Due gravi attentati in Israele ma il giornale della Santa Sede si interessa ad altro
Testata: L'Osservatore Romano Data: 10 settembre 2003 Pagina: 1 Autore: un giornalista Titolo: «Abu Ala propone una tregua nei Territori»
L'intesa voluta da Abu Ala dovrebbe ristabilire la calma dopo il fallimento della precedente tregua seguito all'attentato suicida su un autobus a Gerusalemme che il 19 agosto scorso provocò ventidue morti. Questo è ciò che scrive oggi l’Osservatore Romano. Sappiamo bene che certe redazioni chiudono presto e che non mandano in edicola notizie che valga la pena di leggere, meglio una radio, o il Televideo (che dio ci salvi). Ma dopo i due attentati di ieri a Tel Aviv e Gerusalemme, troviamo quantomeno curioso che il giornale della Santa Sede dia così tanto spazio e accolga con così grande interesse le parole di Abu Ala, sconfessate dai suoi affiliati gruppi terroristici. Il resto è storia nota e già sentita: Sul terreno, intanto, la situazione rimane particolarmente tesa. L'esercito israeliano è penetrato stamani nella parte di Hebron sotto controllo palestinese per procedere ad una serie di arresti. Al termine di una intensa sparatoria i militari hanno circondato un edificio di otto piani all'interno del quale avrebbero trovato riparo numerosi attivisti del movimento islamico Hamas. Durante l'assedio, cominciato all'alba, si sono registrati scambi di artiglieria ai quali hanno preso parte anche carri armati israeliani dislocati nelle vicinanze. Secondo il sito internet del quotidiano Yediot Ahronot, un ragazzo di tredici anni, Saer Sayuri, è morto dopo essere stato colpito alla testa da un obice israeliano. La fonte aggiunge che una bambina di dieci anni e un adulto sono stati feriti. La radio militare israeliana, da parte sua, ha parlato in tarda mattinata di due palestinesi armati uccisi nelle sparatorie ad Hebron, che sono ancora in corso, ma ha aggiunto che nell'edificio teatro dello scontro non ci sarebbero stati civili e che l'esercito ha minacciato di far esplodere l'edificio in questione se i militanti che si trovano all'interno non si arrenderanno. Vediamo. Un ragazzo ucciso da un obice (quanto amore per quest’immagine artiglieristica di Israele). Il tizio che si è fatto saltare in aria contro i militari israeliani è un ragazzo di diciannove anni di Rantis, aveva dai 2 ai 3 kg di esplosivo addosso. Visto che l’Osservatore Romano chiude presto e si libera come la forfora sulle spalle di questa sanguinosa storia, informiamo noi i lettori chi sono i soldati uccisi: Haim Alfasi, 40 anni di Haifa, Yonatan Peleg, 21 anni di Moshav Yanuv, Mazi Grego, 19 anni di Holon, Yaakov Ben Shabbat, 39 anni di Pardes Hannah, Yael Kfir, 21 anni di Ashkelon, Felix Nikolaichkov, 20 anni di Bat Yam, David Appelbaum e sua figlia Nava. Informiamo anche i singori redattori che compongono l’OR che se proprio dovevano chiudere presto il numero, potevano almeno riportare le dichiarazioni di Hamas su Abu Ala: ''Siamo pronti a dialogare con Abu Ala, Hamas ha sempre creduto nell'unita' nazionale palestinese e quindi continuera' su questa strada''. ''Chiedo che gli israeliani trattino i palestinesi su un piano di parita' e che pongano fine alle loro operazioni militari nei Territori...Sono necessari inoltre un impulso internazionale volto a ricreare la giusta atmosfera per rilanciare la Road map e un diverso trattamento del presidente Yasser Arafat'', ha detto Abu Ala. Gradito ad Hamas dunque perché invece di fare come Abu Mqazen che aveva posto la fine dell’intifada come capisaldo della propria leadership, Abu Ala pone in cima alla lista della spesa la fine delle operazioni israeliane e un diverso atteggiamento verso Arafat. Questo non so se l’OR lo capirà, ma è un po’ come dire ai sequestratori che pongono delle condizioni, "liberatelo senza condizioni", perché di Arafat né Israele né gli Stati Uniti vogliono saperne più niente. Una preghiera dunque, parola mai tanto appropriata: coraggio amici dell’Osservatore Romano, potete farcela, anche l’Unità con la solita cloaca ideologica di De Giovannangeli ha infilato la notizia ahiloro in decima pagina, ovvio, più importante Mediaset, Prodi e Wall Street nemico di Bush. Almeno la notizia. Invitiamo i nostri lettori a scrivere il loro parere alla redazione de L'Osservatore Romano. Cliccando sul link sottostante si aprirà un'e-mail già pronta per essere compilata e spedita.