La massima imprecisione è lo stile del quotidiano della Confidustria
Testata: Il Sole 24 Ore Data: 23 ottobre 2003 Pagina: 6 Autore: un giornalista Titolo: «Israele non ferma il muro: dopo la condanna Onu della barriera in costruzione con i territori»
Partiamo già con il piede sbagliato, per due motivi: il primo sbaglio è nel titolo: "Israele non ferma il muro: dopo la condanna Onu della barriera in costruzione con i territori". Israele non può ritenersi colpevole della costruzione non di un muro, bensì di una barriera anti-terroristi, perchè è l'unico estremo tentativo di proteggere la popolazione dalla furia omicida e assetata di sangue degli uomini mandati da Ramallah. Il secondo motivo è una squallida consuetudine alla quale speravamo che, almeno giornali seri come quello di Confindustria, si sarebbero sottratti: ovvero quella di pubblicare foto di bambini palestinesi, in questo caso ripresi vicno al muro, con la seguente didascalìa: Sempre più lontani. Due bimbi palestinesi presso il muro. Cosa vogliamo fare Dott. Gentili, imitare il Manifesto per caso?
Ma veniamo all'articolo che, ripetiamo, è senza firma.
Le Nazioni Unite non fermano Israele: la costruzione del muro lungo il confine con la Cisgiordania va avanti.
E per quale motivo l'Onu, una organizzazione che ha nel suo ventre stati terrorisitici, dovrebbe fermare l'intenzione di Israele di proteggere la propria popolazione, con la costruzione di una barriera difensiva?
Il giornalista riporta correttamente le frasi pronunciate dopo la ridicola condanna in sede Onu, del vicepremier ed ex sindaco di Gerusalemme Ehud Olmert.
Segue una descrizione del progetto di costruzione, di quanto realizzato e di quanto resta da realizzare.
Poi una chicca di propaganda: La crisi rischia di essere inasprita dalla visita alla Spianata delle Moschee, a Gerusalemme Est, compiuta ieri dal ministro degli interni israeliano, Tzahi Hanegbi. Ufficialmente, il ministro voleva verificare le misure di sicurezza predisposte in vista dell'inizio del mese di Ramadan, ma già tre anni fa fu proprio una passeggiata dell'allora capo dell'opposizione Ariel Sharon sul Monte del Tempio, come lo chiamano gli ebrei, a scatenare la nuova Intifada. Hanegbi non ha però dato pubblicità al suo giro proprio per non provocare disordini. Per localizzare la Spianata del Tempio o delle Moschee, sarebbe meglio indicarla "nella città vecchia", e non a Gerusalemme est.
Caro anonimo del Sole24ore che vuole imitare il Manifesto, prima di tutto una contraddizione: se la visita è stata legittima, in incognito e nella massima segretezza, per quale motivo avrebbe rischiato di inasprire la crisi?
Ma l'animo manifestino del Sole24ore esce nella frase successiva, quando si da la colpa a Sharon per lo scoppio della seconda intifada. Ma come, non era stato Arafat a dare il via alla nuova intifada, dopo il fallimento delle trattative per colpa dell'Anp, in quel di Camp David, nel luglio del 2000, con Clinton e Barak? I palestinesi non aspettavano altro che una scusa per dare il via alla nuova campagna di massacro, l'hanno trovata in Sharon e gran parte dei media hanno abboccato.
E per quale motivo IlSole 24ore chiama tranquillamente Spianata delle Moschee (senza aggiungere "come la chiamano i musulmani"), mentre sente il bisogno di scrivere riguardo al Monte del Tempio, "come lo chiamano gli ebrei"? Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare il proprio parere alla redazione del Sole 24 Ore. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.
