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La Stampa Rassegna Stampa
04.12.2003 Un commento su Ginevra
dell'ambasciatore d'Israele in Italia Ehud Gol

Testata: La Stampa
Data: 04 dicembre 2003
Pagina: 30
Autore: Ehud Gol
Titolo: «Fantapolitica a Ginevra»
Riportiamo il commento di Ehud Gol, ambasciatore d'Israele in Italia, pubblicato sulla Stampa di giovedì 4 dicembre 2003.
FANTAPOLITICA: l'opposizione in Francia firma un accordo con alcuni separatisti corsi e sigla la nascita della Corsica indipendente, con la metà di Parigi come capitale. In cambio i separatisti promettono di mettere fine alle azioni terroristiche. Altro esercizio di fantapolitica: elementi dell’opposizione in Spagna firmano un accordo coi terroristi baschi, creando uno Stato indipendente.
Lo scenario di fantapolitica meridionale, invece, si gioca su un terreno reale ma non meno paradossale e stravagante. Questa settimana, in quel di Ginevra, membri dell'opposizione israeliana hanno incontrato alcuni politici palestinesi estranei al governo di Abu Ala. Le due parti, prive persino dell'appoggio dell'opinione pubblica, hanno firmato un accordo di ampio respiro con tanto di concessioni considerate inaccettabili dalla maggior parte degli israeliani. La buona novella, come qualcuno ha fatto rilevare è questa: non è impossibile raggiungere un accordo tra israeliani e palestinesi. Si aggiunga, tuttavia, la seguente condizione necessaria e indispensabile: che s'ignori il persistere degli attacchi terroristici palestinesi. Ciò fa emergere quattro problemi principali legati all'iniziativa ginevrina.
Il primo problema è che gli architetti dell'illusione di Ginevra, che ricoprono cinque seggi parlamentari su 120, non rappresentano né il governo né l'opinione pubblica israeliana, per non dire che dal punto di vista del diritto l'accordo non è vincolante.
Il secondo problema è che i termini dell'accordo creano delle aspettative non realistiche da una parte e dall'altra. I palestinesi sono portati a credere di poter ottenere concessioni da Israele senza fermare la violenza. Gli israeliani s'illudono che i palestinesi possano rinunciare ad alcune delle pretese radicali della loro leadership. Questo non impegna il governo e pertanto non potrà costituire il trattato finale, bisognerà che i rappresentanti legittimi delle due parti tornino a sedersi al tavolo delle trattative. Quando ciò avverrà, l'errore di prospettiva creato a Ginevra rischierà di insidiare il negoziato, irrigidendo le posizioni e allungando i tempi.
Il terzo problema è che l'accordo di Ginevra è incompatibile con la Road Map, l'unico piano di pace che al momento attuale è in vigore, accettato dal Quartetto, da Israele e dai palestinesi. Mentre la Road Map indica il cammino per la ripresa dei negoziati in seguito al ripristino della calma e alla cessazione del terrorismo, le intese di Ginevra prospettano direttamente un presunto accordo finale.
Il quarto problema è che l'accordo di Ginevra rappresenta un caso d'interventismo negli affari interni di Israele. È inaccettabile per qualunque democrazia che un paese straniero appoggi l'iniziativa di una minoranza politica. In un paese libero come Israele, un gruppo dell'opposizione ha il diritto legittimo di proporsi al popolo sovrano quale alternativa alle forze di governo con lo strumento elettorale. Non si può accettare che pochi deputati dell'opposizione firmino un trattato internazionale alle spalle di un governo democraticamente eletto.
Quando saranno svaniti i sorrisi di circostanza, l'accordo virtuale lascerà spazio alla realtà. Bisognerà continuare a garantire sicurezza ai cittadini contro l'ondata del terrorismo palestinese in Israele e del terrore internazionale nel resto del mondo. La fantapolitica dei trattati finirà per rinforzare il terrorismo e allontanare la pace. Chi ha giocato al negoziatore di pace si sentirà sempre libero di fare qualsiasi concessione, dal momento che non ha alcuna responsabilità sulle spalle e nessuno gli chiederà mai conto dei suoi errori, né della perdita di tante vite innocenti. Le illusioni passano, ma le responsabilità rimangono al governo democratico di Israele.
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