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Famiglia Cristiana Rassegna Stampa
29.09.2003 Iraq in salsa palestinese
Igor Man ne ha la cucina piena e la usa ovunque gli capita

Testata: Famiglia Cristiana
Data: 29 settembre 2003
Pagina: 5
Autore: Igor Man
Titolo: «Almeno una piccola pace per il Medio Oriente»
L’orientamento antiamericano, antisraeliano e sempre più filopalestinese del settimanale cattolico è da qualche tempo corroborato e reso ancor più manifesto dagli articoli di Igor Man il quale, ormai ospite fisso di Famiglia Cristiana, non ha mai nascosto una acritica simpatia per il popolo palestinese e per il suo "dimezzato" leader, Yasser Arafat.

Commentiamo i punti salienti dell’articolo.


…Il tempo è un implacabile giustiziere: appena quattro mesi fa, in tuta da pilota, il presidente Bush annunciava, con legittimo orgoglio, che la guerra era finita. Nel più ovvio dei modi: con la vittoria delle forze del bene su quelle del male. La schiacciante superiorità angloamericana, una spregiudicata condotta di guerra,


non è stata affatto spregiudicata in quanto per risparmiare vittime fra i civili gli stessi americani si sono esposti a perdite umane che, utilizzando "indiscriminatamente" tutta la potenza a loro disposizione, avrebbero potuto evitare


un mix felice degli storici exploit del generale Patton e di Rommel, e cioè avanzare facendo tabula rasa dell’avversario…
Codesta nuova guerra, dai vincenti moduli antichi sapientemente aggiornati, incoronava di nuova gloria l’Iper-potenza. Che, generosamente, per bocca del suo presidente annunciava l’aprirsi di una nuova era in Medio Oriente: quella della democratizzazione.
Quattro mesi dopo gli angloamericani non sono più liberatori bensì invasori, non solo: i soldati vincitori non nascondono la loro stanchezza fisica, le regole d’ingaggio sono saltate per aria, il cosiddetto quadro politico iracheno vede una sorta di Governo fantoccio che non riesce a intendersi con il suo regista: il team alleato preposto alla instaurazione della famosa democrazia con la quale contagiare il più ambiguo ed esplosivo dei mondi, quello mediorientale.


L’antiamericanismo, la sottile e pungente ironia contenute in queste affermazioni non possono sfuggire al lettore attento e buon conoscitore della politica internazionale.

La guerra che gli americani hanno intrapreso, dura, lunga e difficile è una guerra al terrorismo che ha avuto nell’11 settembre la sua espressione più manifesta e devastante.

Ma è una guerra imposta e subita non scelta.

Ecco come la giornalista Fiamma Nirenstein in un articolo apparso su La Stampa del 30 agosto 2003 (che consigliamo ad Igor Man di leggere) esprime efficacemente questo concetto.

"Le difficoltà che gli americani incontrano in Iraq, e che l’Islam stesso incontra, sono perfettamente attinenti alla guerra contro il terrore e alle sue difficoltà intrinseche: in un mondo frammentato e misero, corrotto, arrabbiato, impaurito da decenni di dittatura spaventosa, facile crocevia geografico del terrorismo, in cui il nemico americano è esposto e le fazioni si fronteggiano, quale meraviglia che si susseguano attentati? Sarebbe ben stupefacente che le cose fossero andate lisce. L’eredità di Saddam, le varie componenti religiose, gli scorrazzamenti delle organizzazioni fanno il lavoro e gli americani subiscono, non creano, questa guerra.

Ciò che creano è invece la possibilità che l’Iraq si evolva in una democrazia, sia pure fra lacrime e sangue.

La guerra non causa il terrorismo, lo combatte".


Non s’è capito, o non si vuole capire, che il detonatore, il piromane dell’attuale esplosione-incendio non era (è) Saddam il tiranno sul cui destino non si accettano scommesse, bensì quel male vecchio e profondo chiamato Palestina.
La tragedia è che con la destra al potere in Israele il sionismo rischia di snaturarsi, ostinandosi a non voler tener conto della realtà palestinese.


Come sarebbe semplice il mondo per Igor Man!!
Basterebbe mettere al governo la sinistra e voilà… tutto risolto: il popolo palestinese avrebbe uno stato, le esigenze dei palestinesi sarebbero soddisfatte ecc. ecc. ma del terrorismo cosa ne dice il signor Igor Man?
Quando al governo c’era la "sinistra" il terrorismo non si era fermato anzi…basti ricordare l’escalation di attentati kamikaze del 1996 che portarono infine al governo il leader del Likud Benjamin Netanyahu.

Perché in tutto l’articolo non c’è il minimo cenno a questa terribile realtà che gli americani insieme agli israeliani si trovano a fronteggiare, i secondi quasi quotidianamente nel loro stesso paese?


E’ facile ironizzare sul dimezzato Arafat,


chi legge i giornali e guarda la televisione farebbe fatica a vedere nell’Arafat di questi ultimi giorni (dopo che ha silurato il moderato Abu Mazen) un uomo "dimezzato", semmai la televisione ci rimanda l’immagine di un Raiss di ottimo umore che lancia baci ad una folla festante che lo applaude.

In realtà non ha mai dimesso i panni del capo terrorista, maestro dell’ambiguità e della corruzione, che è riuscito a scalzare dal governo un premier amico degli israeliani e degli americani, che ha sotto di sé il controllo di tutte le forze di sicurezza, dei gangli del potere politico ed economico e che non ha nessuna intenzione di fermare il terrorismo.


ma il suo tentativo di coinvolgere nella nuova partita Hamas, a ben vedere è la ricerca di un compromesso politico


Hamas, un’organizzazione terroristica che rifiuta qualsiasi soluzione negoziata della pace e lo esplicita in un documento programmatico pubblicato nell’agosto del 1988 (art. 13) è davvero un ottimo partner per un "compromesso politico"


che, grazie a una lunga tregua, consenta alla Road Map, irrobustita dalla ripresa economica, di trasformarsi in una piccola pace. Dalla quale forse un giorno verrà la pace giusta.
Lo scoglio per la pace sta nella guerra terrorista, che non conosce oggetti parziali, compromessi, trattati.
La guerra d’oggi è una guerra sconosciuta, che l’America e Israele subiscono, ma affrontano senza fuggire.
Dovrebbero forse farlo?
(Fiamma Nirenstein)

Rivolgiamo la medesima domanda ad Igor Man ed ai lettori di Informazione Corretta. Con l'invito ad inviare molte e-mail al settimanale cattolicoper confutare le tesi di Igor Man.






Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare la propria opinione alla redazione di Famiglia Cristiana. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.



















direzionefc@stpauls.it

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