Internazionale in prima fila nella propaganda anti-israeliana
Testata: Internazionale Data: 20 ottobre 2003 Pagina: 1 Autore: la redazione Titolo: «Varie da Israele - 17/10/03»
A pag.13 è pubblicato un editoriale tratto da Ha'aretz, riguardante il piano di pace presentato a Ginevra da un gruppo di israeliani e palestinesi. Un piano di pace utopistico, visto che, dopo il fallimento dei colloqui di Camp David nell'estate del 2000, non si capisce quale piano possa essere accettato dall'Anp. Forse l'unico piano che potrebbe essere accettato da Arafat e dalle organizzazioni terroristiche da lui controllate, è la cancellazione dello stato di Israele.
A pag.23, dalla cronaca da Gerusalemme: Attacco contro gli americani
Il 15 ottobre una bomba telecomandata è esplosa al passaggio di un convoglio diplomatico statunitense poco dopo il valico di Erez, all'altezza di Beit Hanun, nel nord della Striscia di Gaza. Tre cittadini statunitensi sono morti nell'attentato e un quarto è rimasto gravemente ferito. Sulle auto colpite dall'esplosione si trovavano membri dello staff dell'inviato Usa in Medio Oriente John Wolf. L'attacco è stato rivendicato con una telefonata anonima dal Comitato di resistenza popolare (Crp), un gruppo armato palestinese. Poche ore dopo però il Crp ha smentito la rivendicazione. L'Autorità Nazionale Palestinese ha condannato l'attentato; l'ambasciata Usa a Tel Aviv ha invitato i cittadini americani ad abbandonare la Striscia di Gaza. Dopo l'esplosione l'esercito israeliano ha effettuato un'incursione aerea nella zona di Beit Hanun, da cui si presume sia stato organizzato l'attacco. Conviene alle organizzazioni terroristiche palestinesi non rivendicare l'attacco, altrimenti gli americani potrebbero anche perdere quel poco di pazienza ancora rimasta nei confronti di Arafat e della sua cricca corrotta.
Nazioni unite - Il veto statunitense
Gli Stati Uniti hanno posto il veto al progetto di risoluzione, presentato dalla Siria al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, nel quale si definisce "illegale" il muro di separazione costruito da Israele lungo il confine con i Territori palestinesi per fermare gli attacchi suicidi. Il testo chiedeva anche il blocco immediato dei lavori di costruzione. Secondo l'ambasciatore statunitense all'Onu, John Negroponte, la risoluzione non era equilibrata perché non condannava esplicitamente il terrorismo palestinese. In Consiglio di sicurezza il progetto ha ottenuto dieci voti a favore, uno in più della maggioranza prevista, prima di essere bloccato dal veto. Germania, Gran Bretagna, Bulgaria e Camerun si sono astenuti. È la settantottesima volta che gli Stati Uniti bloccano una risoluzione di condanna a Israele nel Consiglio di sicurezza. Il governo israeliano si è detto soddisfatto del veto americano. La barriera di sicurezza israeliana, una volta conclusi i lavori, dovrebbe raggiungere la lunghezza di 430 chilometri. In certi punti la recinzione penetrerà per 20 chilometri in territorio palestinese per comprendere alcuni insediamenti ebraici, in cui vivono circa 231mila coloni. Alcune cittadine palestinesi, come quella di Qalqyliya, saranno letteralmente circondate dal muro israeliano: per attraversarlo sarà necessario superare delle uscite di sicurezza sorvegliate dall'esercito israeliano. L'Autorità Nazionale Palestinese ha più volte condannato la costruzione della barriera e accusa Israele di voler così annettere importanti porzioni di territorio palestinese sottraendoli al futuro stato indipendente palestinese. Facciamo un pò di chiarezza, perchè come al solito, quando si tratta di propagandare contro Israele, Internazionale è in prima fila.
Quello in costruzione non è un muro di separazione bensì una barriera difensiva contro l'infiltrazione di potenziali attentatori suicidi mandati dalle organizzazioni terroristiche controllate da Arafat. Una barriera che sarà fatta in modo tale da evitare al massimo i disagi alla popolazione residente palestinese, quella che non ha niente a che fare con il terrore. Per quanto riguarda lo "strano" attivismo dell'Onu nei confronti dello stato ebraico, basti vedere quale stato ne ha chiesto la condanna: la Siria. Siria che sostiene il terrorismo palestinese; Siria che sostiene il terrorismo degli sciiti di Hizbullah dal confine libanese; Siria che occupa da anni un paese sovrano qual è il Libano (non si muove foglia a Beirut senza che Damasco non voglia); Siria che ospita uffici e campi di addestramento per kamikaze palestinesi. Questo è il paese che ha chiesto all'Onu la condanna di Israele, ma la redazione arafattiana di Internazionale, in poche righe, fa sembrare Damasco un paesiello tranquillo, beato e felice, e quei cattivoni di ebrei (insieme agli odiati yankee), i soliti responsabili.
Internazionale continua a tacere riguardo le faide all'interno dell'Anp....come se non fosse successo nulla e Abu Ala non sia constantemente sotto tiro da Arafat.
Il bilancio delle vittime inoltre, dell'attentato del 4 ottobre scorso ad Haifa si è aggravato, ed è salito a 21, ma Internazionale non lo scrive.
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