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Internazionale Rassegna Stampa
10.12.2003 Quando si tratta di Palestina
Internazionale digerisce anche le pietre

Testata: Internazionale
Data: 10 dicembre 2003
Pagina: 1
Autore: la redazione
Titolo: «Varie da Israele - 10/12/03»
A pag.11 è pubblicato un editoriale dal solito Ha'aretz dal titolo "I coraggiosi di Ginevra": editoriale che canta le lodi dello pseudo piano di pace di Ginevra, sottoscritto da una infinita serie di ex politici trombati in entrambi i paesi.
Senza entrare nel merito del piano di pace (proposte già fatte e respinte puntualmente da chi decide davvero dell'Anp, ovvero Arafat), è interessante notare come la stessa sinistra laburista israeliana, con Shimon Peres, abbia preso le distanze da questo piano.
Ottimo modo per farsi pubblicità, ma la via da seguire resta quella di vincere le elezioni nei rispettivi paesi (con l'Anp la parola elezioni suona ridicola) e poi trattare seriamente nell'interesse di tutti, non solo di qualcuno.

Ci piacerebbe sapere perchè il Sig. De Mauro, che prende per oro colato tutto quello che può screditare il governo Sharon, solo perchè è di destra (solo la sinistra, in tutto il mondo, fa cose buone e giuste), si ostini a pubblicare solo ed esclusivamente Ha'aretz, la Repubblica israeliana, quotidiano di sinistra.
La redazione è di sinistra, e allora tutti devono leggere quotidiani di sinistra.
Questo è il pluralismo che regna in casa di Internazionale.

A pag.19 dalla cronaca da Gerusalemme

Presentata l'Iniziativa di Ginevra

Il 1 dicembre in Svizzera è stata ufficialmente presentata l'Iniziativa di
Ginevra, il piano di pace alternativo per il Medio Oriente elaborato da
intellettuali e politici israeliani e palestinesi. Centinaia di persone
hanno partecipato alla presentazione del piano all'Espace Secheron di
Ginevra: tra loro l'ex presidente statunitense Jimmy Carter, mediatore tra
egiziani e israeliani a Camp David nel 1979; l'ex presidente polacco Lech
Walesa; quello sudafricano Nelson Mandela, che ha inviato un videomessaggio;
e i due artefici dell'Iniziativa, l'ex ministro della giustizia israeliano
Yossi Beilin e l'ex ministro dell'informazione palestinese Yasser Abed
Rabbo. Il testo del progetto, in cinquanta pagine, propone una soluzione per
tutte le questioni più difficili nel conflitto arabo-israeliano: Israele
dovrebbe smantellare la quasi totalità delle colonie della Cisgiordania, la
sovranità su Gerusalemme verrebbe condivisa tra israeliani e palestinesi,
questi ultimi dovrebbero rinunciare al diritto al ritorno in Israele per 3,8
milioni di rifugiati. Il governo di Ariel Sharon ha respinto l'Iniziativa
che ha ricevuto scarso sostegno anche dall'Autorità Nazionale Palestinese.
Il ministro degli esteri russo Igor Ivanov ha dichiarato che il piano
potrebbe essere complementare alla road map, il progetto di pace per il
Medio Oriente proposto da Russia, Stati Uniti, Unione europea e Nazioni
Unite. Entro pochi giorni i promotori dell'Iniziativa di Ginevra
incontreranno il segretario di stato americano Colin Powell a Washington.
Poverini quelli di Internazionale, si illudono per così poco...

L'investimento di Arafat

Nonostante lo scoppio della seconda intifada, l'Autorità Nazionale
Palestinese ha mantenuto il suo investimento di otto milioni di dollari
nella società israeliana Evergreen Partners, registrata in alcuni paradisi
fiscali del mondo arabo. Creata nel 1987, la società è una delle più note a
Tel Aviv, con un capitale di 650 milioni di dollari e investimenti nel campo
della new economy. La notizia è stata estrapolata dalla recente
pubblicazione del bilancio del Fondo di investimento palestinese (Ipf)
presieduto da Yasser Arafat.
Vogliamo parlare di dollari Sig. De Mauro?
Allora perchè non ha pubblicato uno straccio di riga riguardo i fondi provenienti da tutto il mondo, che il suo amico raìs, Arafat, si è intascato per scopi personali?
Perchè non ha pubblicato le accuse a lui rivolte dall'esponente palestinese dell'Fmi, circa i 950 milioni di dollari spariti nei meandri dei conti di Arafat?
Perchè non ha pubblicato le accuse che provengono da molti esponenti della società palestinese (la maggior parte in esilio), circa le ruberie all'interno dell'Anp?
Sa che anche Ha'aretz ha pubblicato tutto questo?

Ma nella selezione chirurgica degli articoli di Internazionale, questo non può comparire.

Il muro israeliano

L'8 dicembre l'Assemblea generale dell'Onu si riunirà in sessione
straordinaria per discutere della costruzione del muro di sicurezza
israeliano. Il 21 ottobre l'Onu ha adottato a maggioranza, con il voto
contrario di Stati Uniti, Israele, Micronesia e Isole Marshall, una
risoluzione di condanna del muro la cui costruzione è "illegale e contraria
al diritto internazionale".
Forse per l'Onu, organizzazione ormai quasi patetica ed in fin di vita, con al suo interno una banda di stati terroristi che non vedrebbero l'ora di fare la pelle ad Israele, gli attentati dei compari suicidi di Arafat che devastano le vite di bambini, donne e uomini israeliani, sono legali e non contrarie al diritto internazionale.
Grazie a Dio, il destino di Israele non è nelle mani, lorde di sangue, di quella ciurma di paesi terroristici che siedono beatamente all'Onu.

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