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Il Resto del Carlino Rassegna Stampa
16.11.2003 Una buona analisi
un plauso al quotidiano bolognese

Testata: Il Resto del Carlino
Data: 16 novembre 2003
Pagina: 1
Autore: Giancarlo Mazzucca
Titolo: «Il filo rosso Israele-Italia»
A pagina 1 del Resto del Carlino di domenica 16 novembre è pubblicato un articolo del Direttore Giancarlo Mazzucca che, per l’attualità delle tematiche e l’acutezza dei contenuti, riteniamo possa essere di interesse per i lettori di Informazione Corretta.


Prima l’eccidio di Nassirya, poi l’attentato alle sinagoghe di Istanbul: mai come in questi giorni tra Italia e Israele c’è un filo rosso, rosso sangue.
Sarà un puro caso, ma la doppia tragedia che ha accomunato i due popoli finisce anche per cementare l’amicizia tra Roma e Gerusalemme che, sempre in novembre, sarà rinvigorita dalla visita di Sharon sotto la cupola di San Pietro e da quella di Fini sotto il Muro del pianto.
Si, anche la tragedia serve ad annullare le distanze tra Stati e religioni. Anche il dolore serve come prova del nove della validità della crociata di molti esponenti della Chiesa e di vari leader politici che insistono sulle comuni radici giudaico-cristiane dell’Europa. E, a proposito di radici, gli attentati di questi giorni dovrebbero, dunque, indurre gli uomini di buona volontà a superare tutte le polemiche sul famoso preambolo della Costituzione europea.
Proprio ieri c’era più di una analogia tra il papa polacco che abbracciava la vedova del carabiniere Coletta ucciso dai guerriglieri islamici in Iraq e le dichiarazioni del ministro degli esteri Silvan Shalom che invitava tutti i paesi a combattere uniti il terrorismo. Pur nella drammaticità della situazione, quello che è successo in questi giorni dovrebbe paradossalmente favorire il dialogo tra le confessioni religiose inducendo i moderati a far fronte comune contro i fondamentalisti che non s’annidano solo nell’Islam. E soprattutto l’Italia potrà certamente giocare un ruolo importante nella battaglia contro i mulini a vento dell’intolleranza religiosa. Perché?
L’ha spiegato molto bene, qualche giorno fa, l’ex cancelliere tedesco Helmut Kohl: l’Italia, aveva affermato, sta ora conducendo la più equilibrata politica europea anche grazie all’amicizia con Israele che è oggi al culmine. Parole quasi identiche a quelle dell’Ambasciatore israeliano a Roma Ehud Gol, che ha riconosciuto la grande apertura dell’Italia verso Gerusalemme, senza, avere, per questo, perso amici nel mondo arabo (ma dopo quanto è successo a Nassirya, io non ne sono affatto convinto).
Insomma l’Europa – e l’Italia in particolare – non dovrebbero tentare soltanto di esportare la democrazia dove la democrazia non esiste (e il caso dell’Iraq dimostra che il processo di integrazione richiede tempi molto lunghi nonostante l’ottimismo di Bush), ma impegnarsi maggiormente nel dialogo.
In che modo?
Cercando anche di importare, e di assimilare sempre più, culture diverse. Il discorso vale ovviamente per Israele, ma potrebbe valere pure per la musulmana Turchia.
Come sostiene lo scrittore ebreo Joseph Weiler nel suo libro "Un’Europa cristiana", l’ingresso turco nella UE non è una sfida alla fede di Istanbul, bensì alla sua buonafede: la buonafede di dimostrarsi tollerante verso le altre religioni.
Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare la propria opinione alla redazione de Il Resto del Carlino. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.




redazione.cronaca@ilrestodelcarlino.it

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