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Il Foglio Rassegna Stampa
03.02.2004 Guardare il terrorismo
immagini che nessun altro giornale ha pubblicato

Testata: Il Foglio
Data: 03 febbraio 2004
Pagina: 2
Autore: la redazione
Titolo: «Amiamo la vita più di quanto loro amano la morte»
Ci complimentiamo con la redazione del Foglio per il coraggio avuto nel pubblicare le terribili immagini dell'attentato di Gerusalemme, lodevole eccezione tra i principali quotidiani italiani. Pubblichiamo il commento della redazione.
Il Guardian di Londra, organo raffinato delle Clare Short, delle Vanesse Redgrave, degli Harold Pinter e di tutta la sinistra antiamericana e anti-israeliana, dura e pura, pubblicò nel pieno del dibattito sulla guerra contro Saddam, mentre alitava sul collo dell’Occidente la grande ondata di protesta della superpotenza pacifista, una serie di fotografie tremende sugli effetti della guerra: mani mozze di soldati, immagini di tristezza e solitudine nel deserto tra corpi e arti abbandonati, e altri orrori. Noi provammo a commentare, senza urla, quel bagaglio di tormento e di terrore che segue ogni decisione di guerra, e il senso dell’operazione editoriale del giornale inglese. Queste che pubblichiamo qui, rilasciate dal governo israeliano sul web, in mezzo alle polemiche, sono le fotografie che definiscono gli effetti del terrorismo sulle vittime civili. Ma definiscono, in un certo senso, gli effetti della pace. All’Aja, con la complicità, anzi sotto la spinta dell’Onu e delle sue burocrazie pro tiranniche, è in cantiere un processo sommario a Israele, il paese che osa erigere una barriera difensiva per evitarsi quel che vedete, se avete il coraggio (trovatelo, per favore) di guardare queste immagini. Il processo alla vittima è d’altra parte una tentazione ricorrente della più vile e sofisticata cultura occidentale. E queste membra sparse non appartengono a militanti, a gente impegnata in una battaglia patriottica, qualunque essa sia e comunque sia motivata; appartengono a corpi di persone comuni, che abitano in un paese e hanno un’identità, quella ebraica, che le espone al macello da molti secoli, con una soluzione finale approntata per l’Europa nel secolo scorso in un paese che fu il faro della cultura illuministica, dell’ideologia assimilazionista. Gente che prende il bus, che mangia al ristorante, che festeggia un matrimonio, che va a scuola, e che salta in aria con gli effetti reali, vere presenze, che potete vedere per la prima volta in tutto l’orrore che suscitano. E’ ovvio che tutti i morti chiamano compassione, che le vittime non stanno da una parte sola, che in Medio Oriente non è quasi possibile distinguere il sangue dei vinti da quello dei vincitori, perché è in corso una lotta esistenziale la cui conclusione è tutt’altro che certa, e il cui unico sbocco umano possibile è la pace. Ma non è ovvio, anzi è uno scandalo, che il terrorismo sia rubricato sotto la voce "resistenza", che non si capisca quanto sia di rigore il dovere di amare un paese così, affetto da questa piaga, lacerato e insanguinato nel modo che vedete, e non in metafora, ma alla lettera. E gli scandali devono venire alla luce. Il terrorismo è una paura dell’invisibile, e questa paura forgia le coscienze degli occidentali che cedono terreno alla sua logica nell’invisibilità. Ecco, adesso si vede di che cosa si tratta. Con pena, e compassione, queste immagini sono state sempre archiviate nel segreto, ma ora non più. Secondo noi il governo di Gerusalemme ha fatto bene a rendere chiaro, percettibile, il terrorismo. E pubblichiamo.
Le immagini sono visibili anche sul sito del quotidiano: www.ilfoglio.it -II e III inserto-.
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