Di internazionale c'è solo la testata il resto è propaganda. De Mauro non demorde
Testata: Internazionale Data: 15 gennaio 2004 Pagina: 1 Autore: la redazione Titolo: «Da Israele»
Il signor De Mauro, direttore di Internazionale, non demorde. Si direbbe che ostilità preconcetta, astio, pregiudizi, aumentino di numero in numero. Sarà che ai lettori di Internazionale va bene così, ma a noi no. Continueremo a fare le pulci a De Mauro augurandoci che i suoi lettori diventino più esigenti in fatto di obiettività nell'informazione che ricevono. Sharon parla di pace, il Likud lo físchia
• II 5 gennaio il primo ministro israeliano Ariel Sharon ha parlato al congresso del suo partito,il Likud (destra nazionalista), a Tel Aviv. Sharon ha dichiarato di essere favorevole alla creazione di uno stato palestinese, per garantire la sicurezza di Israele, e allo smantellamento di alcune colonie ebraiche che si trovano nei Territori. II primo ministro ha poi ribadito di rimanere sempre legato all'applicazione della road map, il piano di pace internazionale per il Medio Oriente proposto da Nazioni Unite, Russia, Stati Uniti e Unione europea. Una parte dell'udito- rio ha reagito duramente al discorso del premier: i coloni e i rappresentanti dell'ala piú estrema del partito hanno promesso di battersi contro queste ipotesi. II dissenso é sfociato in violenza quando alcuni delegati hanno cercato di raggiungere il palco e sono stati fermati dal servizio d'ordine in sala.
Il premier Sharon ha dato ordine di sgomberare alcuni avamposti illegali come Havat Maon e Tal Binyamin. Presto altri se ne aggiungeranno. Ma come, Internazionale ha sempre dipinto Sharon come un pericoloso figuro, ed ora si scopre che è disposto a smantellare gli insediamenti e a ritirarsi unilateralmente da Gaza, senza aspettare le tattiche suicide della cricca di Arafat? Israele, unico paese democratico dell'intero medioriente, non ha paura di far rispettare l'ordine, dispone di un sistema giudiziario maturo ed efficiente, al contrario della banda dell'Anp, dove se non si rispettano i diktat di Hamas e compagni, scoppia la guerra civile.
Israele contro i refusnik
Un tribunale militare israeliano ha condannato a un anno di prigione cinque giovani israeliani che, dopo l'inizio della loro leva, nell'autunno 2002, hanno sempre rifiutato di servire nell'esercito e di "prendere parte ad atti di aggressione contro il popolo palestinese nei Territori occupati". Si tratta di Noam Bahat, Haggai Matar, Shimri Tsameret, Adam Maor e Matan Kaminer, giá firmatari nel 2001 della "lista dei 62", una petizione con cui 62 giovani prossimi alla maggiore etá avvertivano il governo che non avrebbero servito nell'esercito. Sono decine i soldati israeliani e i riservisti che rifiutano di prestare servizio nei Territori palestinesi. Moltí di loro sono sotto processo [4].
Internazionale enfatizza in modo propagandistico il rifiuto di alcuni giovani a prendere servizio per la difesa del proprio paese. Internazionale scrive che sono decine i soldati che si rifiutano, facendo pensare in una epidemia, in realtà sono poche unità. Domandina al Sig. De Mauro: cosa sarebbe successo se la stessa cosa fosse successa a Gaza? Le impiccagioni sarebbero fioccate a valanga....
I promotori dell'Iniziativa di Ginevra, il piano di pace alternativo alla road map presentato da intellettuali e politici israeliani e palestínesi il 1 dicembre in Svizzera, hanno lanciato un appello per una manifestazione di sostegno al piano che si svolgerá a Tel Aviv il 24 gennaio [7].
L'iniziativa di Ginevra è miseramente fallita ancora prima di nascere. II 26 dicembre alcuni soldati israeliani hanno aperto il fuoco contro un gruppo di militanti dell'As- sociazione israeliana dei diritti civili, che manifestavano lungo la linea che divide Israele dalla Cisgiordania. Un attivista é stato gravemente ferito a una gamba. II capo di stato maggiore israeliano Moshe Yaalon ha escluso l'ipotesi di sanzioni contro i soldatí che hanno sparato ai manifestantí nonostante questi non li stessero minacciando [6].
I "pacifici" manifestanti stavano per sfondare una barriera in zona militare off-limits, e dopo alcuni avvertimenti da parte dei soldati di Tshal, con colpi sparati in aria, la situazione è degenerata fino all'incidente. Comunque sull'accaduto l'esercito ha aperto una inchiesta e i responsabili politici israeliani hanno assicurato di andare a fondo della vicenda. Il Generale Yaalon non ha escluso proprio niente, anzi, ha assicurato una accurata inchiesta. Israele non è un paese dove vengono insabbiate le inchieste, al contrario di Gaza e dintorni, dove le uniche inchieste che si conoscono sono i processi sommari che terminano con impiccagioni in pubblica piazza.
E la notizia del ferimento del ministro egiziano nella moschea Al Aqsa da parte di estremisti palestinesi, dov' è Sig. De Mauro?
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