Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Informazione corretta da Israele affidabile e priva di faziosità
Testata: Corriere della Sera Data: 10 febbraio 2004 Pagina: 11 Autore: Davide Frattini Titolo: «Il muro difensivo finisce alla Corte Suprema di Israele»
Sul Corriere della Sera di oggi Davide Frattini dà un preciso resoconto di tutti i fatti accaduti in Israele nella giornata di ieri, lo pubblichiamo. GERUSALEMME - Quel che resta del bus 19, uno scheletro di lamiere e frammenti di vetro, volerà dalle strade di Gerusalemme a quelle dell’Aja. I volontari di Zaka vogliono mostrare gli effetti del terrorismo ai giudici della Corte Internazionale di Giustizia, che il 23 febbraio affronterà la questione della barriera di sicurezza. «Combatteremo la nostra battaglia - ha detto uno dei portavoce dell’associazione che identifica le vittime degli attacchi kamikaze - non in tribunale, ma davanti alle sue porte». Chi ieri a Gerusalemme si è già confrontato davanti alla Corte Suprema sono gli avvocati dello Stato ebraico e quelli delle associazioni per i diritti umani che hanno presentato un ricorso per contestare la legittimità della barriera.
AUDIZIONE - Michael Blass, che rappresenta il governo, ha spiegato ai giudici che il tracciato sarà cambiato per «migliorare le condizioni di vita dei palestinesi». «Stiamo imparando dalle parti già completate - ha detto - e stiamo progettando di riposizionare la barriera il più possibile lungo il percorso della linea verde del 1967 per evitare che alcuni villaggi palestinesi restino circondati». Dei duecento chilometri realizzati, dieci sono costituiti da lastroni di cemento alti otto metri: quando il progetto sarà completato, i chilometri di muro saranno ventuno su un totale di oltre settecento. E nella sfida diplomatica e di pubbliche relazioni che si è aperta attorno alla barriera, il ministero degli Esteri israeliano sta pensando di dipingere con colori vivaci il grigio delle pareti.
DIBATTITO - «Noi non contestiamo - spiega Michael Sfard, avvocato dell’associazione Moked - che lo Stato abbia il diritto di proteggersi circondandosi con reticolati e muri. Ma sosteniamo che sia illegale costruirli in territori fuori dalla sovranità di Israele. La barriera dovrebbe essere realizzata sulla Linea Verde e dovrebbe servire a dividere gli israeliani dai palestinesi, non i palestinesi dai palestinesi». La Corte Suprema di Gerusalemme ha già affrontato altre petizioni, legate a problemi più locali come l’orario di apertura di uno dei cancelli o la separazione di un contadino dai suoi campi. «La vita dei palestinesi vicino al reticolato non è facile - ha ammesso il procuratore Blass -, ma non bisogna dimenticare che non è facile neppure per chi abita a Gerusalemme. O per chi va a mangiare in un ristorante ad Haifa o Tel Aviv. Agli israeliani uscire per bere un caffè può costare la vita».
STATO INDIPENDENTE - Yasser Abed Rabbo, uno dei promotori dell’Iniziativa di Ginevra e vicino a Yasser Arafat, ha detto che i palestinesi stanno decidendo come rispondere al piano del premier Ariel Sharon, che nei giorni scorsi ha annunciato di essere pronto a evacuare gli insediamenti dalla Striscia di Gaza. «Una delle opzioni - ha spiegato Rabbo - è che l’Autorità dichiari uno Stato indipendente dentro confini del 1967, con Gerusalemme come capitale». Il primo ministro palestinese Abu Ala, che oggi arriva in Italia, ha visto ieri a Dublino il premier Bertie Ahern (l’Irlanda è presidente di turno dell’Unione Europea) e ha chiesto una riunione immediata del Quartetto (Stati Uniti, Russia, Ue, Onu) «perché agisca contro il muro che minaccia la possibilità della nascita di due Stati». Abu Ala ha detto di essere pronto a incontrare Sharon prima della fine del mese.
PROTESTE - I giornalisti palestinesi che lavorano a Gaza hanno scioperato ventiquattr’ore per protestare contro le aggressioni da parte di bande di estremisti. Negli scorsi giorni gli uffici del settimanale Al Dar sono stati devastati e il direttore ha denunciato l’attacco come una ritorsione per gli articoli che denunciavano la corruzione nell’Autorità.
VOTO DI FIDUCIA - Mentre Sharon veniva ricoverato per sottoporsi a un intervento di rimozione di calcoli, il suo governo ha superato una mozione di sfiducia presentata dall’opposizione. Il voto riguardava la politica economica, ma gli estremisti della coalizione di centrodestra, guidata dal Likud, si sono astenuti per protesta contro il piano di ritiro da Gaza. Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare il proprio parere al Corriere della Sera. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.