Contro l'antisemitismo via satellite la Francia si sta muovendo. E l'Italia?
Testata: Il Foglio Data: 06 febbraio 2004 Pagina: 3 Autore: un giornalista Titolo: «Parigi corre ai ripari anche contro l'antisemitismo via satellite»
Dopo avere registrato un incremento del 37% negli episodi antisemiti, la Francia finalmente prende misure concrete per arginare questo fenomeno. Meglio tardi che mai, viene da dire. Ci chiediamo però se prevenire non sia meglio che curare, auspicando che anche il governo italiano si attivi in questa direzione. Ecco l'articolo del quotidiano diretto da Giuliano Ferrara.
Parigi. Un Rothschild che sul letto di morte dice ai suoi figli: "Dio ha onorato gli ebrei con una missione: dominare il mondo con il denaro, con la conoscenza, con la politica, con il crimine, con il sesso e con tutti i mezzi". Due ebrei che sgozzano un bambino per raccoglierne il sangue da utilizzare per la preparazione degli azzimi. Una prostituta malata in un bordello gestito da una tenutaria ebrea che confida il suo ardente desiderio di "contagiare i non ebrei". Sono tre dei pezzi forti di "Al Shatat", ovvero "La Diaspora": un serial siriano che viene diffuso via satellite ad almeno 100 milioni di famiglie in tutto il bacino del Mediterraneo, e che non va confuso con "Cavaliere senza cavallo", altro serial che due anni fa spopolò sugli schermi di Egitto e Siria. Entrambi gli sceneggiati sono ispirati ai "Protocolli dei Savi di Sion", il famigerato libello antiebraico fabbricato nel 1905 dalla polizia segreta zarista, e che attribuiva ai delegati del Primo congresso sionista di Basilea del 1897 un piano segreto per conquistare il mondo. Ma Cavaliere senza cavallo" era farina del sacco della tv satellitare saudita Art, e fece imbestialire il governo americano, che fece pressioni fortissime sul governo del Cairo, senza riuscire a impedire la messa in onda delle 41 puntate, ma per lo meno con qualche effetto collaterale, visto che lo scorso dicembre alla Biblioteca di Alessandria è stata bloccata una mostra in cui i Protocolli venivano esposti come "libro sacro ebraico" a fianco del Talmud. Al Shatat, invece, è trasmesso da Al Manar, emittente degli Hezbollah libanesi. Ed è un problema soprattutto per il governo di Parigi. Sono infatti oltre due milioni e mezzo le famiglie islamiche francesi che vedono questa stazione per la quale, a differenza dei normali canali satellitari, non si paga l’abbonamento. Ed è soprattutto in questi ambienti che fermenta la violenta recrudescenza di atti antisemiti che tra il 2002 e il 2003 ha scosso la Francia: da 588 a 932, con un incremento del 37 per cento, secondo i dati resi noti dallo stesso Nicolas Sarkozy. Ultimissimo di questi atti quello di sabato 31 gennaio, quando una trentina di giovani nord-africani ha cercato di silenziare con grida "sporca ebrea, morte agli ebrei" la cantante Shirel: ebrea, appunto, interprete di Esmeralda nella versione francese del "Gobbo di Notre-Dame", di Riccardo Cocciante, e "rea" di aver intonato una famosa canzone su Gerusalemme. Al concerto era presente anche Bernadette Chirac, moglie del presidente. "Guerra psicologica contro il nemico sionista", spiega il sito web di Al Manar. Su pressione del Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche di Francia (Crif) è sceso in campo il premier Jean-Pierre Raffarin. Strumento di un’azione dovrebbe essere il Consiglio superiore dell’audiovisivo (Csa), che già in passato ha richiamato all’ordine sia certi contenuti "eccessivi" di al Jazeera sia l’emissione di "Cavaliere senza cavallo" da parte della tv egiziana Tps. A differenza di al Jazeera e di Tps, però, Al Manar non ha mai firmato un acccordo: né con la Francia, né con altri paesi europei. Ha solo un contratto con Eutelsat, la società di diritto francese che gestisce il satellite, senza però assumersi alcuna responsabilità editoriale. E se Dominique Baudis, presidente del Csa, ha dunque intimato a Eutelsat di far cessare la trasmissione di Al Shatat in Francia "il più presto possibile", in teoria questa potrebbe restare solo una pia richiesta. Nella stessa condizione di Al Manar si trovano molte altre tv del Terzo Mondo, che trasmettono via satellite in Francia contenuti potenzialmente esplosivi: dall’emittente delle Tigri Tamil a quella del Fis algerino, dalla stazione del figlio di Muammar Gheddafi, alla tv del Pkk di Ocalan. Quest’ultima messa al bando dal governo di Londra quando incitò a compiere attentati contro le ambasciate turche. Raffarin ha promesso al Crif una modifica della legge sulle tv, in modo da attribuire alla Csa il potere di chiedere l’interdizione di una trasmissione via satellite attraverso un tribunale amministrativo. La proposta sarà presentata al Parlamento "entro il 10 febbraio". Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare la propria opinione alla redazione de Il Foglio. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.