martedi` 26 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Il Foglio Rassegna Stampa
30.10.2003 8 e 9 novembre: attenzione. Israele sotto tiro
i "soliti noti" nelle strade a urlare contro il suo diritto a difendersi

Testata: Il Foglio
Data: 30 ottobre 2003
Pagina: 2
Autore: un giornalista
Titolo: «La marcia contro il muro israeliano imbarazza la sinistra italiana»
Riportiamo l'articolo sulle manifestazioni dell'8 e 9 novembre contro la barriera di difesa israeliana, pubblicato su Il Foglio giovedì 30 ottobre 2003.
Sidney, Madrid, Bruxelles, Rio de Janeiro, Oslo, Roma, Londra, Los Angeles, Berlino, San Francisco: sulla carta, e sul web, è lungo l’elenco delle iniziative contro quello che, in puro stile Durban, viene definito "il muro dell’apartheid", e cioè la barriera di difesa dai kamikaze che Israele sta costruendo. In programma ci sono, in molti casi, semplici mostre di pannelli e fotografie sulla condizione dei palestinesi o punti di raccolta di firme, mentre in qualche occasione saranno costruiti muri di cartapesta da abbattere. La mobilitazione è stata fissata per il prossimo 9 novembre, su invito del network internazionale Stop the Wall, in coincidenza con l’anniversario della caduta del muro di Berlino (ma anche con quello della "notte dei cristalli", che
nel 1938 segnò la prima grande razzia nazista contro gli ebrei tedeschi. Un "ingorgo" simbolico che non preoccupa chi condanna allo stesso ostracismo la recinzione difensiva di Israele e il "muro della vergogna" crollato quattordici anni fa). Ci sarà un muro finto anche a Napoli, in piazza Plebiscito, promettono i "disobbedienti" di Francesco Caruso ("un’installazione per la quale stiamo ottenendo la disponibilità di attivisti e artisti napoletani, che chiederemo all’amministrazione di rendere permanente", minacciano in un comunicato). Gli stessi disobbedienti manifesteranno "contro la kermesse italo-israeliana", ovvero il congresso delle Associazioni Italia-Israele, in programma all’Hotel Hermitage di Capua per sabato prossimo. In prima linea, il centro sociale Tempo Rosso di Pignataro maggiore (Caserta), assurto alle cronache un anno fa, quando cercò di boicottare il gemellaggio di Pignataro con
una cittadina israeliana, voluto dal ventottenne sindaco An, Giorgio Magliocca.
Sulla giornata "anti-muro" italiana pesa però già l’ombra della divisione. A una manifestazione nazionale, convocata a Roma per l’8 novembre dal Forum Palestina, aderiscono per ora il Partito dei comunisti italiani, la Federazione nazionale dei Verdi, la solita galassia di Cobas, antagonisti, collettivi antimperialisti e centri sociali, oltre a singoli esponenti sindacali, di Rifondazione e dei Ds (e il gruppo Socialismo 2000, che fa capo a Cesare Salvi). Diversi appuntamenti decentrati, tra l’8 e il 9 novembre, sono invece promossi da un appello di Action for peace (firmato da Cgil, Rifondazione comunista, Associazione per la pace, Arci, disobbedienti). "A queste iniziative saranno presenti delegazioni di israeliani contrari al muro", spiega il responsabile giovani di Rifondazione, Marcello De Palma, che ci tiene molto a rimarcare la differenza con la manifestazione del Forum Palestina. "Ogni paese, anche Israele, ha i suoi Tabucchi", commenta Angelo Pezzana, direttore del sito informazionecorretta.it, "e un paese democratico come Israele può accettare che ci siano suoi intellettuali, come Uri Avnery, solidali con Arafat. Ma che alcuni israeliani partecipino alle iniziative contro la barriera difensiva in Israele non le rende più giustificabili e meno ridicole".
In Francia, quella delle iniziative contro il "muro" è un’altra delle grane che si trova ad affrontare il comitato organizzatore del Forum sociale europeo, in preparazione per il 12-15 novembre. E non accennano a smorzarsi le polemiche provocate, un paio di settimane fa, dall’annuncio della partecipazione al Forum, come oratore ufficiale, di Tariq Ramadan, professore d’Islamologia a Friburgo e a Ginevra. In un intervento apparso sul sito del Fse, e in precedenza rifiutato dal Monde e da Libération, Ramadan aveva denunciato la "logica comunitaria" di intellettuali come André Glucksmann, Alain Finkielkraut, Bernard Kouchner, Bernard-Henri Lévy, Alexandre Adler, "in quanto ebrei, nazionalisti e difensori di Israele". Abbastanza perché Ramadan si guadagnasse un’accusa di antisemitismo anche da Sos racisme, che ha minacciato di abbandonare il Forum. Due giorni fa, il fondatore dell’associazione, Harlem Désir, ora deputato europeo per il Psf, ha rincarato la dose. "Amici, siete sulla strada sbagliata", scrive in una lettera aperta agli organizzatori del Fse. A suo avviso, hanno commesso un grande errore invitando un personaggio come Ramadan, che "non ha nulla a che vedere coi Forum nati a Porto Alegre. La carta dei principi del Forum sociale mondiale propugna ‘relazioni egalitarie, solidali e pacifiche tra le persone’. Se ogni idea deve essere gravata di sospetti a causa dell’origine o della religione del suo autore, come affronteremo domani in seno al Forum, con spirito fraterno di ricerca della pace e della giustizia, la questione mediorientale?". Tariq Ramadan ha trovato ieri ospitalità sul Monde e si è difeso sfoggiando quelli che ritiene i suoi abiti più presentabili. Giudicate voi: "In Francia non si può parlare di ‘intellettuali ebrei’ senza rischiare, diversamente che negli Stati Uniti, di prestare il fianco a sospetti di antisemitismo… certi intellettuali pro-israeliani, lamentando l’emergere di rivendicazioni pubbliche propalestinesi (a volte con espressioni antisemite), agitano lo spettro della ‘nuova giudeofobia’.
Hanno ragione, ma rimane il fatto che, a causa di certi loro eccessi, gli ebrei
di Francia sono spinti a sviluppare riflessi di paura e ad alimentare in loro sentimenti d’appartenenza prioritaria alla ‘comunità ebraica’". E conclude con un appello al Forum, perché si rifiuti "di essere la piattaforma dove si esprimono i giudeofobi e gli islamofobi". Proprio lui, più volte intervenuto in forum on line per additare in Israele il peggiore, se non l’unico, esempio di
barbarie contemporanea.
Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare la propria opinione alla redazione de Il Foglio. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.




lettere@ilfoglio.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT