12-2001 Dossier Rai... Con Dossier RAI inizia la sua collaborazione a Informazione Corretta.
Testata: Rai 1 Data: 00 dicembre 2001 Pagina: 0 Autore: Deborah Fait Titolo: «»
Deborah Fait vive in Israele a Rehovot. Prima di fare l'alià è stata in Italia presidente della Federazione delle Associazioni Italia-Israele. Con Dossier RAI inizia la sua collaborazione a Informazione Corretta.
Dossier Rai
Siamo da anni abituati alla faziosita' della RAI nei confronti di Israele ma da quando Arafat ha abbandonato il tavolo delle trattative di Camp David non soddisfatto delle generose offerte di Ehud Barak, la RAI ,servizio pubblico, si e' proprio scatenata. A guerra incominciata , per mesi abbiamo dovuto sentire che la colpa era di Sharon e della sua visita al Monte del Tempio nel giorno del Capodanno ebraico. Non e' stato possibile, nonostante le numerose proteste, convincere i giornalisti RAI che la guerra era stata programmata due mesi prima e che comunque quella visita era stata concordata col capo dei Servizi palestinesi, Jibril Rajoub. Ricordiamo il caso di Riccardo Cristiano che, dopo un pestaggio palestinese che gli aveva quasi fatto perdere un occhio, decide di schierarsi e in loro favore. Linciaggio di Ramallah, due riservisti israeliani catturati, linciati, fatti a pezzi e gettati dalla finestra . Il video viene trasmesso dalla Tv italiana e R.Cristiano si affretta a scrivere "agli amici palestinesi" che MAI lui, loro fedele sostenitore, avrebbe diffuso quel video , "e' stata la concorrenza. non sono stato io" piagniucolava nella lettera pubblicata da un giornale palestinese. Questa bruttissima figura non e' servita da lezione a giornalisti e dirigenti RAI e le "perle" si sprecano. E allora ecco Filippo Landi che , con alle spalle gli autobus della Egged (compagnia israeliana) dice parlare dalla "Palestina", oppure informa che "i coloni" che si spostano nella "PALESTINA DEL NORD", corrono pericolo di morte. Palestina del nord? Dov'e' la Palestina del nord? Bisogna ammettere che la geografia non e' la materia in cui i giornalisti RAI eccellono. Infatti in occasione dell'attentato di Afula Paolo Longo ci informa che Afula si trova in Cisgiordania. Afula e' una citta' della Galilea, in piena Israele. Piccolo errore, come dire che Trieste o Padova si trovano in Slovenia.
Sempre Filippo Landi fa un lacrimevole servizio sui campi profughi palestinesi, va a intervistare la gente e tutti i profughi, come per miracolo, tengono in mano vecchie e arrugginite chiavi. Piangendo assicurano Landi che quelle sono le chiavi delle loro case abbandonate per colpa degli israeliani 55 anni fa e che e' la' che loro sognano di ritornare. Quindi falsificazione della storia e tentativo di fuorviare il giudizio dei telespettatori commossi da tanto dolore e arrabbiati contro i cattivi israeliani. Chi non conosce la verita' resta colla convinzione della crudelta' israeliana. Assistiamo anche alle interviste in studio ed ecco che Luca Giurato smentisce in diretta l'Ambasciatore Minerbi il quale asseriva che i palestinesi vogliono uno stato e contemporaneamente vogliono mandare in Israele milioni di profughi e, sempre Giurato, si scandalizza che Israele non accetti di accogliere tre o quattro milioni di palestinesi. Le Perle continuano : Marc Innaro insinua che Israele vuole costruire il terzo Tempio di Gerusalemme perche' un gruppetto di venti persone aveva messo in una piazzetta di Gerusalemme una simbolica pietra. E che dire del servizio di Unomattina sulle carte geografiche palestinesi che danno a Israele il nome di Palestina? Paolo Longo dice che nemmeno Israele riporta la cartina della Palestina sulle sue carte geografiche senza rendersi conto che su nessuna carta geografica del mondo esiste una nazione chiamata Palestina semplicemente perche' non esiste ancora uno stato con questo nome.
In concomitanza con la visita di Arafat a Roma arriva la notizia , diffusa da Zahal,dell' assassinio d ei tre soldati israeliani rapiti al nord di Israele con la complicita' delle truppe dell'ONU. Che fa la RAI? Per non infastidire Arafat non ne da la notizia e esagera addirittura mandando in onda una commovente intervista in diretta con il raiss. Commovente davvero: Arafat che balbetta "Terrasanta, we are in Terrasanta , pace in Terrasanta" E Paola Saluzzi e Luca Giurato si asciugano la lacrima. Che dire del titolo di "ambasciatore" che molti in RAI danno rispettosamente al rappresentante dell'OLP a Roma? Ambasciatore Nemer Hammad :che carriera.
E poi abbiamo i soliti luoghi comuni : chiamare "coloni" gli israeliani che vivono in Giudea, parlare di governo di Tel Aviv o Paolo Longo che continua a definire i terroristi "militanti" o "associati di ..." Arriviamo infine al tanto pubblicizzato discorso di Arafat tenuto domenica 16.12 e presentato come una specie di verbo divino. Tutti commossi meno gli israeliani stanchi di sentire vuoti discorsi e tanta retorica senza nulla di concreto. Martedi' 18/12/2001 lo stesso Arafat tiene un altro discorso, molto diverso dal primo, a Ramallah dove incita i suoi a riprendere gli attacchi suicidi contro Israele- per liberare i "luoghi sacri" a Gerusalemme. La radio israeliana trasmette alle ore 16 30 italiane una parte del discorso- in cui Arafat auspica -"anche la morte di 70 suicidi- shahid- per procurare almeno un morto israeliano- e la massa araba risponde-" siamo in tanti martiri sulla strada per Gerusalemme" Questo discorso viene riportato anche da DEBKA, dal Jerusalem Post, dalla Televisione israeliana ma nessun media italiano ne da la notizia. Niente. Le agenzie non diffondono la notizia, La RAI la ignora , Paolo Longo e' distratto e tutto passa sotto silenzio. La RAI , servizio pubblico, dunque spesso e volentieri dimentica, omette, cambia , falsifica le notizie, trasmette programmmi assolutamente faziosi e antisemiti come quelli di Santoro. Ideologia? Paura? Pigrizia mentale? Ordini superiori? Forse tutte queste cose insieme.
Esiste solo un programma di RAI UNO che dedica alcuni minuti ogni sera all'informazione da Israele con collegamenti con Fiamma Nirenstein. Collegamenti correttissimi e obiettivi e devo darne atto a Michele Cucuzza, il conduttore. Ma la "vita in diretta" non e' un programma politico e forse Michele Cucuzza e' uno libero di pensare.
Sarebbe comunque giusto far notare ai dirigenti e giornalisti dell'Azienda che il servizio informazione deve essere corretto e onesto per rispetto di chi ascolta e per rispetto della verita' se in quelle sedi la verita' ha un senso.