I teoremi di Michele Giorgio
utili a turlupinare i lettori

Testata: Il Manifesto
Data: 25 febbraio 2004
Pagina: 10
Autore: Michele Giorgio
Titolo: «Terrorismo, «tara genetica palestinese?»»
Il Manifesto del 25 Febbraio 2004, pubblica a pag. 10 un esercizio di dietrologia firmato da Michele Giorgio:

Terrorismo, «tara genetica palestinese?»
Se lo chiede Zeev Boim, viceministro israeliano. E Sharon, sott'accusa alla Corte dell'Aja, allunga il muro di 96 km

GERUSALEMME Alla radice degli attacchi armati compiuti da musulmani e di quelli realizzati da palestinesi in particolare, c'è una «tara genetica». E' questa l'ipotesi aberrante fatta ieri dal vice ministro della difesa israeliano Zeev Boim (Likud) scatenando reazioni contrarie ma anche l'approvazione da parte di qualche parlamentare. Partecipando a una cerimonia di commemorazione dei passeggeri israeliani di un autobus uccisi nel 1978 da un commando palestinese,
si tratta dunque di un discorso, pronunciato durante una cerimonia di commemorazione delle vittime di un attentato, mentre (ma Michele Giorgio questo non lo ricorda ai lettori del manifesto) Israele piange ancora i caduti dell’attentato di domenica, portato a termine, appunto, da un fondamentalista islamico.
Boim si è domandato: «Cosa c'é in questo terrorismo omicida? Cosa c'è nell'Islam, in generale? Cosa c'é nei palestinesi, in particolare? Forse una lacuna culturale? Oppure una tara genetica? Magari potessimo fare una radiografia. C'è un che di inspiegabile, in questa continua furia omicida...».
Parole non simpatiche – ma decisamente meno violente dei proclami che si sentono ogni giorno dai leader arabi, tra una citazione dei Protocolli di Sion e l’altra… Un feroce odio antisemita di cui i lettori del manifesto ignorano l’esistenza.
Michele Giorgio decide di lasciarli nell’ignoranza e prosegue con la dietrologia

E' la tesi che da qualche tempo si ascolta anche all'estero e non solo in Israele: gli attentati suicidi palestinesi - che pure vanno apertamente condannati perché prendono di mira civili innocenti, così come i raid militari israeliani che di fatto colpiscono la popolazione palestinese –
"vanno appertamente condannati" ma di fatto non vengono condannati. Viene invece processato Israele quando cerca di difendersi.
dunque non sono la conseguenza di un conflitto al quale viene impedita una soluzione fondata sulla legalità internazionale
gli attentati sono "conseguenza di un conflitto" – espressione curiosa, per chi è abituato a vedere che gli attentati sono il modo palestinese di condurre questo conflitto.
e della negazione (da decenni) di diritti fondamentali
quando iniziano i decenni cui Michele Giorgio accenna tra parentesi? Con la nascita dello Stato di Israele, che lo statuto di Al Fatah ancora non riconosce (mentre il suo braccio armato, le Brigate dei Martiri di Al Aqsa, segue fedelmente le direttive?)
a un popolo intero,
Chi compone questo "popolo intero"? Gli arabi cittadini di Israele, uno dei pochi Stati in cui le donne arabe possono votare? I profughi che vivono nei campi in Libano e sono privati dei diritti fondamentali dai fratelli governi arabi? I palestinesi impiegati dagli sceicchi del Golfo come manodopera a basso costo (leggi: schiavi), accanto a pakistani e filippini?
ma sono opera invece di «fanatici musulmani» con «tare mentali», di fedeli di una «religione assurda», espressione di una «civiltà inferiore» (lo proclamò dopo l'11 settembre Silvio Berlusconi).
Et voilà, il teorema è completo: da Boim a Berlusconi, le forze del male coalizzate contro l’Islam… Non è il fanatico Osama bin Laden. È il laicissimo Michele Giorgio
Si nega in sostanza il fondamento storico e politico del conflitto.
Ma fortunatamente Michele Giorgio ce lo spiega. Anche Ha aretz, il quotidiano israeliano, dedica spazio al discorso di Boim e alle reazioni; riporta gli stessi commenti riportati da Michele Giorgio http://www.haaretz.com/hasen/spages/397915.html
ma segnala anche l’intervento di Ronni Bar Or, un parlamentare che ha criticato duramente le affermazioni di Boim, che però non vengono riportate da Michele Giorgio, impegnato a cercare consonanze tra Sharon e Berlusconi. Ronni Bar Or è del Likud, è questo quello che i lettori del manifesto non devono sapere?

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