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Il Giornale Rassegna Stampa
26.01.2004 Il Giorno della Memoria in Italia
di Ehud Gol, ambasciatore d'Israele a Roma

Testata: Il Giornale
Data: 26 gennaio 2004
Pagina: 1
Autore: Ehud Gol
Titolo: «Contro l'antisemitismo coltiviamo i ricordi»
In occasione del Giorno della Memoria che si terrà domani, 27 gennaio, Il Giornale (domenica 25.1.04) pubblica un articolo di Ehud Gol, che riproduciamo.
Da quattro anni, l’Europa commemora il giorno della memoria ogni 27 di gennaio. Non tutti gli Stati europei rievocano questa data e, quelli che lo fanno, non vi infondono sempre la stessa determinazione e convinzione. Alcuni Paesi non menzionano la parola «Olocausto» in relazione al 27 di gennaio. Mentre in alcuni casi accade che i rappresentanti ufficiali dello Stato d’Israele non vengano invitati agli eventi organizzati per la circostanza. Sin dal mio arrivo in Italia sono stato molto impressionato dalla serietà della commemorazione della Shoah e dalla quantità di eventi organizzati. Tra questi, il film sulla straordinaria storia di Giorgio Per lasca, Giusto Fra le Nazioni, è stato un efficace strumento educativo. L’anno scorso, abbiamo apprezzato molto la direttiva emessa dal ministero degli Esteri alle rappresentanze italiane nel mondo per inserire il giorno della memoria tra le attività diplomatiche della Farnesina. Ci sono poi le visite degli studenti al campo di sterminio di Auschwitz che alcune scuole hanno incluso nel proprio programma didattico. Sono iniziative importanti, soprattutto per le generazioni più giovani, e tanto più l’educazione sulla Shoah sarà efficace, tanto più saremo al sicuro contro il ripetersi di una simile tragedia umana.
Inconseguenza di questi sforzi, avremmo dovuto assistere, negli ultimi quattro anni, a una graduale diminuzione degli attacchi antisemiti in Europa, un continente che è stato colpito dal terribile morbo dell’odio, della xenofobia e dell’antisemitismo per generazioni. Al contrario, negli ultimi tempi siamo stati testimoni di una tragica espansione di questa piaga. Nonostante il grande impegno profuso, ci sono segnali allarmanti che devono spingerci a fare di più. Assistiamo, in questi tempi, a una maggiore diffusione della negazione della shoah. Ugualmente preoccupante è il fenomeno del rifiuto del legame tra Israele e la Shoah. Come se il popolo che ha subito l’Olocausto non fosse lo stesso dello stato d’Israele. Anche in Italia a volte ci si dimentica di questo legame e, sfortunatamente, persino nel contesto di eventi ufficiali.
Le dimostrazioni d’odio contro lo Stato d0’Israele e il popolo ebraico crescono a dismisura, in numero e in intensità. E la nuova ondata di antisemitismo da parte dell’Islam radicale e dei Paesi arabi non fa che esacerbarne la gratuita ostilità. Quest’anno abbiamo visto il terribile odio nei confronti d’Israele riflettersi nel sondaggio dell’Eurobarometro, secondo il quale il 59% degli europei considera lo Stato ebraico come la maggior minaccia alla pace mondiale. Lo abbiamo visto nell’orgia di voti della maggioranza automatica presso le Nazioni Unite, su qualsiasi argomento o questione. Lo abbiamo udito nelle parole dell’ex Primo ministro malese, alla conferenza degli Stati non allineati a Kuala Lumpur, parole che non hanno ricevuto quasi alcuna critica o reazione. C’è un solo rimedio a tutto questo: coltivare la memoria con costanza. Non basta ricordare una volta l’anno. La nostra deve essere una missione senza fine contro l’antisemitismo, il razzismo, l’odio e l’intolleranza. La memoria dell’Olocausto serve a ricordare ai popoli illuminati fin dove può portare il razzismo. La storia della Shoah ci insegna a non restare in silenzio di fronte ai frutti di quell’odio che oggi dilaga, su scala mondiale, attraverso il terrorismo e il fanatismo. Israele, una democrazia sotto la costante minaccia e l’azione feroce dei terroristi, può affidarsi solo al suo potere di dissuasione ed educare le future generazioni in nome dei valori di umanità e giustizia. La nostra speranza è che le democrazie occidentali si uniscano a noi in questo compito. Insieme traforeremo il giorno del 27 gennaio, ogni anno, in uno strumento vero ed efficace, capace di debellare il cancro chiamato antisemitismo.
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