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La Stampa Rassegna Stampa
23.02.2004 Igor Man al suo livello più basso
e pubblicato anche in prima pagina

Testata: La Stampa
Data: 23 febbraio 2004
Pagina: 1
Autore: Igor Man
Titolo: «La strage degli innocenti»
Un Igor Man (zella) scatenato quello in prima pagina della Stampa di oggi. In un sola colonnina è riuscito a far passare di nuovo Israele per il colpevole di tutto. E' partito persino dall'attentato al King David dando dei terroristi ai sionisti, chi costruì Israele osò l'inosabile,tutte le guerre cominciarono da lì, non dagli stati arabi che le iniziarono. Il ricordo dell'assassinio di Rabin non manca mai, nel caso che qualcuno l'avesse dimenticato, e l'intifada fu per colpa di Sharon. Il terrorismo palestinese, per se con un punto interrogativo, viene definito "resistenza", e il "muro" serve solo per annettere territori palestinesi.Il mondo alla rovescia, come è abitudine del nostro.
In poche righe l'igorman pensiero al suo livello più basso.
Ci dispiace infliggerlo ai nostri lettori, ma per scrivere alla Stampa quello che si merita occorre leggerlo. Forza e coraggio, e poi inviare al giornale torinese le proteste più forti.

LA STRAGE
DEGLI
INNOCENTI

di Igor Man

ALLA vigilia del solenne banchetto di luoghi comuni, nobili intenti, dichiarazioni di principio allestito dalla Corte internazionale dell’Aja, l’ambizioso menù viene brutalmente incenerito dal fedayn suicida Mohammed Zael, delle Brigate al-Aqsa. Il terrorista (o martire?) si è fatto saltare in aria sull’autobus numero 14 affollato di operai e studenti, in piena Gerusalemme, a un passo dall’Hotel King David, teatro dello storico attentato dell’Irgun Zwei Leumi contro gli inglesi accusati dai terroristi (o sionisti combattenti?) di parteggiare per gli arabi. Dopo oltre mezzo secolo, la strage degli innocenti continua in Terra Santa. Con somma tristezza il Santo Padre condanna il «brutale attentato» esortando gli israeliani a «non lasciarsi trascinare dalla dinamica assurda della violenza». Con tutto il rispetto, è come pregare la luna di anticipare l’ora in cui spalma fiabesca luce su San Pietro.
Grazie all’aiuto dell’Urss in concorrenza (politica) con gli Stati Uniti, anch’essi, ancorché per motivi diversi, ansiosi di ridimensionare il grande impero colonialista britannico, i patriarchi sionisti e i reduci dei lager osarono l’inosabile proclamando lo Stato (sovrano) di Israele. Da qui la prima guerra arabo-israeliana, malamente conclusasi con l’armistizio di Rodi. Dopo quel compromesso diplomatico la pianta dell’odio prese a crescere impetuosamente, innaffiata dal sangue della guerra ripetuta e sempre vinta da Israele, mai tuttavia col trionfo della pace. Bush-padre, dopo la prima Guerra del Golfo, impose la conferenza di Madrid che aprì la via agli accordi di Oslo. A dispetto d’un draft abborracciato, in forza della inimmaginabile «sacra alleanza» stretta da Rabin e da Arafat, gli accordi di Oslo avrebbero infine portato a una pace sperimentale. Ma un pio giovinetto studioso della Torah’ uccise Rabin, in circostanze torbide.
Da quell’infausto giorno, il Medio Oriente ha visto incarognirsi una situazione già infernale. La seconda intifada non si placa e non vale affannarsi a stabilire se fu Sharon a provocarla ovvero gli apprendisti stregoni di Hamas. Certo si è che il terrorismo (o resistenza?) suicida palestinese ha sparigliato le già pallide carte del destino: col sangue degli innocenti. Ma è persino derisorio che la Corte internazionale dell’Aja debba stabilire se l’opera muraria voluta da Sharon per drenare gli attentati suicidi sia una «barriera difensiva» ovvero «un muro» che annetterebbe a Israele il 43% della Cisgiordania, stabilendo così un «confine illegale» teso a impedire quello Stato palestinese rivendicato da Arafat e sventolato da Sharon come una fetta di lardo a un lupo nello zoo.
Il vento giallo dell’odio che divide due grandi popoli di Dio può spegnersi solo con la pace. Ma la pace ha bisogno di sponsor autorevoli, decisi. Insomma, di uomini di buona volontà. In attesa che appaiano, la strage degli innocenti continua.

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