18/3/02 BAMBINI DI SERIE "B"
libanese ucciso dall'esplosione di una granata in un villaggio della Beka
Testata:
Data: 17/03/2002
Pagina: 13
Autore: un giornalista
Titolo: un articolo

Un breve articolo a pagina 13 de l'Unità del 17 marzo si apre con la notizia di un ragazzo libanese ucciso dall'esplosione di una granata in un villaggio della Beka.
Prosegue poi riportando la denuncia dell'Osservatore Romano sulla condizione dei bambini in Medio Oriente sempre più vittime della violenza. Si legge: " Neonati muoiono tra le braccia dei genitori per mancanza di medicinali, scuole vengono bombardate mentre i bambini giocano nel cortile, ragazzi rimangono uccisi nell'esplosione di mine abbandonate".
Chi sono dunque i bambini del Medio Oriente cui fa riferimento l'articolo in questione?
Parrebbe una domanda superflua ma non lo è; in quel pezzetto di terra dove vivono sia bambini israeliani che palestinesi ancora una volta è solo la sofferenza di questi ultimi a scuotere le coscienze.
C'è qualcuno che si ricorda che solo due settimane fa bambini e neonati sono stati massacrati all'uscita di una sinagoga?
C'è qualcuno che per onestà giornalistica condanna le atrocità che vengono commesse nei confronti di giovani israeliani?
C'è qualcuno che scrive che da 18 mesi gli adolescenti israeliani escono di casa per andare in un caffè e muoiono, prendono l'autobus e muoiono, mangiano una pizza e muoiono, guardano una vetrina e muoiono, si fermano in una strada a scambiare due chiacchiere e muoiono.

Non esistono livelli di sofferenza; quando si perde un figlio "il grido di dolore delle Madri" è identico per le madri palestinesi come per quelle israeliane.
Ma è colpevole di omissione chi dimentica di vedere la sofferenza di una delle due parti perché un futuro di pace potrà essere raggiunto solo con la ferrea presa di coscienza che violenza e terrore non potranno mai costituire la base su cui edificare rapporti di solidarietà e cooperazione fra i due popoli.


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