14-01-2002 L'Unità microfono del terrore...
nell'intervista di Umberto De Giovannangeli ad Hanan Ashrawi
Testata:
Data: 15/01/2002
Pagina: 1
Autore: DeGiovannangeli
Titolo: un articolo
Gravissime le affermazioni contenute nell'intervista di Umberto De Giovannangeli ad Hanan Ashrawi, esponente di primo piano della leadership palestinese e portavoce della Lega Araba apparse su L'Unità di martedì 15 gennaio.

1) Si afferma testualmente: " Il governo di Israele non conosce regole morali o il senso della legalità".
E quali regole morali conosce chi si fa saltare in aria dilaniando giovani adolescenti con bombe la cui composizione chimica (colla, veleno topicida, oltre a bulloni e chiodi) è tale, secondo il parere dei medici, da provocare la maggior devastazione possibile ?
2) Ancora. "L'adozione sistematica degli assassini politici non è degna di uno Stato democratico". Israele invece è l'unico stato democratico in mezzo a dittature arabe che ne vorrebbero la distruzione e nel quale è possibile esprimere liberamente le proprie opinioni (anche nei confronti del governo stesso). Non si può dire lo stesso dell'Autorità Palestinese. E ne è una prova la recente trasmissione di Santoro nel corso della quale alcuni intervistati palestinesi che esprimevano il loro dissenso verso l'operato di Arafat non potevano mostrarsi a viso scoperto per timore di rappresaglie.
3) A proposito di uno dei capi locali dei Tanzim uccciso a Tulkarem, perchè il giornalista scrive "attivista" e non usa il termine più appropriato di "terrorista"?
Non si può definire in altro modo il responsabile della morte di civili israeliani.
4) "Israele si erge a giudice e carnefice" Al di là che queste non sono e non saranno mai le intenzioni di Israele proprio perchè è uno stato democratico, non viene peraltro rilevato che l'esponente di Al Fatah in questione non sarebbe stato ucciso se Arafat lo avesse tenuto in carcere dove aveva promesso di rinchiudere tutti i responsabili di attentati terroristici.
Altri stati possono difendersi dal terrorismo. Perchè Israele non può evitare che altre vite umane vengano sacrificate?
5) Infine la Sig.ra Ashrawi parla del "diritto dei palestinesi ad edificare un proprio stato indipendente" ma purtroppo dimentica e con lei anche il giornalista che è stato Arafat a rifiutare le generose offerte di Barak nel Luglio del 2000 a Camp David.
Questo va detto chiaramente: oggi lo stato palestinese esisterebbe a fianco di Israele e la sua mancata realizzazione è da imputarsi non ad Israele ma solo ed esclusivamente ad Arafat il quale, invece di scegliere quella politica del terrore che ha annullato la fiducia nel processo di pace della controparte israeliana, avrebbe potuto passare alla storia come colui che aveva dato al suo popolo uno stato nel quale vivere quella vita "normale e libera" che tanto auspica la Sig.ra Ashrawi per il popolo palestinese.

Invitiamo i nostri lettori ad esprimere al direttore Furio Colombo il proprio parere sull'opportunità di dare spazio a simili aggressioni contro Israele senza far sentire una voce dissenziente.


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