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Avvenire Rassegna Stampa
23.06.2002 Una intervista importante
Plauso all'Avvenire

Testata: Avvenire
Data: 23 giugno 2002
Pagina: 1
Autore:
Titolo: «»
Un plauso ad Avvenire (domenica 23 giugno 2002) per la coraggiosa pubblicazione di questa intervista.
Intervista choc
"Ho spinto mio figlio a morire per Allah"

Il giornale arabo al-Sharq al-Awsat di Londra ha pubblicato un'intervista choc a Umm Nidal, la madre di un "martire" dell'Intifada. Durante la prima Intifada la donna aveva nascosto in casa propria Imad 'Aql, un comandante militare di Hamas. Ecco i passaggi più "forti" e significativi.

Come è nata in suo figlio l'idea del martirio?
Il jihad è un comandamento imposto sopra di noi che dobbiamo infondere nell'animo dei nostri figli.
Lei ha dunque avuto un ruolo nel far crescere suo figlio con questa spiritualità?
Allah sia lodato, sono musulmana e credo nel jihad, uno degli elementi della nostra fede. Ciò mi ha incoraggiato a sacrificare Muhammad nel jihad per amore di Allah. Mio figlio non è morto, sta vivendo una vita più felice della mia. Io sono una madre compassionevole e poiché amo mio figlio l'ho incoraggiato a morire come martire per amore di Allah.
Imad 'Aql, un capo militare di Hamas, ha vissuto con voi ed è stato ucciso nella vostra casa. La sua personalità ha influenzato Muhammad?
Muhammad aveva sette anni quando il martire Imad 'Aql visse nella nostra casa. Muhammad si unì alle Brigate al-Qassam a soli sette anni e, a dispetto della sua età, divenne segretario di Imad 'Aql, il comandante di al-Qassam nella striscia di Gaza. Muhammad era il pupillo di Imad. Imad visse 14 mesi nella nostra casa da cui pianificava le operazioni. Così si è sviluppato nell'animo di Muhammad l'amore per il martirio. Io, come madre, naturalmente ho incoraggiato l'amore per il jihad nell'animo di Muhammad e di tutti i miei figli che appartengono tutti alla Brigata al-Qassam. Il mio figlio maggiore, Nidal (31 anni), ora è ricercato da Israele. Il mio secondo figlio stava preparando un'operazione di martirio, ma è stato scoperto, arrestato, e condannato a 11 anni di prigione. Ho un altro figlio, Mu'min Farhat, che fa parte della scorta dello sceicco Ahmed Yassin.
Come vi ha salutato Muhammad prima di compiere l'operazione?
Il giorno stesso venne da me e mi disse: "Sono pronto per la mia operazione". Mi chiese di farmi fotografare con lui mentre brandiva la sua arma. Si era preparato con calma e fiducia. Ho pregato dal profondo del mio cuore che Allah procurasse successo all'operazione, che mi desse 10 israeliani per Muhammad. Allah ha fatto in modo che il suo sogno divenisse realtà uccidendo dieci coloni e soldati israeliani.





Invitiamo i nostri lettori ad esprimere il loro plauso ad Avvenire per questo articolo.

lettere@avvenire.it

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