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Il Mattino Rassegna Stampa
15.01.2004 Analisi di una scrittura
quella di Michele Giorgio sul quotidiano napoletano

Testata: Il Mattino
Data: 15 gennaio 2004
Pagina: 12
Autore: Michele Giorgio
Titolo: «Israele, donna kamikaze fa strage di soldati»
L'articolo di Michele Giorgio oggi sul Mattino non è particolarmente scorretto. Ci offre perciò l'occasione di rilevare alcune caratteristiche stilistiche che contraddistinguono l'autore.
1) dopo aver riportato il risultato della strage Giorgio passa subito ad altro tema, come se le vittime fossero numeri e nient'altro. Due, tre, cinque, dieci ? Fa lo stesso, di loro non si saprà niente. Quanti anni avevano, se lasciano mariti ,mogli, fidanzati, amanti o forse figli. Niente, solo numeri.
2)i lavoratori palestinesi che entrano in Israele dal valico di Erez sono più di 30.000, ma per Giorgio sono "pochi manovali". Nasconde poi il fatto che l'attentato era in realtà rivolto anche contro gli stessi palestinesi. Meno lavorano in Israele, meno guadagnano, più si rivolgono ad Hamas & C. per sopravvivere.
3) L'articolo termina con le parole "È probabile tuttavia che nelle prossime ore l’esecutivo israeliano decida anche rappresaglie militari contro i palestinesi e riprenda la politica delle «esecuzioni mirate» di attivisti dell’Intifada."
Era la tecnica di Riccardo Cristiano e Paolo Longo sui TG Rai,che iniziavano i loro servizi mettendo già sotto accusa il governo israeliano per quello che "sarebbe" poi successo prima di raccontare il fatto. Michele Giorgio fa lo stesso dicendo le stesse cose ma alla fine dell'articolo. Evidentemente anche lui è dotato di qualità extrasensoriali: non è da tutti predire il futuro.
Rileviamo poi quando scrive "rappresaglie militari contro i PALESTINESI", non contro i terroristi, ma contro i palestinesi, come se Israele facesse la guerra ai palestinesi e noi ai terroristi palestinesi.
All'inizio abbiamo scritto che il pezzo non ci pareva particolarmente scorretto. Sbagliavamo, è il solito Miachele Giorgio, fazioso come sempre.
Ecco il suo articolo:
Pubblichiamo il pezzo integralmente:

Gerusalemme. Tornano in azione le kamikaze palestinesi. Ieri mattina Reem Al-Reyashi, 22 anni, sposata e madre di due bambini, si è fatta saltare in aria al valico di Erez, tra la Striscia di Gaza e Israele, provocando la morte di tre soldati e un ispettore di sicurezza israeliani. Altre dieci persone sono rimaste ferite. L’attentato, il primo del 2004, rivendicato dalle Brigate dei martiri di Al-Aqsa (Al-Fatah) e dal movimento islamico Hamas, segna una grave battuta di arresto per le trattative informali riprese da qualche giorno al Cairo tra le varie fazioni palestinesi su un accordo di tregua con Israele. Il governo del premier Ariel Sharon ha lanciato dure accuse ai dirigenti politici palestinesi che da parte loro hanno indicato nella politica di occupazione e nella costruzione del «muro di separazione» in Cisgiordania da parte di Israele, la causa della disperazione che spinge tanti giovani a compiere azioni violente. Il ministro israeliano Ehud Olmert ha replicato che il premier palestinese Abu Ala «meglio farebbe a combattere contro i terroristi, piuttosto che prendersela con Israele che erige la barriera al solo scopo di contenerli».
La kamikaze ha attivato il proprio corpetto esplosivo nella «Installazione n. 12», una palazzina eretta per ispezionare i pochi manovali palestinesi che riescono ancora ad entrare in Israele. Rim Al-Reyashi è riuscita ad aggirare il «metal-detector» all'ingresso dell’edificio con uno stratagemma. Ha informato i soldati di guardia che sarebbe comunque scattato l'allarme perchè - ha spiegato - aveva una placca di metallo nella gamba. I militari allora hanno mandato a chiamare una soldatessa per farla perquisire. La kamikaze palestinese senza tradire alcuna emozione é avanzata di qualche metro verso i militari e ha premuto l'interruttore della bomba. La deflagrazione è stata talmente forte che in un primo momento gli artificieri israeliani hanno avuto l'impressione che l’edificio fosse stato centrato da un razzo.
Subito dopo l'attentato suicida Hamas ha rilasciato le ultime immagini di Rim registrate in un appartamento segreto. La si vede sorridere, in tuta mimetica e con in grembo un fucile, fra gagliardetti islamici. Appare felice per la missione che sta per compiere e che sognava da sempre. Manda un messaggio ai figli che sta per abbandonare: «Dio mi ha dato due bambini, e solo Lui sa quanto li abbia amati».
La giovane ha creato un precedente. Mai prima d'ora i gruppi armati dell'Intifada avevano spedito in una missione del genere una madre e mai prima d'ora Hamas aveva fatto ricorso a kamikaze di sesso femminile. Ieri invece il leader di Hamas, lo sceicco Ahmed Yassin, ha detto che per le donne è un dovere prendere parte al Jihad ed immolarsi e ha annunciato nuovi attentati contro «il nemico israeliano». In passato Yassin si era espresso contro l’impiego di ragazze nella lotta armata. «Sino a quando ci saranno combattenti maschi non avremo bisogno di donne», aveva spiegato. Ora invece è convinto che questa nuova «strategia» rappresenti un sviluppo decisivo nella lotta contro Israele.
Il governo Sharon da parte sua ha ordinato il blocco totale di Gaza e la chiusura a tempo indeterminato dell’area industriale di Erez dove lavorano oltre tremila manovali palestinesi. È probabile tuttavia che nelle prossime ore l’esecutivo israeliano decida anche rappresaglie militari contro i palestinesi e riprenda la politica delle «esecuzioni mirate» di attivisti dell’Intifada.




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