Una gran brutta faccia Chirac, il volto antiebraico della Francia
Testata: La Stampa Data: 20 ottobre 2003 Pagina: 11 Autore: Aldo Baquis Titolo: «Maariv contro Chirac, «volto antisemita della Francia»»
Riportiamo l'articolo di Aldo Baquis sulle reazioni da Israele intorno alla mancata condanna di Chirac nei confronti delle parole antisemite del premier malese. E per Chirac è una abitudine. E' sulla Stampa di oggi, lunedì 20 ottobre 2003. Il crescente astio degli israeliani nei confronti della Francia è esploso con fragore ieri quando un quotidiano di Tel Aviv, «Maariv», ha pubblicato in prima pagina l’immagine del presidente Jacques Chirac (ripreso mentre si tiene la testa fra le mani) e l'ha accompagnata con un titolo a lettere cubitali: «Il volto antisemita della Francia». La spiegazione di tanta indignazione è giunta dall'editoriale, firmato dal direttore del giornale Amnon Dankner, secondo cui Chirac ha impedito che le dichiarazioni di sapore antisemita del premier malaysiano Mahatir Mohammed fossero condannate in blocco dal Consiglio dell'Ue. Ragion per cui la condanna è stata espressa solo dalla presidenza di turno, quella italiana. Aprendo i lavori della Conferenza islamica, Mahatir si era stupito che anche dopo l'Olocausto gli ebrei riuscissero «ancora a controllare il mondo per procura» e aveva esortato il miliardo e trecento milioni di musulmani a non demordere perché in futuro avranno il sopravvento «sia pure con mezzi politici ed economici, non violenti». A nulla sono valse le spiegazioni giunte sabato a «Maariv» dall'ambasciata francese di Tel Aviv secondo cui l'atteggiamento di Chirac era ispirato da considerazioni di carattere formale: il Consiglio della Ue, come tale, non era l'istituzione adeguata a reagire alle dichiarazioni di Mahatir. Per Dankner - un ex editorialista della sinistra radicale spostatosi negli anni gradualmente al centro, con la promozione alla carica di direttore di «Maariv» - il linguaggio diplomatico era solo un tentativo ipocrita di mascherare una evidente strizzata d'occhio del Presidente francese verso il mondo islamico. Per cui nel suo fondo è andato sul pesante. Ha ricordato alla Francia gli anni bui del processo ad Albert Dreyfus, ha menzionato il collaborazionismo dei francesi con le forze di occupazione nazista (il suo pezzo è intitolato: Il Collaborazionista) e «la caccia attiva agli ebrei intrapresa da centinaia di migliaia di francesi». Oggi, secondo Dankner, «il vecchio antisemitismo francese si coniuga con il nuovo odio ad Israele, con la copertura di una critica verso Israele, verso il sionismo e di un sostegno ai palestinesi». «Chirac è divenuto il grande difensore e il sostenitore vergognoso dell'antisemitismo», ha concluso. Ma lo sfogo del giornalista - giudicato ieri sproporzionato anche negli ambienti giornalistici israeliani - non è nato nel vuoto. Lo stesso ministro degli Esteri israeliano Silvan Shalom ha trovato opportuno menzionare il «caso Chirac» durante la seduta del Consiglio dei ministri. «E' un peccato - ha detto Shalom - che un Paese leader come la Francia lasci intendere che esiste un barlume di comprensione e di accettazione verso le sciocchezze antisemite del premier Mahatir». La reazione di Chirac e di Javier Solana (l'Alto rappresentante per la politica estera europea) non si sono fatte attendere. Mediante la sua portavoce, il presidente francese ha fatto sapere di essersi «associato» alla condanna formulata dal presidente Silvio Berlusconi a nome di tutta l'Unione europea e ha ribadito che la Francia trova «inaccettabili» le dichiarazioni del premier malysiano. Solana, da parte sua, ha precisato che la ricostruzione di «Maariv» della dinamica di quella condanna non era corretta. Dankner in ogni modo ha centrato nel segno degli umori dei suoi lettori. Durante la crisi irachena, Israele aveva guardato con antipatia agli sforzi di Chirac di impedire l'intervento degli Usa contro il regime di Saddam Hussein. Nei siti internet era circolata una fotografia degli Anni ‘70 che riprendeva Chirac con Saddam nel Progetto Osirak: la centrale nucleare di Baghdad che sarebbe stata bombardata nel 1981 su ordine di Menachem Begin, per impedire al regime baathista di dotarsi di armi nucleari. Ieri il sito web di «Maariv» ha pubblicato decine di reazioni entusiastiche al fondo del direttore, e solo una piuttosto critica. Alcuni lettori di «Maariv» hanno suggerito di tradurre l'articolo e di pubblicarlo a pagamento sulla stampa francese, altri - più modestamente - hanno preso l'impegno solenne di non bere più vino francese. Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare il proprio parere alla redazione de La Stampa. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.