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Simon Schama - La storia degli ebrei - 09/10/2014 -

Simon Schama
La storia degli ebrei. In cerca delle parole. Dalle origini al 1492
Mondadori

Quando si scriveva ancora a mano, si poteva credere che inchiostro e carta impregnassero le parole. In India d'odori indiani, qui da noi d'una certa luce di mediterraneo, in Germania, di vento e di cieli rapidi e nitidi. Un racconto vergato in Inghilterra sentiva d'isola, d'ironia garbata e di distanza. Benché sia appena stata composta, nel pieno dell'era digitale, la Storia degli ebrei di Simon Schama - di cui vi abbiamo anticipato sopra un brano - tradisce con candore la propria provenienza. Già le prime pagine lasciano intendere ciò che il libro - ampio e ambizioso - mostra poi senz'ombra di dubbio. Ovvero che Schama è inglese, per modi mentali e per quella capacità anglosassone di divulgare con brio, senza annoiare e senza perdere di precisione, pur nello stile scorrevole. Nell'introduzione a questa sua Storia degli ebrei, che dall'antichità giunge sino all'espulsione dalla Spagna del 1492, Schama si sofferma sulla propria famiglia: «Mio padre era ossessionato in pari misura dalla storia ebraica e da quella britannica, e gli sembrava che andassero a braccetto». E più oltre: «Se mio padre avesse scritto una storia ebraica, si sarebbe chiamata "da Mosè alla Magna Charta"». Oltre all'aneddoto, questi racconti ci dischiudono il segreto di una certa diaspora europea, capace - nei suoi momenti migliori - di tenersi in equilibrio tra due mondi. Da una parte, l'universo emozionale e identitario dell'ebraismo, un dover essere fatto di religione, coesione di gruppo, irrequietudine. E, dall'altra, il cosmo maggioritario, caldo e confuso, che sta attorno, a volte accattivante, spesso indifferente o addirittura minaccioso e ostile. Il pendolo del giudaismo oscilla, da tre millenni, tra questi due poli, con movimenti ora più larghi ora stretti e nervosi. Dal Vicino Oriente del primo millennio a.C. alla Palestina ellenistica e romana, dai regni barbarici al califfato - quello tollerante e aperto dell'età aurea - e sino alla Penisola iberica della reconquista, Schama accompagna gli ebrei nel loro viaggio tra inclusione ed esclusione. La lunga consuetudine alla diaspora si trasforma in una sorta di sesto senso culturale. Ovvero nella tendenza a uscire da sé per ritrovarsi e per narrarsi. Schama passa in rassegna le scoperte archeologiche, le fonti letterarie, le testimonianze storiche, ed è come se stesse discutendo in una cerchia ristretta di amici. Ebrei e greci, per esempio, erano davvero così ostili gli uni agli altri come vorrebbero farci credere i libri biblici dei Maccabei? Sì e no, è la risposta, e in questa moneta che, lanciata in aria dalla storia, può cadere su entrambe le facce, sta il senso della lunghissima fedeltà ebraica. Fedeltà,semplice, a un destino complesso.

Giuio Busi - Il Sole 24 Ore

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Ci scrive l'inventore della carta stampata.. 28/07/2014 -
Il cinema israeliano contemporaneo 04/01/2010 -

Il cinema israeliano contemporaneo
a cura di Maurizio G. De Bonis, Ariel Schweitzer, Giovanni Spagnoletti
Marsilio

Ormai da circa dieci anni, il cinema israeliano è ospite fisso delle maggiori manifestazioni cinematografiche internazionali e riscuote sempre maggiore interesse anche in ambito critico.
Questo studio approfondito su una cinematografia “nuova ed emergente”, è il primo volume pubblicato sull’argomento nel nostro paese e analizza il fenomeno di una cinematografia che, pur avendo a disposizione modeste risorse economiche, è stata in grado in poco tempo di dar vita a un significativo cinema d’autore dalle caratteristiche critico-innovative. Il tutto evidenziando le tematiche che attraversano la società israeliana: dal problema del conflitto con il mondo arabo-palestinese alla condizione della donna, dai rapporti tra religione e laicità dello Stato ai temi della violenza e della guerra. Si tratta, dunque, di un testo importante per gli studiosi ma anche per quel pubblico curioso che non vuol fermarsi alle apparenze e alle notizie superficiali ma che intende invece affrontare tematiche altrimenti sconosciute.

Viva Israele 10/08/2009 -

Magdi Allam
Viva Israele.
Dall'ideologia della morte alla civiltà della vita: la mia storia
Mondadori

In questo libro autobiografico Magdi Allam, giornalista e saggista che da anni si occupa di eventi politici, economici e culturali dell’area mediorientale, parla alle coscienze di tutti; dietro l'intransigenza con cui si tutela il diritto di Israele all'esistenza e alla pace c'è la fermezza con cui si protegge la nostra società dai pericoli di infiltrazione e legittimazione dell'ideologia della morte. In queste pagine l’autore racconta il suo lento e sofferto percorso esistenziale dall’ideologia della menzogna, della dittatura e della morte alla civiltà della verità, della libertà e della pace fino a maturare il convincimento che, oggi più che mai, la difesa del valore della sacralità della vita coincide con la difesa del diritto di Israele ad esistere.

Perché i tedeschi? Perché gli ebrei? 01/08/2013 -

Goetz Aly
Perché i tedeschi?  Perché gli ebrei?
Einaudi

Da quasi settant'anni gli storici di tutto il mondo si arrovellano per cercare di capire come sia potuto accadere che un paese civilissimo come la Germania sia sceso a un livello di barbarie tanto abietto da mettere in atto lo sterminio di sei milioni di ebrei. Una risposta convincente arriva dal saggio di Aly che prende in esame la storia tedesca dal 1800 al 1933 e giunge alla conclusione che il motore principale dell'antisemitismo germanico è stato il "Neid", l'invidia. "Nel 1900 i ragazzi ebrei berlinesi con la maturità in tasca erano dieci volte più numerosi di quelli di religione cristiana", dice l'autore, e i tedeschi soffrivano di un "complesso di inferiorità", di un'invidia provocata dalla "sensazione di debolezza", e per questo si avvicinarono all'associazionismo, non solo di tipo privato, ma anche politico, che avrebbe portato al nazionalsocialismo. Un libro per leggere la storia tedesca ed europea senza incorrere nell'errore di credere "che gli antisemiti di ieri siano persone tanto diverse da quelle di oggi".

Donami la memoria. Liriche dopo Auschwitz 30/04/2012 -

Donami la memoria. Liriche dopo Auschwitz
A cura di Carlo Angelino
Le Mani

Carlo Angelino presenta con una lucida ed esauriente prefazione le poesie di diversi autori che ripensano la Shoah attraverso i loro ricordi scritti come poesie, forma che dà maggiore forza alla testimonianza, commossa seppure impotente. Descrivono non solo il genocidio, ma anche le umiliazioni patite prima dell' estremo sacrificio, il meccanismo spaventoso della spoliazione, della raccolta ed inventario di tutto ciò che rimaneva nei campi di sterminio. La bellezza delle poesie non ci impedisce di pensare a ciò che accadde e che non dovrà mai più avvenire, malgrado i tentativi dei molti che voglio negare la storia.

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