Israele accoglimi o mi uccideranno il destino drammatico degli omosessuali palestinesi
Testata: Libero Data: 04 dicembre 2003 Pagina: 6 Autore: Dimitri Buffa Titolo: «L'appello del palestinese omosessuale: «Israele accoglimi, o mi uccideranno»»
Riportiamo l'articolo di Dimitri Buffa pubblicato su Libero oggi, giovedì 4 dicembre 2003. Siete palestinesi e gay e avete un compagno ebreo? Vi conviene lasciare da parte l’antisemitismo e andarvene a vivere in Israele altrimenti la morte è certa visto che anche la vostra famiglia vi ripudierebbe. Ne sa qualcosa Fuad Moussa un ventisettenne dell’altra sponda che è cresciuto in Ramallah e che adesso ha messo su un vero e proprio comitato di sostegno in Israele per ottenere la cittadinanza di quel paese che tanti suoi connazionali palestinesi e arabi vedono come il male assoluto. Infatti Fuad se non vuole fare una brutta fine a Ramallah adesso deve sperare che lo stato ebraico gli dia il permesso di vivere insieme al suo compagno Ezra nella parte ovest di Gerusalemme. Fuad è stato già ripudiato dalla propria famiglia e condannato a morte per sodomia da uno dei tanti tribunali coranici improvvisati nei territori soggetti al "controllo" dell’Autorità nazionale palestinese. In un certo senso Fuad è stato anche lui una vittima di questa sanguinaria seconda Intifada: infatti fino a fine agosto del 2000 poteva vivere a Gerusalemme con il suo lui senza tanti problemi. Si sa gli occidentali e gli odiati ebrei sono corrotti ma di larghe vedute. Ora però con il pericolo terrorismo sempre più incombente a causa dei pendolari kamikaze, anche la relazione tra due semplici "froci", uno palestinese e l’altro israleinao, viene guardata con sospetto dalle autorità di Gerusalemme che l’ultima volta che lo hanno fermato a Fuad lo hanno ammonito così: «stavolta ci prenderemo cura di te e faremo in modo di riaccompagnarti personalmente da dove sei venuto». Cosa che per lui equivarrebbe a una sicura condanna a morte, magari come collaborazionista di Israele. Totale? Per un po’ di tempo Ezram, il convivente ebreo di Fuad, ha fatto da autista al suo compagno riportandolo istantaneamente indietro dai territori ogni qual volta la polizia di Gerusalemme lo riaccompagnava alla frontiera. Ora però la situazione rischia di precipitare. Il sito internet Dissident Voice, gestito da un musicista arabo, tale Sumil Kalid Sharma, lo scorso 27 novembre ha rilanciato in rete l’appello di Fuad allo stato ebraico affinché conceda a lui asilo politico e alla coppia di fatto israelo-palestinese di coronare il proprio sogno d’amore. Possibilmente molto ma molto ontano dalle grinfe degli sgherri di Arafat. Chissà se lo firmeranno anche i tanti no global che chiamano Israele stato razzista perché discrimina gli arabi in Cisgiordania e a Gaza? Di fatto se non lo salveranno loro, gli odiati nemici dell’islam, del terrorismo e del politically correct europeo, il povero Fuad rischia letteralmente di lasciarci le penne.
Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare la propria opinione alla redazione di Libero. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.