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George Mosse - Di fronte alla storia (e tutti gli altri suoi libri) - 25/05/2015 -

George Mosse
Di fronte alla storia
Laterza

Storico ebreo contemporaneo nato a Berlino nel 1918 d, George L. Mosse si è occupato prevalentemente di nazismo ma ha approfondito anche altri temi di storia contemporanea, unendo alla prospettiva storica quella sociologica e antropologica. E’ stato professore all’ Università di Madison (Wisconsin) e all'Università ebraica di Gerusalemme. Questo saggio è un racconto affascinante e scorrevole di una vita fuori del comune che attraversò tre continenti ed è anche la storia di molti dei maggiori eventi del secolo scorso. L'autore lo scrisse negli ultimi mesi della sua vita. Vi descrive la sua infanzia nella Berlino di Weimar, il suo esilio a Parigi e in Inghilterra, la vita di collegio e di studio a Cambridge, il secondo esilio negli Stati Uniti, i lunghi soggiorni a Londra e Gerusalemme e affronta questioni di identità personale, come l'essere ebreo e sionista. Un libro importante per conoscere uno spaccato della nostra Storia attraverso le vicende di chi le ha vissute in prima persona.

George Mosse
Intervista sul nazismo
Laterza

Risultati immagini per intervista sul nazismo mosse

Perché nacque il nazismo? Quali furono le sue basi sociali e i suoi alleati? Quali le tecniche per egemonizzare il consenso delle masse? Quali le radici profonde dell'antisemitismo? Rispondendo a queste domande, Mosse formula una nuova interpretazione del nazismo come fenomeno culturale e analizza gli elementi che lo accomunarono o differenziarono dal fascismo di Mussolini. Quello di Mosse è un buon libro per avvicinarsi al "fenomeno nazismo" da un punto di vista propriamente interpretativo con spunti interessanti sull'antisemitismo tedesco e sui regimi fascisti e con una lucida ricostruzione della figura di Hitler per certi versi moderato nel presentarsi all'opinione pubblica.

George Mosse
La nazionalizzazione delle masse. Simbolismo politico e movimenti di massa In Germania (1815-1933)
Il Mulino

Nell'intento di esplorare uno degli aspetti più ambigui e discussi della storia contemporanea, Mosse ricerca le origini remote dei moderni totalitarismi di destra e ne valuta l'impatto sulla politica e l'organizzazione di massa dei regimi fascisti. L'indagine riguarda la Germania, nell'arco di tempo che va dalla nascita del nazionalismo tedesco, dopo la rivoluzione francese, all'avvento al potere di Hitler e mostra come i fenomeni di irreggimentazione così evidenti nel periodo nazista abbiano radici lontane che affondano nel mondo del mito e del simbolo, prima di diventare uno strumento di disumanizzazione efficace come pochi altri.

George Mosse
Le origini culturali del Terzo Reich
Il Saggiatore

Come è possibile che uomini intelligenti e istruiti abbiano potuto aderire alla causa del nazionalsocialismo, accettare come ragionevoli e degni di rispetto i suoi valori? Le origini culturali del Terzo Reich, ormai un classico della riflessione storiografica, è stato il primo saggio a occuparsi del nazismo dal punto di vista culturale, dedicando uno studio approfondito a elementi come il misticismo naturalistico del Volk, il razzismo, la riscoperta degli antichi germani. Mosse ripercorre le tappe attraverso le quali l'ideologia nazionalsocialista, anche tramite l'arte e la letteratura, ha pervaso la società tedesca dell'epoca fino a concretizzarsi in un vasto e terribile movimento di massa.

George Mosse
Il razzismo in Europa. Dalle origini all’Olocausto
Laterza

Individuate le radici del razzismo nell'ambiente culturale illuministico, nel naturalismo scientifico come nel pietismo religioso, Mosse ne segue il diramarsi nei vari movimenti letterari, scientifici, politici nell'Europa dell'Ottocento e del Novecento, fino a ricostruire le tappe e i modi in cui i nazisti arrivarono alle esecuzioni in massa degli ebrei.

George Mosse
Le guerre mondiali. Dalla tragedia al mito dei caduti
Laterza

Per tutti gli europei le guerre del Ventesimo secolo hanno rappresentato un’esperienza che ha lasciato un segno indelebile. Quali sono state le reazioni di questi uomini posti quotidianamente di fronte alla morte di massa? Come è stata elaborata l’insostenibile realtà della guerra? In che termini l’esperienza bellica ha mutato la mentalità comune? Un grande libro di storia, che piuttosto che ricostruire avvenimenti, date e fatti si occupa delle idee, dei miti, delle credenze che spingono gli uomini alle azioni che fanno la storia. Un testo da non perdere per capire le conseguenze sociali e politiche delle guerre mondiali. Di particolare interesse l'analisi della brutalizzazione della politica dopo la prima guerra mondiali che ha portato all'avvento dei fascismi in europa e allo scoppio di una guerra che ha provocato la morte di 50.000.000 di individui. Molto spazio è dedicato ai volontari dell'agosto del 1914, al culto dei caduti, alla nascita dei cimiteri militari, alla creazione del Mito dell'Esperienza della Guerra, alla banalizzazione della guerra. Il capitolo finale esamina le differenze tra l'uscita dalla prima e dalla seconda guerra mondiale e la nascita di un sentimento pacifista e di una visione della guerra come esperienza distruttiva e non gloriosa che pone fine al Mito dell'Esperienza di Guerra

George Mosse
L’uomo e le masse nelle ideologie nazionaliste
Laterza

In quest’opera Mosse si propone di analizzare attraverso differenti saggi, in che modo, movimenti come il nazionalismo, fecero leva sulle masse. Sono molti, infatti, i legami che si estendono fra nazionalismo e popolo; se i partiti politici adoperarono il nazionalismo per acquistare il consenso popolare, le masse accolsero l’invito di questo movimento per cambiare la propria vita. Lo scrittore sviluppa le sue tesi in dodici capitoli, che pur affrontando diversi temi risultano omogenei e ben strutturati. Si incomincia con la descrizione della letteratura che insieme all’arte rappresenta uno dei migliori mezzi comunicativi nel periodo interbellico. Ma i due filoni su cui l’autore si sofferma di più sono quelli del mito e del simbolismo. La nazione si impadroniva dei miti e dei simboli del passato per dissimulare l’effettiva velocità del tempo: con il mito era possibile interpretare una realtà facendola apparire migliore mentre grazie ai simboli si cercava di far presa su tutte le classi. “Il tratto distintivo di George Mosse era la raffinata cultura storiografica e la capacità di non invaghirsi affatto di quel magma torbido e multiforme che fu il lungo fiume della cultura di destra di epoca Guglielmina e weimariana. Mosse non si lasciava infatuare dal cosiddetto slancio 'anti-borghese' di tale cultura. Non smise mai di indagarla, per farne risaltare le implicazioni razzistiche e maschilistiche, sempre risorgenti sotto i più vari travestimenti". (Luciano Canfora)

George Mosse
Il dialogo ebraico – tedesco. Da Goethe a Hitler

In questo saggio profondo e stimolante sullo sviluppo dell'identità ebraico-tedesca nel XIX secolo Mosse illustra come l'adozione da parte degli ebrei tedeschi dei concetti di Illuminismo e di Bildung come «nuova fede» ne abbia determinato l'isolamento mentre il nazionalismo tedesco si allontanava sempre di più dallo spirito dell'Illuminismo con tutte le terribili conseguenze che conosciamo.

George Mosse
Ebrei in Germania fra assimilazione e antisemitismo
Giuntina

In questa sua nuova raccolta di saggi, lo storico tedesco esamina quasi con occhio clinico la complessa psicologia degli ebrei tedeschi, costretti a confrontarsi con i vari problemi derivanti dai loro tentativi di assimilarsi nella società in cui vivevano, una società che per accettarli li voleva «meno ebrei» possibile ma che al tempo stesso contribuiva a perpetuare lo stereotipo ebraico.

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Ci scrive l'inventore della carta stampata.. 28/07/2014 -
Il cinema israeliano contemporaneo 04/01/2010 -

Il cinema israeliano contemporaneo
a cura di Maurizio G. De Bonis, Ariel Schweitzer, Giovanni Spagnoletti
Marsilio

Ormai da circa dieci anni, il cinema israeliano è ospite fisso delle maggiori manifestazioni cinematografiche internazionali e riscuote sempre maggiore interesse anche in ambito critico.
Questo studio approfondito su una cinematografia “nuova ed emergente”, è il primo volume pubblicato sull’argomento nel nostro paese e analizza il fenomeno di una cinematografia che, pur avendo a disposizione modeste risorse economiche, è stata in grado in poco tempo di dar vita a un significativo cinema d’autore dalle caratteristiche critico-innovative. Il tutto evidenziando le tematiche che attraversano la società israeliana: dal problema del conflitto con il mondo arabo-palestinese alla condizione della donna, dai rapporti tra religione e laicità dello Stato ai temi della violenza e della guerra. Si tratta, dunque, di un testo importante per gli studiosi ma anche per quel pubblico curioso che non vuol fermarsi alle apparenze e alle notizie superficiali ma che intende invece affrontare tematiche altrimenti sconosciute.

AA.VV. - Pro Armenia. Voci ebraiche sul genocidio armeno - 21/04/2015 -
Viva Israele 10/08/2009 -

Magdi Allam
Viva Israele.
Dall'ideologia della morte alla civiltà della vita: la mia storia
Mondadori

In questo libro autobiografico Magdi Allam, giornalista e saggista che da anni si occupa di eventi politici, economici e culturali dell’area mediorientale, parla alle coscienze di tutti; dietro l'intransigenza con cui si tutela il diritto di Israele all'esistenza e alla pace c'è la fermezza con cui si protegge la nostra società dai pericoli di infiltrazione e legittimazione dell'ideologia della morte. In queste pagine l’autore racconta il suo lento e sofferto percorso esistenziale dall’ideologia della menzogna, della dittatura e della morte alla civiltà della verità, della libertà e della pace fino a maturare il convincimento che, oggi più che mai, la difesa del valore della sacralità della vita coincide con la difesa del diritto di Israele ad esistere.

Perché i tedeschi? Perché gli ebrei? 01/08/2013 -

Goetz Aly
Perché i tedeschi?  Perché gli ebrei?
Einaudi

Da quasi settant'anni gli storici di tutto il mondo si arrovellano per cercare di capire come sia potuto accadere che un paese civilissimo come la Germania sia sceso a un livello di barbarie tanto abietto da mettere in atto lo sterminio di sei milioni di ebrei. Una risposta convincente arriva dal saggio di Aly che prende in esame la storia tedesca dal 1800 al 1933 e giunge alla conclusione che il motore principale dell'antisemitismo germanico è stato il "Neid", l'invidia. "Nel 1900 i ragazzi ebrei berlinesi con la maturità in tasca erano dieci volte più numerosi di quelli di religione cristiana", dice l'autore, e i tedeschi soffrivano di un "complesso di inferiorità", di un'invidia provocata dalla "sensazione di debolezza", e per questo si avvicinarono all'associazionismo, non solo di tipo privato, ma anche politico, che avrebbe portato al nazionalsocialismo. Un libro per leggere la storia tedesca ed europea senza incorrere nell'errore di credere "che gli antisemiti di ieri siano persone tanto diverse da quelle di oggi".

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www.jerusalemonline.com
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