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La Stampa Rassegna Stampa
02.11.2003 L'informazione come la intende la Siria
Odio e propaganda contro Israele, anche se Ferrari sul Corriere non se ne accorge

Testata: La Stampa
Data: 02 novembre 2003
Pagina: 6
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: ««Lo Stato ebraico nacque da una congiura in un bordello»»
TRENTA PUNTATE, NELLA PRIMA ROTHSCHILD MORENTE AFFIDA UN PEZZO DI MONDO A CIASCUNO DEI SUOI 5 FIGLI
Un serial siriano, che sarà visto da milioni di arabi, dipinge come degenerati e paranoici i padri del sionismo.
Ci chiediamo come sia possibile che mentre Fiamma Nirenstein sulla Stampa di oggi racconti storie sulla Siria da far accapponare la pelle, sul Corriere (vedi altra critica di oggi) Antonio Ferrari non si accorga di nulla e prosegua con i suoi articoli che descrivono la Siria come un paese democratico quanto la Svizzera.
Ecco il pezzo di Fiamma Nirenstein. Nella sezione "Corriere" il pezzo di Ferrari.



Sembra che le coorti dell'antisemitismo islamico, di concerto con l'uscita dell’ex premier malesiano Mahathir Mohamad che ha ricevuto dieci giorni fa un'ovazione da parte di 59 nazioni affermando che gli ebrei tramano per dominare il mondo, si stiano muovendo in massa. In questo mese di Ramadan la rete tv Al Manar, di proprietà degli hezbollah, ma che gode di ascolti altissimi in tutto il mondo arabo, presenta una serie siriana in trenta puntate dal titolo «al Shatat», la Diaspora. Un impegno massiccio, basato su trenta fonti storiche che gli autori dichiarano scientifiche, inappellabili, che ci conduce nelle trame della congiura ebraica attraverso una storia del sionismo dall'800 alla fondazione dello Stato d'Israele. La prima puntata (ne abbiamo ricevuta la trascrizione dal centro Memri, Middle East Media Research Institute) è introdotta da un testo che dallo schermo dichiara: «Duemila anni fa i maggiorenti ebrei stabilirono un governo globale con lo scopo di dominare il mondo (...) così gli ebrei si dettero a provocare guerre e conflitti interne, e i vari Paesi li condannarono (...) gli ebrei aspettano un Messia che li aiuti a compiere la loro vendetta (...) Nel diciannovesimo secolo, secondo un piano di escalation, il governo globale si sciolse per crearne uno nuovo e segreto guidato da (Mayer) Amshel Rothschild». Qui comincia la storia del sionismo: la prima scena mostra Rothschild sul letto di morte fra candelabri e insegne ebraiche che affida un pezzo di mondo a ciascuno dei suoi cinque figli dopo aver raccomandato loro di «uccidere i migliori dei non ebrei, distruggete la loro religione, annichilite le loro terre (...) dominateli segretamente o pubblicamente, con la forza e con la repressione, con l'inganno e il tradimento (...) Dio ha onorato gli ebrei della missione di onorare il mondo con il denaro, la conoscenza, la politica, il delitto, il sesso (...) Ho lasciato a ciascuno di voi una somma di denaro - rassicura il nababbo morente - che vi renderà gli uomini più ricchi del mondo. A Anselmo va la Germania, a Salomone l'Austria» e via così. A Karl il morente raccomanda di «distruggere il Papa e fargli crollare Roma in testa».
Dopo la parte successiva in cui il governo globale ebraico fa ammazzare lo zar Alessandro III, la scena madre: il padre del sionismo Theodoro Herzl in un bordello, con Alfred Dreyfus. Dreyfus si vede prima disegnare mappe (è appunto il suo lavoro di traditore del governo francese per cui verrà giustamente, secondo Al Manara, punito) a casa sua e poi nasconderle nel gabinetto del bordello, dove qualche ebreo cospiratore le prenderà. Il bordello è il luogo più adatto alla nascita del sionismo: Dreyfus vi bazzica alquanto e si apparta con una certa Christine e Herzl discute con la maitresse la sua delusione per non avere ancora avuto la conferma di potere fondare uno stato ebraico. Sullo sfondo, una prostituta ebrea molto malata chiede a Jeanne, la maitresse nonché amante di Herzl, di mandarle solo clienti non ebrei per infettare solo loro. Dreyfus dice a Jeanne che ha tre verità in mente: il suo amore per lei, la sua decisione di sposare un'ebrea ricca per finanziare il suo progetto, la convinzione che gli ebrei debbano avere un loro stato. Intanto un altro ebreo, Yaakov, collegato con Dreyfus e il suo tradimento (va a prendere la busta al bordello) attacca e uccide a pugnalate una povera fanciulla. Gli ebrei fanno anche questo nel tempo libero dal conquistare il mondo.
E assai triste che un vasto pubblico arabo nei delicati giorni del Ramadan, così santi ai musulmani, debba essere nutrito con volgarità e menzogne tanto grandi e certo intenzionalmente foriere di conseguenze genocide. Al discorso del premier malesiano non c'è stata risposta; forse stavolta l'Onu o la Comunità Europea, sensibili come sempre si dichiarano al problema del razzismo, vorranno prendere posizione.
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