Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Sopravvivere è un diritto ? Non è diritto di difesa, ma isola la popolazione
Testata: Corriere della Sera Data: 02 ottobre 2003 Pagina: 13 Autore: Fabio Cavalera Titolo: «Abu Ala - il Muro»
Sul Corriere della Sera di oggi, Fabio Cavalera firma due articoli che occupano l' intera pag. 13. Sono poche le notazioni negative che possiamo evidenziare, ma ugualmente significative in quanto, nella prosa un po' contorta del giornalista, sono il sintomo di possibili forme di disinformazione. In prima pagina, Cavalera scrive che il governo Sharon ha deciso di "proseguire la costruzione del "muro" fra Israele e la Cisgiordania", opportunamente virgolettando la definizione di muro; ma la fotografia che, cinque centimetri più in alto, illustra l' articolo mostra chiaramente che non di un MURO si tratta, bensì di una rete contenente sofisticate misure di sicurezza, perfettamente smantellabile se dovesse sopravvenire la sperata firma di un trattato di pace che contenga anche la definizione sul terreno dei confini di Israele e del futuro stato palestinese.Dunque, perché il giornalista si ostina a definirlo un muro? Nel secondo articolo il titolo ribadisce il concetto che per Cavalera di muro si tratta.Non solo, ma nel contesto della cronaca egli precisa che esso "isola i coloni e le popolazioni palestinesi IMPEDENDO I COLLEGAMENTI FRA I PAESI E I VILLAGGI ATTRAVERSO LE STRADE PRINCIPALI". Isola i coloni ed i palestinesi da chi, da che cosa? Ma, soprattutto, da questa notazione pare che per Israele sia questo lo scopo principale se non esclusivo del muro. In nessuna parte dell' articolo, infatti, Cavalera scrive con chiarezza che questa rete, non muro, ha lo scopo esclusivo di garantire la vita ai civli israeliani, di permettere ai bambini di andare a scuola, alle massaie di fare la spesa, ai giovani di andare a bere una cocacola al bar senza dover rischiare la pelle. E' vero, peraltro, che il muro ha l' effetto secondario e non scelto di proposito di causare qualche difficoltà di collegamento, ma localizzata e non generalizzata, e soprattutto modificabile. I campi sportivi dell' Università di Al Quds a Gerusalemme, ad esempio, rischiavano di restare separati dalla sede dell' ateneo, ed il percorso della rete è stato opportunamente modificato.
Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare la propria opinione alla redazione del Corriere della Sera. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.