Troppo credito alla Francia tesi discutibili ma che vanno bene al giornale di Rutelli
Testata: Europa Data: 03 dicembre 2003 Pagina: 5 Autore: Valentina Longo Titolo: «Un sogno? Forse finisce un incubo»
Su Europa di oggi, mercoledì 3 dicembre 2003, a pagina 5, viene pubblicata un'intervista con Dominique Vidal, vicecaporedattore di Le Monde, a proposito di Ginevra e del conflitto israelo-palestinese, firmata da Valentina Longo. Il pezzo sarebbe corretto, ma l'interlocutore manca a volte di onestà intellettuale soprattutto sulla storia nel '48 quando dice che non si riuscì ad evitare la catastrofe della mancata creazione di uno Stato palestinese, causata dalla cacciata dei palestinesi, che portò al conflitto tuttora esistente. Un piccolo appunto: da chi non fu approvata la risoluzione di spartizione? Chi dichiarò guerra ad Israele il giorno dopo la sua fondazione? E' un po' semplicistico ridurre il non riconoscimento di Israele da parte del mondo arabo esclusivamente alla storia dei palestinesi (seppure essa sia importante). Precedentemente riguardo al crescente antisemitismo europeo Vidal sostiene che esso è un fenomeno legato alla delinquenza, gli consigliamo allora di leggersi a fondo il rapporto della Technische Universitaet Berlin, forse allora cambierà idea. Ancora: Vidal afferma che l'intifada militarizzata ha fatto comodo a Sharon che ha potuto così guadagnarsi la fiducia degli elettori, un'affermazione che lascia il tempo che trova.
Sempre a pag 5, "La zanzara" auspica che il piano di Ginevra contribuisca a far cadere il governo Sharon, principale ostacolo alla pace, e attacca chi come Fiamma Nirenstein e il Foglio la pensa diversamente, ci sorge un dubbio: forse Europa ci sta leggendo? meglio così, chi vuole comunque potrà accendere gli zampironi. Ecco il pezzo: "La Zanzara" - L'ora di ricreazione che deprime Nirenstein e il "Foglio"
Da Blair a Chirac, dal re di Giordania al re del Marocco, dal segretario dell’Onu al segretario della Lega araba, l’iniziativa di Ginevra è stata salutata con parole di plauso e incoraggiamento. Powell vedrà i protagonisti dell’accordo a Washington, a dispetto dell’avvertimento del governo israeliano a non farlo. E il governo, il governo presidente di turno della Ue? Dell’evento si è accordo ieri. Per dire, con Frattini, che non va considerato alternativo alla road map. Gireremo l’acuta osservazione al dipartimento di stato, non sia mai che Powell abbia capito male. Chi ha capito bene è invece il governo Sharon. Dice che l’iniziativa ginevrina è solo un grimaldello per far cadere l’esecutivo. Se davvero avesse quest’effetto, sarebbe già una prima consistente conseguenza reale. Ma non sappiamo se nelle tasche della delegazione israeliana a Ginevra ci fosse davvero un grimaldello. Di sicuro è una classica "proiezione" freudiana: Sharon sa di essere un ostacolo, l’ostacolo alla pace. Ginevra, dunque, grande fatto politico. Altro che «ricreazione» dalla realtà vera del conflitto, come dice sprezzantemente Fiamma Nirenstein. Altro che «cerimonia pretenziosa e gonfiata», come la liquida il "Foglio" di Ferrara. I neacon nostrani sono i tifosi della squadra perdente, e non se ne sono ancora accorti. Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare la propria opinione alla redazione di Europa. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.