sabato 05 ottobre 2024
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Holy Terror 24/10/2011 -

Frank Miller
Holy Terror
Legendary Comics

Concepita dal suo creatore per essere una storia di Batman (il cavaliere oscuro avrebbe dovuto affrontare una cellula terroristica di Al-qaeda) la graphic novel è stata successivamente trasformata dal suo autore in una avventura di The Fixer, personaggio completamente inedito con il quale Miller poteva spingersi narrativamente in sentieri inesplorati.
Si tratta di un fumetto post 11 settembre  nel quale  The Fixer si imbarca in una guerra contro i terroristi. Al di là delle polemiche, non c'è alcuna forma di razzismo nelle pagine di questa graphic novel, c'è solo la storia di un giustiziere che  combatte i terroristi dopo che questi hanno attaccato il suo paese e il messaggio contenuto nelle pagine di Holy Terror è chiaro: un uomo in guerra contro il terrorismo la cui missione è  combattere il male assoluto.

La belva in gabbia 15/10/2012 -

Sergio Minerbi
La belva in gabbia
Lindau


"La belva in gabbia" era l’espressione in codice usata dal Mossad, uno dei servizi segreti israeliani, per informare il primo ministro israeliano, David Ben-Gurion, che Adolf Eichmann era stato catturato. Era il 1960. Portato in Israele, un anno dopo cominciò il processo.

Sergio Minerbi seguì il processo ad Adolf Eichmann in tutte le sue fasi, in qualità di corrispondente della Rai, e ne pubblicò successivamente un resoconto dettagliato e drammatico in un volume uscito nel 1962 e divenuto un classico. Viene oggi riproposto in una nuova edizione completamente rivista dall'autore e arricchita dalla prefazione, inedita in Italia, di Gabriel Bach, ex procuratore di Stato in Israele ed ex giudice della Corte Suprema israeliana, finora pubblicata solo sull'edizione americana. Il volume è inoltre impreziosito da un ricco inserto fotografico, storicamente interessante, con immagini concesse in particolare dallo Yad Vashem, il Museo dell'Olocausto.
Una prosa lucida e concisa e una sapiente alternanza di accurate ricostruzioni storiche e di racconti dalla forte presa emotiva fanno di questo libro un tassello fondamentale per comprendere l’immane tragedia della Shoah.

Patrick Modiano - Dora Bruder - 29/10/2014 -
L’aquila e la farfalla 29/10/2013 -

Maurizio Molinari
L’aquila e la farfalla
Rizzoli

Nonostante i tanti dibattiti sul suo presunto declino, l’America dà segni di grande vitalità e si avvia a guidare il nuovo secolo. Dopo aver superato la più grave crisi economica degli ultimi decenni, gli Usa si stanno infatti confermando la più brillante e prolifica fucina di innovazione e di idee del pianeta, un laboratorio formidabile in grado di creare ricchezza in ogni ambito: con l’economia digitale targata Silicon Valley, che ha traghettato l’industria dalla realtà fisica a quella virtuale; con lo sfruttamento dello shale gas, che li renderà presto indipendenti dal petrolio degli sceicchi; con il nuovo welfare di Obama, erede culturale del New Deal rooseveltiano e della Nuova Frontiera kennediana che tassa le ricchezze per riequilibrare le disuguaglianze del Paese. Ma anche attraverso significative riforme nel mondo del lavoro e dell’istruzione passando per la legalizzazione dei clandestini e i diritti civili dei gay fino all’implementazione della democrazia digitale, il fattore chiave che tanta parte avrà nelle ragioni della pace e della guerra future. Che significato ha questo per noi europei? Quali sono le implicazioni per l’Italia, in parte arretrata e ancora alle prese con gli odii etnici e razziali del Novecento? L’autore, da oltre un decennio corrispondente da New York, ci spiega perché tutto ciò ci riguarda, e grazie a queste vere e proprie “cartoline dal futuro” ci introduce con sorprendente chiarezza nell’avvincente, grande rivoluzione a stelle e strisce. Una cronaca dei cambiamenti epocali ancora in atto, talvolta contraddittori e problematici, il cui filo conduttore è una grande visione che affonda le sue radici nella leggendaria resilienza del popolo americano, nella sua capacità di reinventarsi e nel suo ancora intatto spirito pionieristico.

Jerusalem: The Biography 11/08/2011 -

Simon Sebag Montefiore
Jerusalem: The Biography 
A Fresh History of the Middle East

Flipping through the book's 600 pages, written in a clear, lively, illustrative style, one can't help but wonder why an Israeli writer didn't write this biography of our capital city first.

Sometimes it seems as if Jerusalem is more popular among people who don't live there. So it's not surprising that the author of "Jerusalem: The Biography – A Fresh History of the Middle East," is a Jewish British historian by the name of Simon Sebag Montefiore.

Sebag Montefiore, 46, carries the family name of the famous philanthropist Sir Moses Montefiore, who nearly single-handedly directed the settling of Jews outside the walls of Jerusalem. He also constructed Jerusalem's iconic Montefiore Windmill and established the neighborhood of Yemin Moshe in 1891.While Sebag Montefiore is not a direct descendent of the philanthropist, he said his book was a project based both on his own private contribution to Jerusalem as well as the legacy of his name.

"Jerusalem: The Biography" was published and widely distributed recently in English and is now scheduled for translation in more than 40 languages. A Hebrew translation will be released next year.

Flipping through the book's 600 pages, written in a clear, lively, illustrative style, one can't help but wonder why an Israeli writer didn't write this biography of our capital city first.

But why did Sebag Montefiore call the book a biography? And why did he prefer to write the biography of a city rather than a person? The answer, apparently, is because Jerusalem is not just any city. It is a city that has seen division and war ever since the days of King David.

The fascination with Jerusalem extends far beyond Israel. U.K. viewers this Christmas will be shown a documentary on Jerusalem, created by the BBC and narrated by Sebag Montefiore. That project sent him to Jerusalem once a month for interviews and taping, so much so that I have visited places in Jerusalem that I was told were visited by Sebag Montefiore and his team, as well.

Although we don't know yet what conclusions the political slant of the BBC documentary, it seems that Sebag Montefiore will not recommend that Jerusalem remain undivided under Israeli control. In his book, however, he has kind words for the Israelis, saying that only under Israeli control of Jerusalem, since 1967, has the city seen true freedom of religion.

Jerusalem, he writes in his book, has a strategic value, and not just for our region. "Jerusalem is the command center of the Middle East. It's the battleground of Western secularism versus fundamental Islam. Jerusalem is a "powder keg," as the Jordanian King Abdullah II put it."

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www.jerusalemonline.com
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