Supponiamo che Arafat non continui a tirare fuori sempre nuovi pretesti e indica davvero le elezioni. Supponiamo che i palestinesi decidano di averne abbastanza e di non rieleggerlo. Supponiamo che le elezioni si svolgano in modo regolare e che effettivamente Arafat non venga eletto: che cosa succederà? Arafat dispone di un grande numero di uomini armati fino ai denti, direttamente al suo servizio. Questi uomini sono lautamente stipendiati (coi nostri soldi, per inciso). Con la forza delle loro armi terrorizzano la popolazione e taglieggiano imprenditori, negozianti e chiunque altro sia in grado di tirare fuori dei soldi. Se Arafat dovesse ritirarsi a vita privata, se il "padrone" della Palestina fosse qualcun altro, se ne venisse fuori qualcosa che assomigli anche solo vagamente a una democrazia, questi uomini perderanno le loro laute prebende, perderanno tutti gli "extra", perderanno il potere, saranno chiamati a rendere conto delle loro azioni. Saranno disposti a farlo? E saranno disposti a permettere che colui che li ha resi ricchi e potenti sia messo da parte? Temiamo che la risposta sia no.Che cosa accadrà allora? Probabilmente quello che accade in tutte le dittature militari in simili circostanze: rivolta violenta e guerra civile. E già questa sarebbe una tragedia; ma in Medio Oriente ogni evento finisce sempre per colorarsi di una tonalità particolare e temiamo, perciò, che accadrebbe anche dell'altro. Ricordiamo ciò che da sempre avviene da quelle parti: gli arabi mettono i palestinesi nei cambi profughi, e i palestinesi si vendicano ammazzando gli israeliani. I giordani, nel "settembre nero", massacrano migliaia di palestinesi, e i palestinesi si vendicano formando una falange che chiamano Settembre nero e vanno a massacrare gli israeliani. I maroniti ammazzano i palestinesi a Sabra e Chatila, e i palestinesi si vendicano ammazzando gli israeliani. Arafat li riduce alla fame mettendosi in tasca miliardi di dollari destinati a loro, e i palestinesi si vendicano ammazzando gli israeliani. Se dovesse davvero scoppiare una guerra civile fra palestinesi, temiamo dunque che il prezzo più alto, ancora una volta, sarà Israele a pagarlo. Pertanto non ci resta che sperare, forse cinicamente, che Arafat riesca ancora una volta a mettere in atto i suoi noti giochetti di prestigio e a rimandare le elezioni fino a quando non provveda madre natura a liberare la scena.