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Il Foglio Rassegna Stampa
06.02.2004 Il club dei dittatori processa la democrazia
e l'Europa all'Aja benedice

Testata: Il Foglio
Data: 06 febbraio 2004
Pagina: 3
Autore: un giornalista
Titolo: «Se l'Aia non processa i terroristi, Israele li processa all'Aia»
Riportiamo dal Foglio un articolo a proposito del processo del tribunale internazionale alla barriera difensiva. Un processo che vedrà da un lato contro Israele tutti gli stati dittatoriali uniti nel fare un processo all'unica democrazia del Medio Oriente. Dare un'occhiata al fondo dell'articolo ai nomi.

Gerusalemme. Israele si prepara a una campagna mediatica "aggressiva e senza
precedenti", che sarà rilanciata prossimamente, quando tra due settimane e mezzo
tribunale dell’Aia comincerà le sue valutazioni sulla barriera difensiva. Lo hanno confermato a Gerusalemme diplomatici israeliani, che studiano un modo per affrontare le accuse palestinesi. Il governo di Gerusalemme insiste sul fatto che il tribunale internazionale non sia competente anche se non è stato ancora deciso nulla in proposito, propende verso l’ipotesi di non participare alle sedute, sapendo che i componenti della giuria e i rappresentanti che la Corte ha invitato sono tutti anti-israeliani e che quindi si tratta di una battaglia
persa in partenza. Nonostante ciò, il governo israeliano manderà all’Aia un consigliere mediatico di alto livello, che in questi giorni, in segreto, prepara un "processo" ai palestinesi. In parallelo alle sedute del tribunale internazionale, Israele aprirà infatti un "processo mediatico aperto al pubblico, contro il terrorismo palestinese", affitando un’aula per congressi, molto vicina al tribunale. L’evento sarà aperto alla stampa internazionale e la corte parallela processerà i leader palestinesi accusandoli dell’invio di kamikaze nelle città israeliane. "Intendiamo presentare fuori dall’aula quello che non ci lasceranno dire in tribunale", ha spiegato al Foglio un diplomatico
israeliano. Visto che i palestinesi si preparano a ondate di manifestazioni nelle strade della città olandese, gli israeliani stanno considerando l’idea di preparare una manifestazione parallela dove presenteranno le foto di bambini israeliani uccisi dal terrore palestinese. Fonti del ministero degli Esteri a
Gerusalemme confermano che "non c’è l’intenzione di lasciare la propaganda palestinese senza una risposta". Tutte queste manovre aspettano il via libera da parte del premier, Ariel Sharon. Una riunione dove si prenderanno le decisioni sul come agire è stata fissata per la prossima settimana. La maggior parte degli esperti israeliani sostiene che non c’è motivo di presentarsi davanti a un tribunale "politico". Portano come esempio il rifiuto della Corte dell’Aia di annullare la partecipazione del giudice egiziano, Nabil El Araby, nonostante le sue dichiarazioni anti-israeliane al giornale Al Ahram, prima della sua nomina al tribunale internazionale. Soltanto un giudice americano ha sostenuto la necessità di revocare l’invito all’egiziano. Comunque sia, sarà il primo ministro Sharon a decidere in quale modo mediatico sarà affrontata la questione dell’Aia. Nel caso decidesse di partecipare pienamente al processo, la proposta di un dibattimento parallelo israeliano sul terrorismo palestinese potrebbe anche rimanere nel cassetto. Giorno dopo giorno, Israele viene a conoscenza della lista dei paesi che hanno presentato al tribunale il loro sostegno nei confronti dei palestinesi, contro il muro, secondo la terminologia palestinese, o la barriera difensiva, secondo quella israeliana. Ultimamente si è aggiunta anche la Corea del Nord: il paese che, secondo la Bbc, uccide i suoi cittadini in camere a gas ora si schiera contro la barriera, dichiarando che la sua esperienza con i "muri" ha portato alle divisioni con la Corea del Sud. Altri paesi che hanno preso posizioni anti-israeliane sono Cuba, Indonesia, Malesia, Egitto, Pakistan, Arabia Saudita, Yemen, Siria, Libano, Marocco, Sudan e Brasile. Secondo la definizione israeliana è "il club dei dittatori, che gode della maggioranza all’Onu".
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