Duecento chilometri di muro? ma dove l'ha letto il quotidiano genovese?
Testata: Il Secolo XIX Data: 24 febbraio 2004 Pagina: 4 Autore: Cristiano Fubiani Titolo: «Gerusalemme, la legge dei kamikaze»
Il Secolo XIX, a pagina 4 c'è un articoli di Cristiano Fubiani da Gerusalemme e un altro di un giornalista dall'Aia; in particolare, è necessario muovere alcune critiche al primo.
I due articoli sono abbastanza neutri in generale; tuttavia è lecito segnalare la strana propensione per l'uso del termine "Muro" invece di "Barriera" (cioè la sua esatta definizione, ufficiale e realistica), quando si parla della barriera difensiva eretta sui confini fra Israele e Cisgiordania. Sarà per creare nella testa del lettore l'immagine di una fittizia apartheid, piuttosto che l'idea di una normale barriera che separa due Stati, come nel resto del mondo? Fra Egitto e Israele, Giordania e Israele, Libano e Israele e, da noi, fra Italia e Svizzera, una simile barriera esiste da anni, eppure nessuno ha mai criticato i tre Stati arabi o il Paese Elvetico per una normale scelta di sicurezza nazionale.
L'articolo di Cristiano Fubiani, solitamente obiettivo ed accurato, si chiude però con una notizia gravemente imprecisa e incompleta. Si legge infatti: Israele ha già fatto sapere di voler disertare le udienze, ma ha già in parte risposto sul campo all'ondata di critiche, demolendo ieri nove degli oltre duecento chilometri di muro già eretti in Cisgiordania non è vero che il muro si estende per 200 chilometri, bensì per meno di una decina, mentre il resto della barriera è costituito da reti, opere di scavo e sensori anti-intrusione di vario tipo. In quella manciata di chilometri in cui la barriera è di cemento armato, l'opera si è resa necessaria per mancanza di spazio ove installare manufatti di minore impatto, o semplicemente perché al di là della barriera si spara, uccidendo con estrema facilità chi transita o vive al di qua (come fra Qalqilya e l'autostrada).
Inoltre i tratti di barriera di cemento smantellati erano opere provvisorie di rapida installazione, che avrebbero dovuto tenere a bada i terroristi mentre, alle spalle, si costruiva la barriera di rete vera e propria. Terminata la costruzione della rete, la barriera di cemento è stata smantellata, come del resto già previsto nel progetto. Quindi Israele non ha per niente "risposto" a critiche infondate lanciate da Stati e organizzazioni più o meno apertamente antisemiti.
Del resto basta visitare il sito ufficiale http://www.securityfence.mod.gov.il, per avere informazioni attendibili sulla barriera difensiva. Ci auguriamo di poter rileggere il Cristiano Fubiani al quale ci eravamo abituati. Invitiamo i lettori di Informazione Corretta a inviare la propria opinione alla redazione de Il Secolo XIX. cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.