Parlare dei morti? No, troppo scomodo e pietoso così la pensa L'Osservatore Romano
Testata:L'Osservatire Romano Autore: un giornalista Titolo: «Due nuovi stragi terrorizzano Israele»
Un giornalista scrive: Immediata la risposta dell'esercito di Tel Aviv che bombarda a Gaza l'abitazione di un leader islamico colpendone il figlio e due guardie del corpo. Si parte subito male. Prima di tutto vogliano i signori vaticanisti spiegarci bene come è maturata nella loro testa l’idea di chiamare l’esercito d’Israele, "di Tel Aviv", essendo semmai Gerusalemme la capitale. Mistero della fede... Passiamo oltre. La temuta vendetta di Hamas si è consumata ieri con due sanguinosi attentati suicidi, il primo in una base militare vicino Tel Aviv e il secondo a Gerusalemme. Due kamikaze si sono fatti saltare in aria uccidendo almeno quindici israeliani e ferendone diverse decine, alcuni dei quali versano in gravi condizioni. L'ultimo attacco si è registrato in serata in un caffè nella cosiddetta "colonia tedesca" a Gerusalemme, ma già all'alba la giornata si era aperta con una battaglia a Hebron, in Cisgiordania, tra miliziani di Hamas e soldati israeliani, conclusasi con un bilancio di tre palestinesi uccisi, compreso un ragazzino. Poi questo... Le forze dell'ordine sono impegnate a perlustrare arterie e le vie di accesso delle maggiori città, mentre agenti e volontari presidiano gli ingressi delle scuole e dei centri commerciali. Ieri prima degli attentati, l'esercito israeliano aveva condotto un raid ad Hebron alla ricerca di militanti di Hamas uccidendo tre palestinesi, tra i quali un tredicenne. I soldati sono entrati durante la notte e con i megafoni hanno svegliato gli abitanti del quartiere di Wad Abu Ktila. Dopo avere circondato un palazzo di sei piani, hanno ordinato agli abitanti di uscire. "Hanno mandato quattro palestinesi dentro il palazzo per cercare se c'era ancora qualcuno, ma questi sono tornati poco dopo da soli", ha raccontato un testimone oculare. Quattro uomini si nascondevano nell'edificio secondo l'esercito israeliano, che ha cannoneggiato lo stabile distruggendo la facciata principale. Durante le esplosioni, è morto Tamer Syuri, un ragazzino di 13 anni che era salito sul tetto di casa sua, come tutto il vicinato, per assistere alla scena. Poi i mezzi blindati si sono spostati per lasciare che i soldati piazzassero le cariche esplosive intorno al palazzo per demolirlo. Quanta differenza tra la descrizione dell’attentato suicida contro il caffè e questa epopea condominiale. La prima scarna e risicata all’essenziale, nemmeno un giornale fosse un lancio di una questura. O forse sì, l’OR è fatto da questurini della disinformazione. Nessuno vuole infierire sulla morte sempre tragica di un ragazzino, ma qui la narrazione si fa commedia ed è prolissa ed enfatica fino ad un punto inammissibile: Israele perde i suoi concittadini in un modo ignominioso, l’Occidente dovrebbe sentirsi ferito nella sua natura più vulnerabile, ma l’Osservatore Romano preferisce anziché soffermarsi sull’immagine dell’esercito che circonda un palazzo, lo cannoneggia in modo barbaro (israeliani senza cuore, capeggiati da quel bulldozer di Sharon), addirittura svegliano i poveri condomini con il megafono e li fanno uscire. Potrà mai avere un limite la miopia e la faziosità demenziale di chi narra una storia completamente diversa dalla realtà, avulsa da quello che accade realmente, e cioè che due kamikaze assassini si vanno a far saltare in aria con l’intenzione di far più morti possibile? Magari potevano ricordare che una giovane ragazza è morta col padre il giorno prima di sposarsi e che lui era uno dei medici più attivi del pronto soccorso.
Poi i risvolti politici dei due attentati. Dice l’OR: L'Amministrazione statunitense ha stigmatizzato "nei termini più fermi possibili" l'attentato suicida alla base militare alla periferia di Tel Aviv. L'attacco "sottolinea l'urgenza con cui l'Autorità Palestinese deve prendere misure per smantellare e annullare la capacità dei terroristi di fare strage di innocenti e di impedire che il processo di pace vada avanti". Alt. Bush ha detto "atti vili", non facciamo passare le sue parole per quelle dell’ANP che condanna gli attentati scrollandosi di dosso ogni responsabilità. Si sono dimenticati a San Pietro di riportare l’aggettivo "vile"? Invitiamo i nostri lettori a scrivere il loro parere alla redazione de L'Osservatore Romano. Cliccando sul link sottostante si aprirà un'e-mail già pronta per essere compilata e spedita.