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Libero Rassegna Stampa
17.02.2004 Anche una spia in lizza per il premio Nobel per la pace
non c'è da meravigliarsi dopo il Nobel Arafat

Testata: Libero
Data: 17 febbraio 2004
Pagina: 13
Autore: Dimitri Buffa
Titolo: «Vogliono dare il Nobel a una spia»
Riportiamo l'articolo di Dimitri Buffa pubblicato su Libero di oggi, martedì 17 febbraio '04.
Mordechai Vanunu, lo scienziato nucleare israeliano che vendette i segreti
atomici dello stato ebraico adesso è in lizza per il premio Nobel per la
pace.
Addirittura, richiesto di un pronostico, il direttore dell'Istituto di
Ricerche per la Pace di Oslo, Stein Toennesson, ha risposto così: "Io
ipotizzerei Vanunu, anche se non credo che il Comitato Nobel sarà abbastanza
temerario da provocare Israele". Insomma si profila all¹orizzonte un nuovo
caso di antiebraismo politically correct, stavolta sotto forma di premio che
si da a una persona per avere nociuto allo stato d¹Israele.
Chissà perché, si chiedono in molti nella comunità ebraica romana, nessuno
ha avuto la stessa brillante idea nei confronti di Jonathan Pollard, un
analista ebreo che lavorava negli Usa e ch,e quando venne a sapere che
l¹Iraq stava costruendo l¹atomica e il supercannone, spifferò tutto al
governo di Gerusalemme che fece bombardare gli impianti di Saddam a metà
degli anni O80. Pollard scoperto dal governo Usa si è beccato l¹ergastolo ma
per lui Amnesty non si è mai mossa e tantomeno l¹organizzazione del Nobel.
La storia di Vanunu, invece, nel settembre 1986 fece ridere mezza Italia
quando uscirono le sue foto ³nature² diffuse dall¹intelligence israeliana
che gli aveva messo alle terga una provocante agente del Mossad che riuscì a
farlo cadere in una trappola in un albergo del centro di Roma dove poi venne
ammanettato e condotto nudo tra due agenti della sicurezza in un pulmino
diretto all¹aereoporto destinazione Tel Aviv.
Dopo un rapido processo l¹uomo che era scappato in Australia con le foto
dell¹impianto nucleare di Dimona nel deserto del Neghev, luogo dove sono
state preparate le 400 atomiche di cui è munito (grazie a Dio) lo stato
israeliano, e che le aveva vendute per decine di migliaia di sterline al
London Sunday Times, si prese 18 anni di reclusione per spionaggio e altro
tradimento e il prossimo 21 aprile dovrebbe tornare libero. Nel frattempo si
è convertito al cristianesimo ed è stato adottato da una famiglia americana
Che lotta per la sua liberazione facendo pressioni su Amnesty, ch non è
stata insensibile.
Ora addirittura la candidatura al Nobel. Avesse tradito uno stato arabo
avrebbe avuto lo stesso tipo di nomination?
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