La BBC scoperta, la Rai non ancora come si manipola a livelli altissimi l'informazione
Testata: Il Foglio Data: 12 febbraio 2004 Pagina: 4 Autore: Gerard Baker Titolo: «Hutton ha svelato l’arroganza del Leviatano dell’informazione liberal»
Ieri Il Foglio ha pubblicato l'articolo di Gerard Baker, dal Weekly Standard, sulla BBC. E' un lungo articolo, che riportiamo integralmente perchè è la prima inchiesta esauriente ed approfondita su un ante radiotelevisivo di Stato e la sua manipolazione dell'informazione. Contiene anche un capitolo che si riferisce ad Israele ("Non è stato un incidente isolato") e che dimostra quanto la BBC abbia in tutti questi anni mentito anche sullo Stato ebraico. La BBC, grazie al Rapporto Hutton, è stata scoperta. La Rai non ancora. Merito del Foglio la traduzione dell'articolo.
Per tutta la scorsa settimana in Inghilterra si è assistito a manifestazioni di dolore e cordoglio che hanno raggiunto un’intensità paragonabile soltanto a quella suscitata dalla morte della Principessa Diana. Quando il barone Hutton di Bresagh, cavaliere del regno, Lord of Appeal in Ordinary, fino a poco tempo fa un riservato membro in pensione della Corte Suprema Britannica, ha reso noto il suo attesissimo rapporto sulla morte di David Kelly, un gemito collettivo di angoscia si è levato dalle ben nutrite pance dell’establishment dei media. Lord Hutton ha concluso che non si poteva accusare il primo ministro inglese Tony Blair di avere mentito sulla minaccia delle armi di distruzione di massa irachene quando, più di un anno fa, aveva sostenuto la necessità della guerra. Né Blair né tantomeno il suo governo avevano, per ripetere la celebre frase, "sexed up" le informazioni dei servizi segreti sulla consistenza dell’arsenale iracheno di armi di distruzione di massa. Il primo ministro era stato messo sotto accusa da un ormai famigerato programma della Bbc trasmesso alla fine di maggio 2003. Blair, ha dichiarato Lord Hutton, non ha neppure fatto il nome del dottor Kelly, la fonte usata dalla Bbc; è stato invece il suo stesso smascheramento a spingerlo, più o meno direttamente, al suicidio. Il rapporto Hutton non ha soltanto scagionato Blair, ma ha anche trovato profondamente colpevole la Bbc. La storia riferita dal suo reporter Andrew Gilligan (ossia che il governo aveva deliberatamente inserito una falsa affermazione in un documento sulle armi di distruzione di massa irachene) era infondata. Peggio ancora, la Bbc non ha saputo garantire un’appropriata supervisione editoriale per impedire che venisse trasmesso un servizio così scorretto. Poi, senza avere verificato la storia in modo adeguato, la Bbc si è rifiutata di smentire il suo programma, malgrado alcuni membri del comitato editoriale avessero pacatamente espresso dubbi sull’affidabilità delle notizie riferite. Poche ore dopo la pubblicazione del rapporto Hutton, che ha avuto l’effetto di una flagellazione forense della rete radiotelevisiva di notizie più grande del mondo, le due principali figure della Bbc, ossia il presidente e il direttore generale, hanno rassegnato le dimissioni: il primo gettandosi spontaneamente sulla propria spada, e l’altro perché costretto dal comitato dei garanti. Poi, come nella processione di un funerale, sono cominciati i pianti. Autorevoli personaggi pubblici hanno alzato all’unisono le loro voci per denunciare il verdetto. Diversi guru dell’informazione si sono presentati in televisione o hanno rilasciato interviste ai giornali per esprimere il proprio sdegno e proclamare in tono lugubre che il rapporto Hutton segnava l’inizio della fine per il diritto alla libertà di parola in Inghilterra. Qualcuno ha detto persino di aver provato un senso di nausea fisica pensando a ciò che questo verdetto avrebbe significato per la libertà di stampa. Un famoso giornalista televisivo ha dichiarato di non essersi mai sentito così depresso. Greg Dyke, il direttore generale dimissionario, uscito sì di scena ma non certo disposto a finire nel dimenticatoio, ha attaccato il giudice e il governo dicendo che il verdetto era una sciagura. I dipendenti della Bbc hanno offerto cinque sterline a testa per affittare un’intera pagina di giornale e scrivere che faranno tutto il possibile per continuare, nonostante le gravi pressioni, a portare la verità al proprio pubblico. Le file degli scandalizzati non sono composte soltanto dalla suscettibile élite inglese, almeno giudicare da quanto dice la Bbc: il suo corrispondente da New York dichiara di essere rimasto sbalordito per le manifestazioni di solidarietà ricevute per le strade di Manhattan.
Come la Notte dei Lunghi Coltelli Il rapporto Hutton è stato, a detta dei media inglesi, come la Notte dei Lunghi Coltelli, il Falò delle Vanità e la Rivoluzione Culturale, messi tutti insieme per compiere un ignobile assalto contro la libertà di stampa. Suppongo che per chi vive nel mondo di autoadulazione e pomposo pavoneggiamento dei giornalisti liberal, il rapporto Hutton abbia fatto proprio questo effetto. Ma per tutti coloro che devono arrancare nel ben meno sensazionale mondo della realtà, questo timido Lord settantaduenne ha probabilmente reso un servizio di enorme importanza per la storia del giornalismo e della radiodiffusione pubblica. Perché Lord Hutton ha smascherato, dall’alto di un’autorità giuridica indipendente, le fatali carenze che stanno nel cuore stesso della compagnia radiotelevisiva più grande del mondo. Il suo rapporto ha confermato ciò che molti sostenevano già da anni: ossia che la Bbc, un tempo uno dei maggiori tesori culturali del mondo di lingua inglese, ha smarrito la strada. Proprio mentre proietta le sue straordinarie risorse in tutto il mondo, Stati Uniti compresi (dove i suoi programmi di notizie sono visti in milioni di case, e dove il suo canale di intrattenimento via cavo, Bbc America, sta ottenendo grande successo), la sua reputazione come rete obiettiva e imparziale, dedicata al servizio pubblico, sta rapidamente affondando. I suoi programmi di notizie sono sempre più intrisi di quei corrosivi pregiudizi liberal che caratterizzano gran parte dei media mondiali. I suoi reporter e i suoi editorialisti hanno una visione del mondo che si accorda perfettamente con quella dei giornalisti del New York Times. Ed entrambi sono convinti che soltanto il loro sia un resoconto obiettivo della verità. Il suo tanto decantato senso di responsabilità morale come servizio pubblico, la sua tradizione che, per anni e anni, ha permesso di creare programmi di grande originalità, sono stati subordinati all’ambizione commerciale. La Bbc usa gli enormi fondi ottenuti con il canone pagato obbligatoriamente da ogni proprietario di televisione per mettere fuori gioco rivali di proprietà privata. Allo stesso tempo, la Bbc considera ogni critica come un atto di lesa maestà, una specie di alto tradimento contro un’antica e onorata istituzione inglese ("Zietta", come viene chiamata la Bbc) che deve essere energicamente protetta dalla legge. I critici sono accusati di favorire una determinata strategia politica o finanziaria, con lo scopo di distruggere la Bbc, lasciando che i suoi rivali commerciali si nutrano del suo cadavere. Ma lo scandalo di David Kelly ha rappresentato uno di quei rari momenti in cui gli errori di questa enorme istituzione sono stati messi allo scoperto, visibili a tutti. Ecco i dettagli: Gilligan, un reporter della Bbc, lo scorso maggio ha intervistato David Kelly a proposito della preparazione di un documento sulla consistenza dell’arsenale iracheno di armi di distruzione di massa pubblicato dal governo inglese nel settembre 2002, proprio quando il dibattito sulla guerra in Iraq era maggiormente infuocato. Successivamente Gilligan ha riferito che un importante funzionario inglese, coinvolto nella stesura del documento sulle armi di distruzione di massa, gli aveva detto che i servizi segreti erano irritati per il modo in cui Downing Street aveva sfruttato le loro informazioni per scopi politici. Cosa ancora più esplosiva, sembrava che questo funzionario avesse anche detto a Gilligan che il portavoce ufficiale di Blair aveva particolarmente insistito affinché, nonostante il parere contrario dei servizi segreti, nel documento venisse inserita la notizia che Saddam era in grado di lanciare nello spazio di soli 45 minuti un attacco con armi di distruzione di massa. Grazie all’indagine di Hutton, ora sappiamo, tuttavia, 1) che Kelly non disse a Gilligan che il governo stava deliberatamente presentando false informazioni sull’Iraq; 2) che gli stessi capi dei servizi segreti, e non Downing Street, avevano inserito la notizia dei 45 minuti; 3) che Kelly, benché effettivamente un vero esperto sulle armi di distruzione di massa dell’Iraq, non aveva partecipato in alcun modo alla stesura del documento; 4) che Kelly, niente affatto contrario alla guerra, era anzi assolutamente convinto che fosse necessario rovesciare Saddam Hussein. Purtroppo, non si sapeva nulla di tutto questo quando Gilligan fece la sua esplosiva trasmissione il 29 maggio 2003. Nel giro di pochi giorni, questa distorta affermazione di un testimone non attendibile si trasformò nella verità accettata da tutti sul primo ministro. La reputazione di Blair passò rapidamente da quella di liberatore dell’Iraq a quella di bugiardo e cagnolino di Bush, incapace di convincere con mezzi onesti il suo paese o persino il suo stesso partito sulla necessità della guerra, e perciò pronto a mentire. Decine di migliaia di soldati inglesi erano stati mandati a combattere in nome di una bugia. Come disse lo stesso Blair di fronte alla commissione di indagine Hutton lo scorso agosto, le notizie rivelate nella trasmissione equivalevano a "un’accusa estremamente grave che, se vera, significherebbe che ci siamo comportati nel modo più indegno e io dovrei dimettermi immediatamente". La popolarità di Blair precipitò. Quando il dottor Kelly si suicidò il 17 luglio, il verdetto pubblico sembrava essere questo: un uomo che aveva coraggiosamente cercato di smascherare le infrazioni e le colpe del governo, quale, smascherato a sua volta, si era tolto la vita. La Bbc, nel frattempo, nonostante qualche esitazione e dubbio sulla sua veridicità, continuò a difendere la trasmissione. Senza preoccuparsi di controllare dettagliatamente le fonti usate dal suo reporter, e senza richiedere quest’ultimo i suoi appunti, la Bbc si impegnò in una strenua difesa. Le polemiche sono proseguite anche durante il corso dell’indagine Hutton. La Bbc ha insistito sulla veridicità della propria storia, e il governo si è trovato in difficoltà sempre maggiori. Soltanto il mese scorso, quando è stato reso noto il rapporto Hutton, la Bbc ha chiesto scusa per i suoi errori. Probabilmente troppo tardi per riparare al danno arrecato a Blair. Il motivo esatto per cui questa storia e le sue ripercussioni abbiano potuto danneggiare così profondamente la reputazione di Blair può essere difficile da capire per l’opinione pubblica americana. Ma il fatto è che, nella vita pubblica inglese, la Bbc occupa una posizione del tutto diversa da quella di qualsiasi altra rete radiotelevisiva americana e, anzi, del mondo intero. La Bbc possiede numerosi canali televisivi e radiofonici dedicati esclusivamente alle notizie, tra cui due reti di notizie internazionali ventiquattro ore al giorno. Ogni settimana, suoi programmi di notizie sono visti e ascoltati da quasi tre quarti della popolazione inglese. Per di più, visto che la stampa inglese è politicamente molto schierata, la Bbc, grazie alla sua reputazione di imparzialità, riscuoteva grande fiducia. Provate a immaginarvi l’influenza esercitata dai principali network americani (PBS, CNN, Fox News) dalla National Public Radio, dal New York Times e da vari settimanali: mettetela tutta insieme in una sola organizzazione e avrete un’idea della portata di questo gigante che è la Bbc.
Non è stato un incidente isolato La storia di Kelly non è stato un incidente isolato. E’ stato semplicemente l’esempio più infame di un pregiudizio della sinistra liberal che rifrange ogni notizia attraverso il prisma della visione del mondo condivisa dalla Bbc. Il modo stesso in cui la Bbc ha trattato la guerra in Iraq ha segnato un nuovo punto basso nella storia della capacità che hanno i media inglesi di schierarsi dalla parte dei nemici della nazione. Anche il modo in cui presenta la situazione del Medio Oriente è notoriamente di parte. Il suo sostegno della causa palestinese è così evidente che recentemente il capo dell’ufficio londinese del Jerusalem Post si è rifiutato di prendere parte a qualsiasi programma della Bbc perché, a suo giudizio, la rete sta in realtà fomentando l’antisemitismo. Se nel mondo l’antiamericanismo è in ascesa, una buona parte del "merito" va attribuita alla Bbc: le sue notizie sugli Stati Uniti presentano il quadro fumettistico di una nazione di obesi e di sciocchi con la Bibbia sempre in mano, lietamente impegnati a spararsi addosso oppure a citarsi in tribunale. I presupposti su cui si basa sono gli stessi di quelli delle élite autoproclamatesi liberal in ogni parte del mondo: la potenza americana è cattiva, e il multilateralismo europeo è buono; le organizzazioni religiose sono uno stravagante resto di una barbarie non illuminata, e l’ateismo è il più alto risultato dell’intelletto umano; Israele (specialmenteAriel Sharon) è cattivo, e i palestinesi (soprattutto Yasser Arafat) sono vittime innocenti; il business è per natura corrotto o, nel migliore dei casi, semplicemente una noia; la povertà è il risultato dei fallimenti del governo; il successo economico è il prodotto dello sfruttamento o della disonestà; eccetera eccetera. E’ una cosa ben nota ai lettori statunitensi. Per fortuna, i pregiudizi dei media liberal sono ora riconosciuti sempre di più. Ma il fatto è che i pregiudizi della Bbc sono così potenti e così dannosi proprio perché questa rete radiotelevisiva è ancora considerata dai suoi spettatori e ascoltatori come sostanzialmente obiettiva. E quando la Bbc presenta la sua tendenziosa visione della realtà, ci sono ben pochi mezzi per controllarla e correggerla. Ho lavorato alla Bbc per sei anni e non ho mai visto un suo giornalista promuovere attivamente la propria visione politica. Quasi tutti erano uomini onesti e dedicati al proprio lavoro, impegnati a riferire la verità come essi la vedevano. Ma il problema era proprio che si trattava della verità come la vedevano loro. Le stesse dimensioni della Bbc e la vastità della sua portata fanno sì che "la verità della Bbc" sia immediatamente creduta. La "Zietta" è semplicemente troppo grande e troppo potente per la moderna era dei media. La Bbc è, di fatto, una curiosa vestigia dell’Inghilterra pre-thatcheriana: un enorme monopolio pubblico, un apparato burocratico di modello sovietico, che non è responsabile di fronte a nessuno. Se possiedi una televisione, ogni anno devi versare circa 200 dollari nelle casse della Bbc, anche se non lo guardi mai; e se non paghi, la Bbc può anche farti causa. Chi controlla questo Leviatano, con un’influenza senza pari nel mondo del giornalismo e dell’intrattenimento? E’ facile indovinare. Si controlla da solo. Il suo Comitato di garanti, nominato dal governo, approva praticamente tutto ciò che gli sottopone il consiglio d’amministrazione: la storia di Kelly è l’esempio più eclatante. Questa storia rivela anche un altro aspetto della forza dannosa e sempre maggiore della Bbc. Il problema non era rappresentato semplicemente dai pregiudizi liberal dei suoi giornalisti. Lo scandalo Kelly è stato l’ignobile culmine di una strategia aggressiva condotta negli ultimi anni per consolidare l’egemonia della Bbc. Greg Dyke, il direttore generale costretto alla dimissioni il mese scorso, che prima di entrare nella Bbc era stato un brillante direttore di una televisione commerciale, ha cambiato il modo di riferire le notizie per riuscire a catturare una maggiore audience. I notiziari sono diventati più sensazionalistici, e concentrati più sull’aspetto esteriore e superficialedella notizia che non sul suo racconto preciso e dettagliato. La Bbc ha spalancato le porte ai venti maleodoranti del giornalismo inglese da tabloid. Tutto ciò fa parte di un più ampio ed elaborato disegno per invadere il campo delle televisioni commerciali, abbandonando la sua stessa raison d’être, ossia produrre programmi di qualità anche se non di grande profitto, e facendo invece leva sulla sua potenza e sulle sue enormi risorse finanziare per ottenere sempre più spettatori, in Inghilterra e nel resto del mondo. La grande virtù della devastante accusa di Lord Hutton sta nel fatto che rappresenta, per la prima volta, un verdetto indipendente. Le carenze editoriali che ha criticato, le informazioni tendenziose che ha identificato, la invadente burocrazia che ha smascherato, e la preoccupante visione strategica che stava dietro a tutto questo, impongono un mutamento radicale nella Bbc, se si vuole davvero restaurare la reputazione di quest’istituzione. La Bbc è stata per moltissimo tempo una delle più autorevoli reti radiotelevisive, con programmi di altissima qualità. Nei paesi privi di libertà, rappresenta ancora un’ancora di salvezza e il modello di organo di informazione indipendente. Ma Lord Hutton ha fatto vedere un’istituzione la cui potenza e influenza vanno ora di pari passo con l’arroganza e la presunzione. Questo colto giudice, si spera, ha aperto la via per una rivoluzione da molto tempo attesa.
(Traduzione di Aldo Piccato) Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare la propria opinione alla redazione de Il Foglio. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.