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1/2/02 Un rapporto fecondo: Nazismo e Islam...
Riflessione di Claudio Carpentieri




Del massiccio sostegno - economico,ideologico e militare - che il Terzo Reich accordò ai capi dei movimenti nazionalisti ed anticolonialisti arabi,si è già detto;peraltro,si potrebbe ragionevolmente obiettare che la collaborazione di leaders arabomusulmani eminenti (Gamal Abdel Nasser,Anwar Sadat,Habib Bourghiba,Alì Jinnah...) con la folle politica nazista,fosse dettata non già da una convinta e piena adesione alla politica suddetta,quanto piuttosto dalla necessità di stringere un'alleanza tattica con il rivale più forte dei dominatori Anglo-Francesi. Purtroppo,la propaganda filo-nazista di parte araba continua tutt'ora a dare i propri frutti malati. Nel 1997,il francese Jacque Santer,Presidente della Commissione Europea,stipulò un accordo con il leader dell'ANP Arafat per finanziare la produzione di materiale bibliografico destinato alle scuole dei territori amministrati dall'Autorità Palestinese;accordo che sanava una situazione trascinatasi per decenni,durante i quali i bambini palestinesi avevano studiato su libri di testo egiziani e libanesi (i due Paesi arabi in cui i "Protocolli dei Savi Anziani di Sion" hanno avuto più diffusione). La musica è però rimasta la stessa:ha suscitato scandalo il contenuto di questi libri,in cui Israele veniva indicato come la..."Entità Sionista",e persino l'Olocausto veniva strumentalmente ridimensionato e bollato come una "esagerazione sionista". Ad ulteriore riprova dell'ambiguità palestinese,poi,si può addurre la cartina che per mesi,e sino allo scorso dicembre,campeggiava sulla home Page del sito ufficiale dell'ANP,in cui tutto il territorio ad ovest del Giordano veniva definito come "Palestina":la suggestione della Grande Palestina non ha abbandonato ancora neppure i funzionari della "moderata" ANP,insomma. Ma certe posizioni,ancorchè inquadrabili nella logica bellica del conflitto israelo-palestinese,risultano ancor più deleterie perchè largamente diffuse nel resto del mondo musulmano. Nel marzo del 2000,durante la visita papale alla Moschea di Damasco (contenente le spoglie di San Giovanni Battista),il presidente-dittatore siriano Bashar el-Assad,figlio del defunto Hafez,pronunciò un discorso in cui accusava Israele di "sterminare i Palestinesi secondo la stessa logica con cui massacrarono - gli Ebrei,n.d.r. - Gesù Cristo".Una chiara e pubblica riproposizione del più becero anti-giudaismo cattolico,fondato sul clamoroso "falso" storico della "razza deicida". L'Egitto è il Paese al mondo in cui il testo dei "Protocolli" abbia riscosso il maggior successo:se ne interessò da subito Nasser,che intuì come fosse un formidabile strumento propagandistico,giacchè poteva mobilitare le masse all'idea della guerra contro i "cospiratori sionisti" e,nel caso di una sconfitta,spiegarla alla luce della potenza di mezzi a disposizione dei "cospiratori" suddetti. Fu lui ad incaricare gli esperti del Ministero dell'Orientamento Popolare (versione locale del Min.Cul.Pop.),nel quale aveva reclutato personale ex-nazista,di "curare" le singole edizioni del testo,stampato a spese del regime:furono ben 6,tra il 1952 (la 1°) ed il 1968 (la 6°:sin troppo ovvio il legame "giustificazionista" dopo la Guerra dei Sei Giorni,a pochi mesi da essa). Altri lettori e diffusori entusiasti dei "Protocolli" furono Gheddafi e re Faisal,che negli anni Settanta ne regalò una copia rilegata a diversi ospiti stranieri,tra cui un imbarazzatissimo Aldo Moro (allora titolare degli Esteri). In questa "logica" di virulento antisemitismo si innestò l'opera politica di Khomeyni,"papà" della teocrazia iraniana,che aveva ribattezzato Israele il..."Piccolo Satana";vent'anni dopo,mentre il successore di Khomeyni,Rafsanjanj,arringa la folla di Teheran parlando dello Stato israeliano come di "un tumore maligno da estirpare ad ogni costo",il regime fondamentalista è certo,per raggiungere lo scopo,di disporre della Bomba Atomica entro il 2005. Saddam Hussein,nel tentativo di cavalcare questa pericolosa ondata,annuncia la costruzione di momumenti commemorativi di quei "martiri" saltati in aria per fare strage di "porci sionisti":il suo passaggio da un nazionalismo laico (vedi guerra all'Iran khomeynista:1980-'88) ad un aperto sostegno al terrorismo integralista innervato di antisemitismo - basti pensare alla Carta Costitutiva di Hamas,zeppa di continui richiami al "complotto giudaico planetario" et similia - è a dir poco inquietante ed indicativo della deriva verso cui stanno gradualmente scivolando le leadership arabe. Comprese quelle ritenute più "moderate" (Arabia Saudita,Qatar...),che avallano la trasmissione,dagli schermi delle TV pubbliche,di serie televisive tratte dai "Protocolli",ovviamente seguitissime dalla popolazione locale. Tutto ciò ben spiega la radicata diffidenza israeliana verso la controparte,vista come negatrice sistematica dell'identità storica e culturale del popolo ebraico:al punto che alcuni governi arabi,tra cui il Libano,hanno in passato - un passato anche recente:nel marzo 2001,all'ultimo momento il regime filosiriano libanese ne annullò uno a Beirut - ospitato nel lusso convegni di storici "negazionisti" dell' Olocausto. E,come alcuni commentatori - Paolo Mieli e Galli della Loggia in primis -, hanno efficacemente sottolineato,ancor più inquietante è il silenzio "assordante" dei governi e mass-media europei sul tema:al punto che ben 300 attacchi vandalici contro scuole,sinagoghe e case ebraiche avvenuti durante il 2001 nella sola area urbana di Parigi non fanno più notizia. La stessa Europa che pure,con il capo chino,ha ipocritamente marciato al fianco dei "suoi" ebrei durante la Giornata della Memoria:appena 3 giorni fà...






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