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David I. Kertzer - Il patto col diavolo - 13/05/2015 -

David I. Kertzer
Il patto col diavolo
Rizzoli

Dal finalista del “National Book Award” David I. Kertzer l’avvincente storia della relazione segreta tra papa Pio XI e Mussolini. Questo innovativo lavoro basato su sette anni di ricerche negli archivi vaticani e italiani, include anche inedite relazioni segrete su spie fasciste insospettabilmente inserite nei vertici della Chiesa che cambieranno per sempre la nostra conoscenza di quale sia stato il ruolo del Vaticano nell’ascesa del fascismo in Europa.

“Il patto col diavolo” parla della storia di due uomini che giunsero al potere entrambi nel 1922, cambiando insieme il corso del XX secolo. Sotto molti aspetti essi non erano in fondo così diversi. Se il primo era dotto, istruito e devoto, il secondo praticamente era un autodidatta e “profano”. In realtà essi avevano molto in comune tra loro, finendo di fatto per condividere la distruzione della democrazia e un viscerale anticomunismo. Entrambi erano inclini a improvvisi attacchi di rabbia e ferocemente protettivi delle prerogative del loro ufficio - "abbiamo molti interessi da proteggere", dichiarò il Papa subito dopo che Mussolini prese il potere nel 1922. Ciascuno invocava l'altro per consolidare il suo potere e raggiungere i propri obiettivi politici.

In una sfida alla storia convenzionale relativa a questo periodo - che parla di una Chiesa eroica impegnata in una battaglia contro il regime fascista - Kertzer mostra in modo documentato come Pio XI ha giocato un ruolo fondamentale nel rendere possibile la dittatura di Mussolini e tenerlo al potere. In cambio del sostegno del Vaticano, Mussolini restaurò da subito molti dei privilegi che la Chiesa aveva perso venendo inoltre incontro alle richieste del papa circa la volontà di far rispettare la morale cattolica e mobilitando tutto l’apparato di polizia e dello stato fascista a questo scopo. Eppure, negli ultimi anni della sua vita - mentre il dittatore italiano appare sempre più vicino a Hitler - la fede del pontefice in questo patto insidioso cominciò a vacillare. Vittima anche di sempre maggiori problemi di salute, egli iniziò a scagliarsi contro il Duce minacciando di denunciare le leggi razziali antisemite di Mussolini prima che fosse troppo tardi. Terrorizzati dalla rottura della lunga alleanza Chiesa-Fascismo, la ristretta cerchia interna al Vaticano, compreso il futuro papa Pio XII - Eugenio Pacelli - lottarono per trattenere il papa da una ostinata volontà di distruggere una partnership che aveva servito la Chiesa e il dittatore per molti anni.

“Il patto col diavolo” è ricco di ritratti memorabili degli uomini che hanno contribuito a permettere il dominio fascista in Italia: padre Pietro Tacchi Venturi, emissario personale e fiduciario di Pio XI e dal papa inviato dal dittatore per trattare molteplici affari, uno scaltro antisemita noto come il “Rasputin di Mussolini”; Vittorio Emanuele III, il re d’Italia, oggetto di diffusa derisione e privo della statura - letteralmente e figurativamente - per resistere al prepotente Duce; e, non ultimo, quel Cardinale Segretario di Stato, Eugenio Pacelli, la cui competenza politica e ambizione lo rendevano di fatto l’alleato più potente di Mussolini all'interno del Vaticano, in posizione privilegiata per divenire successore di Pio XI-Achille Ratti: il controverso Pio XII, le cui azioni durante la Seconda Guerra Mondiale sarebbero state oggetto di discussione per i decenni a venire.

Con la recente apertura degli archivi vaticani relativi al pontificato di Pio XI, l'intera storia del complesso rapporto del Papa con il suo partner fascista può finalmente essere raccontata. Vivace e accattivante, con sorprese ad ogni capitolo, “Il patto col diavolo” è grande storia scritta con mano capace di evocare lampi di inedite verità.

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Giorgia Greco

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In questo libro autobiografico Magdi Allam, giornalista e saggista che da anni si occupa di eventi politici, economici e culturali dell’area mediorientale, parla alle coscienze di tutti; dietro l'intransigenza con cui si tutela il diritto di Israele all'esistenza e alla pace c'è la fermezza con cui si protegge la nostra società dai pericoli di infiltrazione e legittimazione dell'ideologia della morte. In queste pagine l’autore racconta il suo lento e sofferto percorso esistenziale dall’ideologia della menzogna, della dittatura e della morte alla civiltà della verità, della libertà e della pace fino a maturare il convincimento che, oggi più che mai, la difesa del valore della sacralità della vita coincide con la difesa del diritto di Israele ad esistere.

Perché i tedeschi? Perché gli ebrei? 01/08/2013 -

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Perché i tedeschi?  Perché gli ebrei?
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Da quasi settant'anni gli storici di tutto il mondo si arrovellano per cercare di capire come sia potuto accadere che un paese civilissimo come la Germania sia sceso a un livello di barbarie tanto abietto da mettere in atto lo sterminio di sei milioni di ebrei. Una risposta convincente arriva dal saggio di Aly che prende in esame la storia tedesca dal 1800 al 1933 e giunge alla conclusione che il motore principale dell'antisemitismo germanico è stato il "Neid", l'invidia. "Nel 1900 i ragazzi ebrei berlinesi con la maturità in tasca erano dieci volte più numerosi di quelli di religione cristiana", dice l'autore, e i tedeschi soffrivano di un "complesso di inferiorità", di un'invidia provocata dalla "sensazione di debolezza", e per questo si avvicinarono all'associazionismo, non solo di tipo privato, ma anche politico, che avrebbe portato al nazionalsocialismo. Un libro per leggere la storia tedesca ed europea senza incorrere nell'errore di credere "che gli antisemiti di ieri siano persone tanto diverse da quelle di oggi".

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