8/3/02 ONORI AD ARAFAT
La testimonianza del parlamentare europeo dei DS Gianni Pitella
Testata:
Data: 08/03/2002
Pagina: 9
Autore: un giornalista
Titolo: un articolo
La testimonianza del parlamentare europeo dei DS Gianni Pitella che l'Unità riporta a pag. 9 di venerdì 8 marzo è a dir poco sconvolgente.
Alcuni onorevoli , fra i quali spicca Luisa Morgantini (il cui profondo amore per gli israeliani è ben noto: è stata ripresa mentre gettava sassi contro militari dell'esercito israeliano, dando con ciò un fulgido esempio di democrazia) insieme a rappresentanti di alcune organizzazioni pacifiste europee hanno reso l'ennesimo omaggio al Raiss.
Alcuni punti di questo articolo meritano di essere evidenziati.
1) "Il presidente Arafat, l'abbiamo incontrato ieri in questa palazzina-bunker, dove resiste come può all'assedio dei carri armati".
Resiste benissimo in verità: non gli è mai stato impedito nè di apparire in televisione, nè di ricevere giornalisti ai quali rilascia interviste ambigue e contradditorie, ora volte alla pace, ora inneggianti alla Jihad.
2) "Gli abbiamo trasmesso la solidarietà e la simpatia dei socialisti europei e dei DS".
Non c'era bisogno: il Raiss può sempre contare sull'appoggio incondizionato della sinistra italiana ed europea, delle organizzazioni pacifiste che sembrano dimenticare (evidentemente la memoria non è la loro dote principale) che l'unico responsabile di questa situazione è lo stesso Arafat.
La sua ambiguità lo ha portato a mentire all'America (vedi il suo coinvolgimento nel caso della nave Karine A, la nave intercettata dagli israeliani ai primi di gennaio con un carico di armi destinate all'ANP), a non esprimere mai chiaramente le sue intenzioni.
A questo punto, con buona pace dei parlamentari Ds, non è più un partner credibile, un avversario con il quale sia possibile confrontarsi.
3) "Arafat, come è comprensibile, cerca di tenere sotto controllo la situazione."
Non è ben chiaro il modo in cui "tenga la situazione sotto controllo" dal momento che ogni giorno vi sono kamikaze che si fanno saltare in aria per le strade di Israele o che uccidono militari ai posti di blocco.
"Mi chiedo dove trovi la forza" insiste Piatelli
Si tranquillizzi il parlamentare! Arafat trova la forza nel sostegno dei parlamentari europei, delle delegazioni pacifiste israeliane e palestinesi, di tutti coloro che credono ancora alle sue promesse mai mantenute (di analogo sostegno, purtroppo, non può godere il leader israeliano che, qualunque azione compia - di rappresaglia o di autodifesa -, è sempre sotto il mirino della diplomazia internazionale).
4) "Arafat ci ha raccontato le sue giornate sotto gli attacchi militari. Ha fatto l'elenco dei morti, dei feriti, delle distruzioni".
A nessuno dei partecipanti è venuto in mente di obiettare che altrettanti morti, feriti e mutilati vi sono fra le famiglie israeliane sottoposte ad un regime - non di "assedio" ma di terrore quotidiano ormai da 18 mesi.
5) Arafat ha ringraziato l'Europa per il grande contributo finanziario".
Domanda legittima: "Cosa ne è stato di quel denaro ?". I pacifisti preferiscono non porre domande "indiscrete" ; il Raiss avrebbe dovuto spiegare che gran parte di quei fondi sono stati spesi per finanziare le campagne di odio contro gli ebrei sui quotidiani in lingua araba ed alla televisione palestinese e per stampare libri di testo antisemiti per le scuole.
Il residuo è finito nelle tasche dei leader dell'Autonomia Palestinese.
6) L'articolo termina infine con una frase che costituisce la summa di quanto espresso finora:
" Abbiamo ribadito la nostra convinzione che la migliore condizione per assicurare la sicurezza di Israele è la creazione dello Stato Palestinese". - Nessun cenno alla necessità, divenuta condizione imprescindibile per la ripresa dei colloqui, di fermare il terrorismo, i massacri che colpiscono ovunque la popolazione israeliana;
- Nessuna richiesta ad Arafat di impegnarsi seriamente per porre un freno all'escalation di terrore;
- Nessuna richiesta di spiegazioni circa il suo coinvolgimento nell'affare della Karine A.
La faziosità di questa testimonianza, nella quale ancora una volta sono solo le ragioni dei palestinesi a trovare un palcoscenico, non possono sfuggire al lettore.


Si invitano i lettori a protestare contro questo articolo per la sua mancanza di obiettività scrivendo alla redazione dell'Unità. Cliccando sul link sottostante si aprirà una mail pronta per essere compilata e spedita.

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