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Europa Rassegna Stampa
18.09.2003 Arafat martire?
un peana in suo onore sull'ex quotidiano democristiano

Testata: Europa
Data: 18 settembre 2003
Pagina: 3
Autore: Filippo Cicognani
Titolo: «L'icona di Arafat»
Arafat, ovvero una stella che torna a brillare: Filippo Cicognani, nel suo articolo pubblicato su Europa di oggi, giovedì 18 settembre, lo vede così, e lo dipinge come un martire. Ma non è morto, nè tantomeno una stella: un ostacolo alla pace, alla Road Map, un sostenitore del terrorismo (ma non solo), uno che fa di tutto per togliere Israele dalla faccia della terra. La realtà è questa, ma giornalisti come Cicognani contribuiscono a fare di Arafat un personaggio, una stella, un martire.
La stella di Arafat martire nel mirino degli israeliani, destinato all'esilio coatto o addirittura vittima di un assassinio pianificato a tavolino, è tornata a brillare e non solo tra la sua gente. Lui stesso ha colto l'occasione al volo, rispolverando e lucidando la propria icona con l'enfasi di un tempo, linfa della sua popolarità.
Sole cinque righe, quasi uno spartito musicale, per dipingere un Arafat buono al confronto dei cattivi israeliani. E fra questi, anche il premier israeliano:
Sharon è invece prigioniero dei propri errori: da una parte ha riportato incautamente il rivale sotto i riflettori, dall'altra lo ignora, considerandolo in pratica un morto vivente.
E' proprio così. Arafat rappresenta per Israele ma anche per i palestinesi stessi un pericolo per la pace e la convivenza fra i due popoli. Purtroppo ha ancora tutto il potere nelle sue mani.
L'offerta di una "tregua generale a tempo indeterminato per consentire alle parti di avviare una trattativa", proposta da Jibril Rajub, consigliere del rais per la sicurezza nazionale, è stata respinta dal premier israeliano con un'alzata di spalle: "Uno dei soliti trucchi di Arafat per prendere tempo", ed è finita lì.
Confermiamo: uno dei soliti trucchi di Arafat che ormai tutti conoscono ma che molti fanno finta di non riconoscere. Così è stata la precedente hudna.
L'odio antico impedisce a entrambi di abbassare il livello dell'orgoglio: infatti nella logica della mancanza di fiducia, quando ancora non si è spenta l'eco delle bombe che hanno dilaniato civili innocenti, per Sharon era difficile accettare una proposta che prevedeva anche per i suoi di fermare attacchi e omicidi mirati. La risposta agli ultimi due attentati di Tel Aviv e Gerusalemme è pronta, anche se non ancora eseguita. Accettare la hudna palestinese sarebbe stato un atto di coraggio: probabilmente avrebbe messo in difficoltà l'avversario, che ha fatto l'ennesimo tentativo di presentarsi col ramoscello d'ulivo in mano.
Abbiamo letto bene: orgoglio? Non scendere ai patti di Arafat solo per orgoglio? Non accettare di continuare a far rischiare di morire gli israeliani negli attentati solo per orgoglio? Ma Cicognani si rende conto di ciò che scrive?
Arafat col ramoscello d'ulivo in mano: farebbe ridere se fosse una vignetta umoristica, ma l'ha scritta Cicognani, e qui non ce ne sarebbe molto da ridere. Ma è così difficile, così complicato capire che Sharon non accetta l'ennesima proposta di tregua peraltro unilaterale visti le ultime tragiche perdite dei civili israeliani? Che Arafat sia una sorta di "eroe" per Cicognani & Co., non ci interessa, ma ritenere che Sharon abbia rifiutato la nuova hudna solo per poter continuare con gli "omicidi mirati"... Sappiamo che la sua non è solo una battuta di pessimo gusto.

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