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La Stampa Rassegna Stampa
13.02.2004 Israele, no alla Corte dell'Aja
niente legittimazione di un processo esclusivamente politico

Testata: La Stampa
Data: 13 febbraio 2004
Pagina: 14
Autore: Aldo Baquis
Titolo: «Israele boicotterà la Corte dell’Aja»
Oggi, venerdì 13 febbraio '04, molti giornali dedicano spazio alla decisione da parte di Sharon di non inviare rappresentanti al processo che si terrà alla corte dell'Aja contro la barriera difensiva di Israele. Pubblichiamo la cronaca di Aldo baquis dalla Stampa.
Israele sarà assente quando alla fine del mese all'Aja la Corte internazionele di giustizia inizierà l'esame - richiesto dalle Nazioni Unite - delle conseguenze giuridiche della erezione di un Muro difensivo di separazione con la Cisgiordania. La decisione del boicottaggio è stata presa ieri dal premier Ariel Sharon, al termine di una consultazione telefonica con i principali ministri. Uno solo ha manifestato opposizione: il ministro della giustizia Yossef Lapid (Shinui) secondo cui Israele sbaglia a lasciare all'Aja la arena libera ai rappresentanti palestinesi, secondo i quali il Muro annette ad Israele circa 400 mila abitanti della Cisgiordania e di Gerusalemme Est, condannandoli a quello che l'Anp chiama «uno stato di apartheid».
Ai giudici dell'Aja Israele ha già inviato un ponderoso affidavit in cui ricorda che la decisione di erigere la barriera è giunta solo dopo che i palestinesi avevano lanciato una campagna terroristica nelle proprie retrovie. I giuristi di Gerusalemme hanno insistito sul concetto che la sua erezione è una questione politica e militare, che esula dalle competenze della Corte di giustizia. Nelle settimane scorse - dopo che la Corte dell'Aja ha autorizzato la inclusione di due giudici che in passato hanno espresso duri pareri anti-israeliani - nell'ufficio di Sharon si è fatta strada la convinzione che in ogni caso è prevedibile un verdetto negativo per Israele. Preferibile dunque un boicottaggio, hanno concluso i ministri, in modo da sottolineare in modo ben visibile che Israele considera impropri quei dibattiti.
Anche l'ex capo del Mossad Efraim Halevy ha messo ieri in guardia il governo dal partecipare attivamente ai dibattiti dell'Aja. Secondo Halevy, la Corte di giustizia dell'Aja rischia di assecondare gli sforzi «di quanti cercano a tutti i costi di impedire che si crei un diritto internazionale efficace nella lotta al terrorismo e ai paesi che producono armi di distruzione di massa».
Questi sviluppi sono stati seguiti con apprensione a Ramallah. Nei giorni scorsi l'Anp aveva già espresso malumore per gli affidavit sottoposti dagli Stati Uniti e da alcuni Paesi europei in cui - malgrado le critiche al tracciato - si sostiene che i giudici dell'Aja non sono qualificati ad affrontare la materia. «Spero che la decisione israeliana di boicottare i dibattiti non intacchi la capacità della Corte di affrontare i propri doveri», ha osservato il ministro palestinese Ghassan al-Khatib.
Nel frattempo in Israele cresce l'allarme per possibili attentati in reazione alla uccisione di 15 palestinesi durante aspri scontri verificatisi mercoledì a Gaza. Un kamikaze pronto a partire in missione - il secondo in due giorni - è stato catturato in Cisgiordania.
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