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Daniel Silva - Il caso Caravaggio - 05/07/2015 -

Il caso Caravaggio
Daniel Silva
Neri Pozza 18,00 euro

Nell'angusta stanza senza finestre in cui è trattenuto, il mercante d'arte Julian Isherwood sa di essere nei guai fino al collo. Se non fosse certo di essere innocente, la versione dei fatti che ha fornito quando i carabinieri di Como lo hanno trovato accanto a un cadavere "letteralmente fatto a pezzi" sembrerebbe ridicola persino a lui. Lo vogliono incastrare, è chiaro. E chi può farlo, se non quell'"odioso, pingue" collega che risponde al nome di Oliver Dimbley? "Discreto come il fischio di un treno a mezzanotte", Dimbley lo aveva avvicinato in un pub di Londra, gli aveva offerto di comprare la sua galleria d'arte di Mason's Yard (come faceva a sapere dei suoi conti in rosso e della sua crescente "passione per l'alcol"?) e lo aveva spedito sul lago di Como, nella lussuosa villa di Jack Bradshaw, collezionista che, guarda caso, Julian ha trovato cadavere, riverso in un lago di sangue.

Per fortuna il generale Cesare Ferrari del Nucleo Artistico di Roma, che ne ha viste troppe per fidarsi di un caso all'apparenza così semplice, ha pensato bene di rivolgersi a Gabriel Allon, ex agente del Mossad e restauratore di fama internazionale di quadri e affreschi. Amico di vecchia data di Isherwood, Allon accorre subito sulle sponde del lago e non impiega molto a scoprire che la vittima era a capo di un'organizzazione che comprava quadri rubati per poi rivenderli a un facoltoso e anonimo "appassionato d'arte". Un vasto traffico illegale di capolavori della pittura...

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Ci scrive l'inventore della carta stampata.. 28/07/2014 -
Il cinema israeliano contemporaneo 04/01/2010 -

Il cinema israeliano contemporaneo
a cura di Maurizio G. De Bonis, Ariel Schweitzer, Giovanni Spagnoletti
Marsilio

Ormai da circa dieci anni, il cinema israeliano è ospite fisso delle maggiori manifestazioni cinematografiche internazionali e riscuote sempre maggiore interesse anche in ambito critico.
Questo studio approfondito su una cinematografia “nuova ed emergente”, è il primo volume pubblicato sull’argomento nel nostro paese e analizza il fenomeno di una cinematografia che, pur avendo a disposizione modeste risorse economiche, è stata in grado in poco tempo di dar vita a un significativo cinema d’autore dalle caratteristiche critico-innovative. Il tutto evidenziando le tematiche che attraversano la società israeliana: dal problema del conflitto con il mondo arabo-palestinese alla condizione della donna, dai rapporti tra religione e laicità dello Stato ai temi della violenza e della guerra. Si tratta, dunque, di un testo importante per gli studiosi ma anche per quel pubblico curioso che non vuol fermarsi alle apparenze e alle notizie superficiali ma che intende invece affrontare tematiche altrimenti sconosciute.

AA.VV. - Pro Armenia. Voci ebraiche sul genocidio armeno - 21/04/2015 -
Viva Israele 10/08/2009 -

Magdi Allam
Viva Israele.
Dall'ideologia della morte alla civiltà della vita: la mia storia
Mondadori

In questo libro autobiografico Magdi Allam, giornalista e saggista che da anni si occupa di eventi politici, economici e culturali dell’area mediorientale, parla alle coscienze di tutti; dietro l'intransigenza con cui si tutela il diritto di Israele all'esistenza e alla pace c'è la fermezza con cui si protegge la nostra società dai pericoli di infiltrazione e legittimazione dell'ideologia della morte. In queste pagine l’autore racconta il suo lento e sofferto percorso esistenziale dall’ideologia della menzogna, della dittatura e della morte alla civiltà della verità, della libertà e della pace fino a maturare il convincimento che, oggi più che mai, la difesa del valore della sacralità della vita coincide con la difesa del diritto di Israele ad esistere.

Perché i tedeschi? Perché gli ebrei? 01/08/2013 -

Goetz Aly
Perché i tedeschi?  Perché gli ebrei?
Einaudi

Da quasi settant'anni gli storici di tutto il mondo si arrovellano per cercare di capire come sia potuto accadere che un paese civilissimo come la Germania sia sceso a un livello di barbarie tanto abietto da mettere in atto lo sterminio di sei milioni di ebrei. Una risposta convincente arriva dal saggio di Aly che prende in esame la storia tedesca dal 1800 al 1933 e giunge alla conclusione che il motore principale dell'antisemitismo germanico è stato il "Neid", l'invidia. "Nel 1900 i ragazzi ebrei berlinesi con la maturità in tasca erano dieci volte più numerosi di quelli di religione cristiana", dice l'autore, e i tedeschi soffrivano di un "complesso di inferiorità", di un'invidia provocata dalla "sensazione di debolezza", e per questo si avvicinarono all'associazionismo, non solo di tipo privato, ma anche politico, che avrebbe portato al nazionalsocialismo. Un libro per leggere la storia tedesca ed europea senza incorrere nell'errore di credere "che gli antisemiti di ieri siano persone tanto diverse da quelle di oggi".

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www.jerusalemonline.com
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