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Il Messaggero Rassegna Stampa
29.01.2004 L'informazione di parte
del quotidiano romano

Testata: Il Messaggero
Data: 29 gennaio 2004
Pagina: 15
Autore: Eric Salerno
Titolo: «Raid israeliano a Gaza: almeno 9 morti Uccisi anche un bambino e tre operai.»
Nella pagina esteri del Messaggero di ieri, 29 gennaio '04, il seguente articolo riporta, con innumerevoli faziosità, l´operazione che mercoledì 28 gennaio i soldati israeliani hanno effettuato per impedire, o quanto meno frenare, gli attacchi quotidiani al villaggio di Netzarim da parte dei terroristi residenti in quell´area.

Il titolo non accenna nemmeno minimamente alla dura battaglia avvenuta. Nessun riferimento ai razzi e missili lanciati dai terroristi verso i soldati israeliani.
E poi come al solito non ci si chiede cosa ci facevano i bambini in mezzo agli scontri.

GERUSALEMME - Nove morti, sicuramente, dieci più probabilmente, tredici secondo la radio militare israeliana. Un bilancio particolarmente alto per una delle "solite" incursioni nella striscia di Gaza.

Sicuramente meno solite degli attacchi palestinesi che sono, come gia´ detto, quotidiani. Anche ieri, per esempio, dopo lo spaventoso attentato di Gerusalemme, Mofaz, ministro della difesa, ha dichiarato che non ci sarà nessuna restrizione per i palestinesi.

L'attenzione degli israeliani, civili e militari, e di molti palestinesi era indirizzata allo scambio di prigionieri che dovrebbe avvenire oggi e l'attacco con carri armati, blindati e bulldozer ha sorpreso un po' tutti. I militari, a loro dire, davano la caccia a militanti della Jihad islamica nella zona dell'insediamento di Netzanim e poco prima dell'alba hanno aperto il fuoco contro uomini armati a sud della città di Gaza uccidendone tre.
Quando si tratta di fonti israeliani è "politically correct" metterle estremamente in dubbio.

Con loro sono morti anche quattro civili, un ragazzo di undici anni e tre operai che si recavano al lavoro. La battaglia è andata avanti per qualche ora e in serata il bilancio era ancora incerto.
Uno dei capi della Jihad, organizzazione responsabile di alcuni dei più gravi attentati suicidi di questi anni, ha minacciato di "punire" gli israeliani facendo capire che potrebbe scatenare una nuova ondata di attentati in un momento in cui l'Autorità palestinese, con l'aiuto dell'Egitto e degli Stati Uniti, sta nuovamente tentando di convincere le organizzazioni islamiche a sospendere la lotta armata. A Ramallah, due inviati americani sono stati a colloquio con Ahmed Qureia (Abu Ala) per sollecitare un vertice tra lui e Sharon come tappa indispensabile per rilanciare la road-map, il negoziato per la pace sostenuto dal Quartetto (Stati Uniti, Europa, Russia e Onu). Il premier palestinese è stato possibilista ma ha ribadito che il colloquio deve condurre a cose concrete e non deve servire soltanto a migliorare l'immagine di Sharon di fronte alla Casa Bianca.
Al contrario di quando parla qualche esponente israeliano le parole di Abu Ala non sono seguite nemmeno da un piccolo commento. Vuol dire che Salerno è pienamente d´accordo con lui?

Un ruolo di mediatore potrebbe averlo anche il premier italiano. Un "appello" in tal senso è stato rivolto dal presidente egiziano Hosni Mubarak al «mio amico Silvio Berlusconi». Il ministro italiano degli Esteri, Franco Frattini, che ha incontrato ieri a Roma il suo omologo egiziano, Ahmed Maher, ha assicurato il collega che Berlusconi ha accolto con piacere l´appello. Berlusconi in tempi brevi contatterà Sharon.
Il premier israeliano, che si prepara a rispondere a una possibile incriminazione per corruzione (la vicenda riguarda tangenti che sarebbero stati versati a lui o a un suo figlio) dovrebbe incontrare Bush entro la metà del mese prossimo e, per ora, sta portando avanti l'idea di un ritiro unilaterale da Gaza e da una parte considerevole, ma ancora non definita, della Cisgiordania qualora, insiste, non riuscisse a riprendere il negoziato con i palestinesi. Contro questo progetto che implicherebbe la chiusura di numerosi insediamenti si sta coalizzando la destra con il sostegno di una parte dei parlamentari del Likud, il partito dello stesso Sharon, e di almeno due ministri a lui vicini.
Scontri, processo di pace e guai politici e giudiziari, passano oggi in secondo piano, comunque. Alle 20, quando i telegiornali della sera andranno in onda, il pubblico guarderà atterrare nell'aeroporto Ben Gurion l'aereo che porterà in Israele i resti di tre soldati morti nel sud-Libano mentre venivano rapiti da miliziani di Hezbollah,
miliziani? Gente che rapisce, tortura e ammazza Salerno la definisce "miliziani".
il "partito di Dio" con cui Israele ha concluso il maxi-accordo per lo scambio di prigionieri. Sull'aereo ci sarà anche l'uomo d'affari Tannenbaum, un ufficiale della riserva, rapito dai fondamentalisti islamici due anni fa e tenuto in prigione in Libano come merce di scambio per ottenere il rilascio non tanto dei 400 palestinesi che saranno liberati tra oggi e domani, quanto di due capi islamici rapiti nel 1994. Si sa poco di quest'uomo, un ufficiale della riserva, e ancora meno di cosa stesse facendo quando è stato catturato in un paese arabo. La stampa ritiene che possa essere un mercante d'armi o di droga e c'è chi non esclude che sia un agente dei servizi segreti.
Ma non era stato rapito in Svizzera? E da dove ha preso Salerno la "notizia" che potrebbe essere un agente dei servizi segreti (quale stampa? Perchè non cita le fonti?)
Ma sì, mettiamo tutto insieme: mercante d´armi, droga, servizi segreti. Così confondiamo meglio i lettori...

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