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La Nuova Ecologia Rassegna Stampa
23.02.2004 Non solo disinformazione ma anche pregiudizio
da parte della rivista di Legambiente per colpire Israele

Testata: La Nuova Ecologia
Data: 23 febbraio 2004
Pagina: 12
Autore: un giornalista
Titolo: «Abbattere il silenzio»
Prosegue il nostro "viaggio" tra le faziose pagine del numero 2 (febbraio) de la Nuova Ecologia. A pag. 12 infatti un'intervista al padre comboniano Alex Zanotelli, dal titolo: "Abbattere il silenzio", ci mostra come questo mensile non è solo contro le democrazie e la libertà di parola (ricordate che Giulietto Chiesa giustificava il muro di Berlino come "una necessità"?), ma è apertamente antisemita. Sì, stavolta possiamo tranquillamente usare questo aggettivo, poiché il padre comboniano intervistato sfoggia tutti i suoi pregiudizi provenienti dalle peggiori propagande catto-comuniste europee e, ahinoi, arabe.
Quando non servono a costruire case, i muri dividono, separano, oppongono. Anche quando sono invisibili, come quelli che cerca di "abbattere" da sempre Alex Zanotelli, padre comboniano e protagonista di tante battaglie per i diritti umani. Il suo rifiuto radicale della violenza, i suoi dieci anni nella baraccopoli di Korogocho, alle porte di NAirobi, in Kenia, le parole vibranti che spende ogni giorno nel nostro paese per la pace, la solidarietà, la giustizia sociale ne fanno un punto di riferimento per molti. In questa intervista a La Nuova Ecologia, padre Zanotelli parla di muri, visibili e non. DI come nascono e come restano in piedi. E di come, a volte, possono crollare a terra.

D: Sembra lontano il ricordo del muro di Berlino, della cortina di ferro che separava paesi, mondi vicini. Eppure, dal crollo del muro nel 1989, altrre divisioni sono nate, altri muri sono in costruzione, come quello in Israele. Quindici anni fa, il mondo si è illuso?

Si, io credo che la faccenda del muro di Berlino sia stata un'illusione: quello che è crollato non era quello vero, infatti cadendo non è cambiato nulla.
Il crollo dei regimi comunisti e la libertà di cui godono i cittadini di molti di quei Paesi, non sono nulla?
Hanno costruito il muro di Berlino solo per permettere ai governi di continuare a spendere denaro per le armi. L'uomo costruisce continuamente dei muri, e lo fa solo grazie alla forza militare, come in Israele. E' il potere militare che permette di costruire muri. Mi viene in mente il Sudafrica, il dramma dell'apartheid, il potere di 5 milioni di bianchi su 40 milioni di neri. Lì il muro tra le razze era forte solo grazie alla supremazia militare. Sotto i muri costruiti, infatti, ci sono interessi, ci sono poteri, mantenuti con le armi più sofisticate.
Il padre comboniano fa un melting pot tra democrazie e dittature, tra chi tenta di difendere i propri cittadini e chi invece li vessa e impedisce loro di emigrare. Nessun accenno alla guerra, al terrorismo, come se questo non esistesse.

D: Come vive un uomo di fede la divisione, di cui il muro è un simbolo, tra i due popoli della Terra Santa, gli israeliani e i palestinesi?

La situazione è ovviamente drammatica, innanzitutto sul versante umano. Gli ebrei hanno sofferto per secoli e secoli. E noi cristiani abbiamo una responsabilità per questo dolore. Eppure, oggi sembra impossibile che un popolo che ha conosciuto tante sofferenze le restituisca ad altri. Tutto ciò dimostra quanto sia difficile la conversione all'altro. Inoltre, dal punto di vista religioso, è davvero negativo vedere un popolo, come quello israeliano, che tradisce un'esperienza religiosa. Ma siamo sicuri che sia stata imparata la lezione di Gesù? Io non sono convinto che il popolo ebraico e quello cristiano abbiano capito il rifiuto della violenza. (...)
Queste espressioni sono degne del peggior conservatorismo pre-conciliare antisemita e razzista. Non è per caso un invito implicito agli ebrei di convertirsi "all'amore di Gesù per espiare i propri peccati" oltre che un tentativo di alleviare il proprio senso di colpa paragonando gli ebrei ai peggiori persecutori della storia?

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