14/3/02 PER GARANTIRE UNA INFORMAZIONE OBIETTIVA
Falsità giornalistiche su Ciriello
Testata:
Data: 13/03/2002
Pagina: 2
Autore: un giornalista
Titolo: un articolo
Il profondo dolore dinanzi alla morte del fotoreporter italiano, Raffaele Ciriello, non deve tuttavia far perdere di vista l'obiettività nella cronaca degli avenimenti.

Si legge nell'articolo a pagina 2 de l'Unità:
1) "E oggi nell'inferno dei Territori una telecamera o un taccuino fanno paura come un'arma puntata su chi vorrebbe avvolgere nel silenzio e nell'oscurità una sanguinosa resa dei conti". Israele è uno stato democratico nel quale la stampa, anche straniera, è libera di scrivere e la televisione libera di filmare, in virtù del fatto che in uno stato democratico esprimere le proprie opinioni, anche scomode, è parte di quel bagaglio di diritti inalienabili di cui ogni cittadino gode.
2) "La morte del fotografo italiano è conseguenza diretta del fatto che non ha potuto ricevere i soccorsi in tempo utile". Senza accurati accertamenti medici nessuno può dire se il fotografo non sarebbe morto ugualmente; del resto i soldati israeliani sono molto attenti prima di far passare le ambulanze perché sanno che frequentemente sono utilizzate per trasportare armi ed esplosivi.
3) "Il tank israeliano ha sparato in un momento in cui non erano in corso combattimenti" dice Ricuzzi, inviato di TV7. In una zona di guerra, come Ramallah, nella quale nelle ultime settimane gli scontri a fuoco sono continui e spesso violentissimi, sia da parte israeliana che palestinese, che senso ha affermare che in quel "preciso" istante non erano in corso combattimenti? Due minuti prima forse sì. Non bisogna dimenticare che quando giornalisti o reporters entrano in una zona di guerra per filmare sono ben consapevoli di mettere a repentaglio la loro vita. La morte di questo bravo fotografo è un evento deprecabile, che comunque rientra nei rischi della professione di giornalista e non può essere imputata alla "ferocia usata dai militari israeliani sui civili".
4) Si riporta infine una frase tratta dalla testimonianza rilasciata da Ciriello a Radio 24 e mandata in onda da Italia 1: "il più delle volte ? afferma Ciriello ? i metodi per tenerci lontani sono un ferreo posto di blocco piuttosto che una sventagliata di mitra" ed il giornalista commenta: "Alla luce di quanto è accaduto sembra una terribile beffa". Ecco invece come la medesima frase viene riportata sul quotidiano l'Unità: "?..I metodi per tenerci lontani sono un ferreo posto di blocco ed una sventagliata di mitra". Il messaggio di quella testimonianza viene completamente stravolto.



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