Com'è commovente Arafat con Stabile son lacrime copiose
Testata: La Repubblica Data: 09 ottobre 2003 Pagina: 16 Autore: Alberto Stabile Titolo: «Il tramonto di Arafat, la malattia ha ferito il rais»
Quel caratterizza le corrispondenze di Alberto Stabile ( che ha sostituito Enrico Franceschini a Gerusalemme) non è tanto l'essere sbilanciato verso la parte palestinese ( non ci stupiremmo più di tanto. Anzi, eravamo stupiti che Repubblica avesse avuto in Israele un corrispondente come Enrico Franceschini, solitamente equilibrato. Gli squilibri arrivavano poi dagli inviati, Leonardo Coen im primis). Per il quotidiano dell'Ing.Carlo De Benedetti essere contro Israele è un punto d'onore, sennò che Repubblica sarebbe. No, quel che colpisce in Stabile è lo stile, il linguaggio. Non da che parte sta.L'abbiamo già notato in molti suoi articoli. Quando scrive di Arafat si commuove, si sdilinquisce, la scrittura si impregna di lacrime, le avverti mentre scendono copiose sulla tastiera del computer. E il cuore batte più forte nel leggere i dispiaceri che affliggono il buon Padre (Abu). Anche nell'articolo di oggi Stabile è riuscito a commuoverci. Arafat è "debole,smarrito,pallido". Abil Abu Rudeina è il suo "angelo custode" e gli "suggerisce le battute", altrimenti Arafat sarebbe "rimasto muto, assente, lo sguardo perso nel vuoto. Anche quando riusciva ad aprire la bocca, si vedeva lontano un miglio che faceva fatica a parlare, se si può definire parlare quel flebile, pasticciato lamento simile a quello di un animale morente che gli usciva dalle labbra paralizzate dall'arsura". Il ricordo di film quali "il cucciolo" o "bambi" ci viene incontro per aiutarci a capire Alberto Stabile nel suo "Lamento per Yasser". Solo che non siamo in una antolgia poetica per le scuole di ogni ordine e grado di Jenin, ma sulle colonne di un quotidiano che entra nella testa di un milione di persone ogni giorno. "Se Arafat dovesse improvvisamente mancare, la sua morte per cause naturali solleverebbe il governo Sharon, che ne ha decretato la 'rimozione' dai Territori mediante esilio forzato o uccisione, dal mettere in pratica un verdetto che ha provocato un'ondata planetaria d'indignazione". Proprio così scrive Stabile, "planetaria". Non i massacri di innocenti in autobus o al ristorante, no quelli interessano 24 ore e poi chissenefrega. E'la salute del responsabile numero uno delle disgrazie dei palestinesi che preoccupa in modo "planetario". " C'è chi, ritenendo le forse israeliane capaci di tutto, ipotizza che Arafat sia vittima di un lento avvelenamento. Veleno trasmesso, chissà, da una della migliaia di mani che ha stretto negli ultimi giorni". Siamo noi in pena per Stabile. Chissà come deve soffrire nel vedere un uomo non più giovane che stringe mani avvelenate e non può più dedicarsi come vorrebbe ad uccidere israeliani. Stabile fa della bassa propaganda, ma lo stile lialesco che usa è decisamente originale. Bisogna risalire ad Igor Man/zella e alla sua "pace bambina", al "buon Abu Ammar", al "vecchio Fedayin" per trovare dei termini di paragone. Uno legge della guerra fra Israele e il terrorismo palestinese e improvvisamente si commuove per il buon Abu. Se mai dovesse morire, anche di morte naturale, facciamo una previsione: il colpevole è Sharon, sarà stato lui il grande avvelanatore.
la redazione
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