Fra dritti e rovesci, un pessimo "servizio" Gianni Clerici deraglia dal tennis e subisce un "cappotto " culturale
Testata: La Repubblica Data: 12 ottobre 2003 Pagina: 50 Autore: Gianni Clerici Titolo: «Urla, bellezza, e sex appeal, il tennis lancia la Shaparova»
Cosa diavolo c' entra il tennis con l' antisemitismo? Nulla, evidentemente. Lo so io, lo sa chi mi legge. Ma non lo sa l' illustre cronista sportivo Gianni Clerici. Ed ho motivo di ritenere che Clerici non ne sappia molto neppure di antisemitismo.
Prima di tutto, devo riportare la frase che ha destato la mia attenzione, e che è stata pubblicata su Repubblica dello scorso 7 ottobre, a pag. 50, sotto il titolo "Urla, bellezza e sex appeal, il tennis lancia la Sharapova".
Eccola, la frase: "... Ci furono grandissime giocatrici che furono, addirittura, brutte, anche se, non sempre, l' essere brutte non significa non aver fascino. Esempio supremo, la Divina Suzanne Lenglen, dotata di un naso non so se più borbonico o giudeo, e tuttavia ricercatissima...".
A questo punto sento il dovere di precisare che non accuso Clerici di essere antisemita. Ma di usare una terminologia classica dell' antisemitismo razzista e teologico, questo sì.
Non so se lui se ne sia reso conto, e spero per lui che il "naso giudeo" sia solo frutto di una ignoranza e mancanza di sensibilità culturale che in un cronista di tennis sono certamente più comprensibili che non in un intellettuale.
Il pregiudizio è una malattia della quale noi tutti soffriamo, ognuno con i suoi pregiudizi peculiari (e non è detto che siano sempre negativi: gli ebrei sono tutti intelligentissimi, gli americani sono ingenui e spontanei, i negri sono molto dotati per certe discipline sportive e certi generi musicali sono pregiudizi sia pure lusinghieri).
Il difficile è saper riconoscere un proprio pregiudizio, chiedersene il perché, e verificarne la natura. Ancora più difficile è sradicarlo dalla propria mente.
La fisicità degli ebrei appartiene alla categoria dei pregiudizi da sempre usati contro di loro. Per deriderli, ma anche per riconoscerli ed ucciderli. Che essa non esista come segno distintivo certo è noto, e siccome gli ebrei non sono una razza (con buona pace del razzismo ottocentesco francese, dei nazisti e dei fascisti) anche la loro riconoscibilità fisica è un falso pseudo-culturale.
Un brutto naso, un naso adunco, un naso grosso od asimmetrico sono un patrimonio estetico comune a molte persone, indipendentemente dalla loro appartenenza religiosa o nazionale, dal loro ceto, dal loro grado di istruzione. Chiamare questo naso "giudeo" assume un significato preciso, però, che supera la semplice descrizione per addentrarsi in un terreno minato, denso dei ricordi delle caricature dello "Stürmer" e della "Difesa della Razza", ma anche di una certa iconografia antisemita del cattolicesimo , oggi mutuata pari pari dall' Islam.
Ci auguriamo che in futuro Clerici si voglia limitare a descrivere la traiettoria di una palla di tennis, ed eviti di dare esempi di squallore culturale.
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