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Il Sole 24 Ore Rassegna Stampa
21.11.2003 Quando a scrivere non è Ugo Tramballi
il Sole24Ore rinsavisce

Testata: Il Sole 24 Ore
Data: 21 novembre 2003
Pagina: 8
Autore: un giornalista
Titolo: «Il peso dell'Italia per la pace»
Riportiamo l'editoriale del 19 novembre 2003 pubblicato sul Sole24Ore.
L'assenza di Ugo Tramballi fa bene al quotidiano della Confindustria.

"L'Italia si è vista proiettare all'improvviso sulla scena della politica internazionale. Il feroce attentato di Nassiriya così come l'apertura offerta dal premier israeliano Sharon costituiscono per il governo italiano l'opportunità di mettere a frutto il ruolo e i rapporti che il presidente Berlusconi ha stabilito con alcuni dei maggiori leader mondiali e tentare un'operazione tanto ambiziosa quanto necessaria: cominciare a ricucire la tela dei rapporti euroamericani a partire dallo scacchiere cruciale del Medioriente.
La svolta che Bush sta attuando in Iraq già offre prospettive nuove di cooperazione che l'Italia, utilizzando il suo ruolo di presidente di turno dell'Unione Europea, potrebbe portare alla valutazione del prossimo consiglio europeo per studiare le forme migliori di collaborazione transatlantica.
Ma ancora più importante per la stabilità del Medioriente è la prospettiva di rilanciare il processo di pace tra Israele e i palestinesi, offrendo all'Europa la possibilità di instaurare un dialogo diretto con Israele, su una base di reciproca fiducia, malgrado la paralisi del quartetto.
E' in questa prospettiva che va sottolineato anche il superamento da parte italiana di quella sterile politica dell'equidistanza, velata da un filo-arabismo opportunista, che aveva contraddistinto passate stagioni politiche.
Le aperture verso il processo di pace, confermate proprio ieri dal premier Sharon, possono così costituire un nuovo punto di partenza recuperando quella road-map che la logica del terrorismo ha drammaticamente affossato.
Il Medioriente è troppo importante per rassegnarsi al progressivo fallimento di tutte le iniziative di pace e la ripresa di un ruolo italiano in quest'area, dopo tanti anni di assenza, in accordo con l'Europa e con gli Stati Uniti, può sfruttare una finestra di opportunità che non rimarrà aperta ancora a lungo.
Nessuno può garantire il successo pieno di simili iniziative.
Ma già solo la possibilità di concepire un tale ruolo italiano è la dimostrazione di un credito acquisito.
E rappresenta, di per sè, un elemento importante di crescita della nostra politica estera e quindi un' occasione decisiva di iniziativa internazionale.
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