Ecco una buona notizia. A Milano è stata smantellata una cellula di Al Quaeda. Auguriamoci che sia solo l'inizio di un profondo, diverso atteggiamento nei confronti del terrorismo mussulmano. Intanto registriamo l'avvenuto arresto di l'avvenuto arresto di Yasine Chekkouri, ricercato invano da Scotland Yard, fra i numeri uno della moschea di viale Jenner, l'ospitale e riservata dimora dalla quale si diramava nel mondo intero la trama di appoggio a Bin Laden.
Chekkouri era stato inserito nella lista nera compilata da Bush per via di una fotografia fornita dall'Fbi che lo ritraeva accanto al miliardario saudita. Una prova ritenuta sufficiente. Strano paese l'Italia. Se in America basta una foto accanto a Osama Bin Laden per essere indagati e ricercati e arrestati, qui da noi, se fosse dipeso da noi, il signor Chekkouri sarebbe ancora a viale Jenner a falsificare passaporti, inviare kamikaze in Afghanistan, arruolare fanatici pronti a far saltare in aria obiettivi ebraico-cristiani. Se adesso è sotto tutela dobbiamo ringraziare Bush e la sua lista.
Una lista che fra i tanti nomi contiene anche quello del miliardario svizzero-egizio-italo-libanese Youssef Mustafà Nada, titolare di banche e società, tutte dedite, pare, al finanziamento di al-Qaeda. La magistratura svizzera ha messo sotto sequestro le innumerevoli attività del Nada e sta indagando per scoprire come avveniva il passaggio del denaro verso le casse di Osama. Panorama ha pubblicato una interessante intervista al Nada. Le sue risposte possono essere lette con molto interesse da qualche magistrato inquirente. A saperle analizzare ne verrebbero fuori piste molto interessanti.
Inquisito di primo piano, Mustafà Nada. E se qualcuno venisse fotografato accanto a lui, magari sottobraccio e con atteggiamento decisamente confidenziale, cosa sarebbe autorizzato a pensare il nostro magistrato? .Guarda caso questo qualcuno esiste, è stato fotografato con Nada e la fotografia è stata pubblicata il 9 novembre sul Resto del Carlino.
Il suo nome è Igor Man, e non ci risulta che la cosa abbia destato un grande interesse, a giudicare dal fatto che nessun giornale ha ripreso lo scoop del quotidiano bolognese. Dopo quasi un mese ci sembra più che lecito chiedere il perché del diverso trattamento. D'accordo, Nada non è Bin Laden, quindi nemmeno Igor Man è Yassine Chekkouri. Ma l'affabilità con la quale il nostro si intrattiene con Nada lo include di fatto nell'elenco delle persone a conoscenza dei fatti.
E arcinota la funzione che Igor Man ricopre da un buon trentennio nella presentazione al lettore italiano delle vicende mediorientali. La parte palestinese-araba è sempre giustificata a scapito delle ragioni occidentali-israeliane. I fatti legati al terrorismo, pur essendo condannati; vengono sempre presentati in modo dare la sensazione che in fondo Israele se l'è cercata.
Esattamente come è successo con l'America dell'11 settembre. Un esempio? Sulla Stampa del 30 ottobre Igor Man scrive che "Quella della Palestina è davvero una tragedia: si scontrano in Terra Santa due diritti sacrosanti: quello di Israele di vivere in pace entro confini sicuri e riconosciuti, e quello del popolo palestinese di riavere la patria confiscata nel 1948 causa l'improvvida superficialità delle ex potenze coloniali e l'insipienza dei regimi arabi stravolti dalla forza invasiva del sionismo".
Attenzione, ad una lettura superficiale Man potrebbe addirittura sembrare equidistante. Ma sottoposto a una lettura più attenta, ne verrà fuori quella che è stata in tutti questi anni la sottile politica di portare il lettore, con intelligenza ed accortezza, a sposare alla fine le tesi del mondo arabo contro quelle' israeliane,' ovvero occidentali. Al "popolo palestinese è stata confiscata la terra nel 1948", mentre la verità è che il. mondo arabo ha respinto la divisione della Palestina in due Stati, uno palestinese e uno ebraico.
L'ONU, che lo ha deciso nel l947, viene qui mischiato con non meglio identificate "potenze ex coloniali", ma, si sa, una botta al colonialismo rende sempre. E i regimi arabi, responsabili della guerra dichiarata contro Israele nel 1948, vengono presentati come "stravolti dalla forza invasiva del sionismo", ribaltando su Israele la responsabilità di una guerra che è, come tutte quelle successive, da attribuirsi totalmente agli Stati arabi.
Abile Igor Man, l'intoccabile guru. Mai una lettera di critica nei suoi confronti è stata pubblicata dalla Stampa. Che invece lo celebra a ogni occasione. Una fonte bene informata attribuisce la sua "intoccabilità" direttamente all'Avvocato i cui interessi nel mondo arabo sono molteplici e bisognosi di buone intermediazioni. E secondo le buone tradizioni della famiglia Agnelli, nulla è meglio di un buon "ambasciatore" per essere accreditati nel modo giusto. Sul tavolo di Bush la foto di Man abbracciato con Nada può darsi che non arrivi mai. Ma su qualche altro tavolo forse sì. Staremo a vedere.
"La Stampa" del 9/12/2001 pubblica:
Sotto il titolo "Man Scrive a Feltri: Libero mi diffama" La Stampa informa i suoi lettori che Igor Man si è sentito diffamato da un articolo scritto da Angelo Pezzana uscito su Libero il 4 dicembre, accompagnato dalla foto che ritrae Man con il finanziatore di Bin Laden (vedi anche la nostra pagina di informazionecorretta.com) Peccato che La Stampa non informi i propri lettori di cosa c'era scritto nell'articolo di Pezzana, in modo da permettere di giudicare le due opinioni in questione. Riproduciamo qui l'articolo di Libero su Igor Man e il pezzo di cronaca della Stampa. Invitiamo i nostri lettori a comunicare la loro opinione alla Stampa, invitandola a pubblicare l'opinione di Pezzana. lettere@lastampa.it
LIBERO pubblica la risposta di Igor Man
Igor Man editorialista de "La Stampa, ha scritto al direttore di "Libero" Vittorio Feltri, per reagire ad un attacco nei suoi confronti. Ne ha dato notizia ieri anche l'agenzia Ansa. Nella lettera, Man sostiene che "c'è un chiaro intento diffamatorio nella foto pubblicata nei giorni scorsi da "Libero" in cui figura sottobraccio con Nada, indicato nell'occhiello come finanziatore di Bin Laden.
"La foto - continua Man - è stata proditoriamente ricavata da una fotografia di gruppo. Una delle tante scattate da diversi fotografi d'agenzia nella hall del Grand Hotel ,di Rimini in una pausa dei lavori dell'annuale congresso Internazionale organizzato da centro Culturale Pio Manzù.
La manipolata fotografia pubblicata con evidente malanimo da modo al suo collaboratore Pezzana di rovesciare addosso al sottoscritto con incredibile livore, tutta una serie di insinuazioni, mezze frasi, ammiccamenti di estrema gravità sotto il profilo etico e giuridico. Secondo Man l'offensività della pubblicazione è talmente palese da rendere superfluo qualsivoglia commento così come non meritano risposta le volgarità di cui l'articolo di Pezzana è condito.
Spiega Man che la foto è stata scattata in un momento in cui "Nada non era mai stato citato dai mass media quale indagato per atti di terrorismo e anzi, a quanto apprendo era membro nel 2000 della Commissione di programma Pio Manzù". Man invita quindi Feltri a pubblicare la sua lettera riservandosi eventuali azioni legali".
LIBERO pubblica la risposta di Angelo Pezzana a Igor Man Caro direttore, ci sono delle smentite che chiariscono e altre che confermano. Quella di Igor Man appartiene a queste ultime. Vediamo le sue obiezioni.
1) La foto che lo ritrae con Mustafà Nada, nell'elenco dei finanziatori di Bin Laden stilato dal presidente Bush, è "stata proditoriamente ricavata da una foto di gruppo...". Chiunque l'ha vista si rende conto che non è vero. Man e Nada vanno cordialmente a braccetto e non c'è nessun gruppo dal quale "proditoriamente" sia stata ricavata.
2) La fotografia non, è quindi stata "manipolata", come scrive Man, ma semplicemente pubblicata. C'è una bella differenza. Di più, era già apparsa, creando grosso scompiglio alla Stampa, sul Resto del Carlino del 9 novembre. Senza che Man muovesse un dito.
3) Man e Nada portavano sul bavero un pass, segno che erano a un convegno. Non mi sono mai sognato di scrivere il contrario. Bastava guardare la foto per capirlo. E non mi sembra il caso di citare illustri partecipanti per giustificare quello che non lo è: l'andare a braccetto con uno dei più pericolosi finanziatori del terrorismo internazionale. Che poi Man all'epoca non lo sapesse è un altro conto. Certo non depone bene sulla sua' fama di esperto di cose islamiche.
4) Man trova il mio articolo "pieno di livore, insinuazioni, bassezze, mezze frasi, ammiccamenti, volgarità. Stupisce che un giornalista che pure nella sua vita ha viaggiato molto e di conseguenza si presume abbia anche dimestichezza con gli organi di informazione dì altri paesi - confonda il diritto di critica così come viene applicato nei Paesi democratici, 'con il rispetto dovuto ai potenti che dettano le regole 'del vivere comune in molti Paesi che democratici non sono. Alcuni di questi, Man li conosce sicuramente essendo un grande estimatore di quell'Islam che di quei governi è parte integrante. In Italia, per fortuna, queste regole non valgono ancora. In ogni caso Man si ritenga soddisfatto. Libero ha pubblicato la sua lettera in prima pagina, facendo conoscere ai lettori le sue ragioni. Sorte che non è toccata a me con La Stampa, che ha pubblicato 'le ragioni di Man ma non le mie, rifiutandosi di darmi anche poche righe, persino nella rubrica delle lettere. Mari non si tocca! Resterò comunque un suo fedele lettore, un lettore critico, certo, che non se ne lascerà scappare una, come faccio da molti anni in poca ma buona compagnia.
Vi invitiamo a chiedere a La Stampa il motivo per cui ad Angelo Pezzana non è stato concesso il diritto di replica.