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Il Manifesto Rassegna Stampa
10.02.2004 Di malavoglia abbiamo ceduto
anche il quotidiano comunista sotto la nostra lente

Testata: Il Manifesto
Data: 10 febbraio 2004
Pagina: 2
Autore: Michele Giorgio-Maurizio Matteuzzi
Titolo: «Ala oggi in Italia: «Fermate il Muro»-La politica in macelleria»
Sin dal suo inizio Informazione Corretta non ha mai monitorato quei giornali che potremmo definire "estremisti" nei confronti di Israele. Tra i tanti, quello che per la sua propaganda goebbelsianamente intelligente è lo Sturmer, pardon, il Manifesto. Ma diversi nostri lettori, che evidentemente leggono anche il Manifesto (non sappiamo se per masochismo o per desiderio di essere aggiornati su tutto)è da lungo tempo che ci scrivono per vedere fra i media che seguiamo anche la testata comunista. Dopo tanti no, abbiamo ceduto. Seguiremo il Manifesto, sempre che regga il coraggioso che se ne è assunto il compito.
(redazione IC)

Su Il Manifesto di oggi, 10 febbraio '04, Michele Giorgio è autore di un articolo dal titolo: "Abu Ala oggi in Italia: «Fermate il Muro»", dedicato alla visita in Italia del "premier palestinese" (a proposito: chi lo ha eletto?). Nelle ultime righe ci informa dello

stillicidio di vite palestinesi: a Jenin (Cisgiordania), un militante delle Brigate martiri di Al-Aqsa è stato ucciso dall'esercito israeliano. A Gaza i soldati hanno ammazzato un militante di Hamas.
Per Michele Giorgio esistono i "militanti" di Hamas e i "militanti" delle Brigate martiri di Al Aqsa. Che truculenta idea della "militanza" professa l’italiano Michele Giorgio…

Riportiamo dal Manifesto anche l'articolo del 4 febbraio '04 a firma di Maurizio Matteuzzi ("La politica in macelleria"):

Perché? Perché proprio adesso il governo israeliano decide di mettere sul
suo sito web i pezzi di carne sanguinolenta, i brandelli di corpi sparsi
dopo l'ultimo attentato di un kamikaze palestinese? La guerra in tutte le
sue versioni - repressione, rappresaglia, resistenza, terrorismo - è già
abbastanza orribile per avere bisogno di imparare qualcosa da quelle foto
oscene. Che rimandano semmai alle foto, vecchie solo di alcuni anni, in cui
noi bianchi ci facevamo fotografare con le teste mozzate dei negri, a volte
comunisti ma sempre terroristi, esibite a mo' di trofeo? Quelle foto oscene
lanciate in rete (di cui qui da noi qualche zelota si è voluta fare pallida
eco per spirito di servizio e/o nella speranza di farsi notare-attaccare dai
media sodali) in realtà usano e sfruttano per un obiettivo politico preciso
i miseri trofei di una guerra sempre più barbara (per colpa di chi?). In
tutta evidenza, per chi vuole vedere, è in corso da qualche tempo una
pesante offensiva del governo di Israele nel tentativo di giustificare la
costruzione del muro della vergogna e di stoppare sul nascere il
pronunciamento della Corte internazionale dell'Aja sulla sua «legalità».
Quel muro che non serve e non servirà - come l'attentato del 19 gennaio
dimostra - a fermare la risposta omicida-suicida dei palestinesi ma che
serve benissimo a mangiarsi un'altra fetta di terra palestinese. Quel muro,
che gli israeliani e gli zeloti nostrani (neo-cons o riformisti che siano)
chiamano pudicamente «barriera difensiva» ma che invece connota l'unica
democrazia del Medio Oriente come un regime colonialista di apartheid alla
boera e i resti della Palestina come un bantustan. Due ghetti accomunati
solo dalla paura e dall'odio. Dalla violenza e dal sangue.
Per raggiungere questo obiettivo politico immediato tutto fa brodo. Le
campagne pilotate sull'antisemitismo che monta in Europa e in Italia, come
le pressioni di Stati uniti e Unione europea perché la Corte dell'Aja si
fermi prima di cominciare. Il seminario della Ue sull'antisemitismo - che
casualmente comincerà il 19, tre giorni prima della riunione della Corte
dell'Aja - e i brandelli di carne sanguinolenta.
Resta una domanda, per ora inevasa: gli israeliani lo fanno perché sentono -
grazie alla «guerra al terrorismo» degli Usa - di avere la vittoria finale a
portata di mano o perché sono alla disperazione?
Matteuzzi si chiede di chi sia la colpa dell'imbarbarimento del conflitto -
ha mai ascoltato i proclami di quegli sceicchi che invitano alla distruzione
di Israele ? Può dare un'occhiata ai siti di estrema destra e di estrema sinistra che li traducono in italiano...
Matteuzzi usa la parola "zeloti". Gli zeloti erano una delle correnti
ebraiche attive un paio di millenni fa, quando i confini tra
politica e religione erano ancora da inventare. Gli zeloti di oggi (e forse
anche quelli di ieri) danno molto fastidio a Maurizio Matteuzzi, ma ci
piacerebbe che fosse meno ipocrita e facesse nomi, cognomi e magari titoli di
testate: chi sono questi "zeloti" di oggi ?
Infine Matteuzzi parla di "campagne pilotate sull'antisemitismo". Sarebbe
bello che spiegasse anche chi le pilota, queste campagne: gli zeloti potenti
nel mondo dei media ? La sempiterna, ubiqua ed oscura lobby ebraica? I savi
di Sion? O senza andare tanto lontano in qualche redazione comunista combattente (o nazista,fa lo stesso) ?

Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare la propria opinione alla redazione del Manifesto. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.

redazione@ilmanifesto.it

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