20/3/02 Uno iato profondo
Gli ultimi carri armati lasciano Betlemme
Testata:
Data: 20/03/2002
Pagina: 16
Autore: DeGiovannangeli
Titolo: un articolo
L'articolo a firma De Giovannangeli a pagina 16 de l'Unità del 20 marzo si apre con un titolo che vorrebbe essere un messaggio di speranza; un messaggio che, purtroppo, la realtà contraddice brutalmente.
Nel prosieguo si evidenziano alcuni punti di riflessione.
Scrive il giornalista: "Gli ultimi carri armati lasciano Betlemme. Una città ferita, devastata torna a respirare"
Perchè prima non "respirava" ? Erano i carri armati o il continuo stillicidio di attacchi da parte di cecchini e miliziani palestinesi cui i soldati israeliani cercavano di porre un freno?
Nessun commento da parte del giornalista.
Dice un giovane palestinese "fiero del suo mitra e dell'arruolamento nei Tanzim": "Di cessate il fuoco qui nessuno vuole sentirne parlare".
Ecco finalmente parlano chiaro!!
Ancora: "Il ritiro (dell'esercito israeliano) è stato completato in linea con l'accordo raggiunto in seno all'Alta Commissione sulla Sicurezza israelo-palestinese, mediata da Zinni"
Dunque ancora una volta una mano tesa è venuta dal fronte israeliano a cui ha risposto il fronte palestinese con due nuovi attentati, nella sola giornata di domenica: uno a Kfar Saba dove è rimasta uccisa una giovane studentessa all'uscita da un liceo ed un altro a Gerusalemme che ha provocato decine di feriti.
E tutto questo nella giornata in cui era presente il mediatore americano: un buon inizio, non c'è che dire!
Scrive de Giovannangeli: "Cheney chiede ad Arafat di dare chiare istruzioni ai suoi servizi di sicurezza di imporre il cessate il fuoco" Ecco come risponde Arafat.
Un commando di due palestinesi armati è entrato questa notte in un moshav vicino a Gerusalemme nella valle di Bet Shemesh e solo grazie alla prontezza di riflessi dei moshavim non si è trasformato in una ennesima strage.
Questa mattina un kamikaze su un autobus che transitava da Tel Aviv a Nazareth si è fatto esplodere provocando 5 morti e decine di feriti. Non è più possibile illudersi.
Lo iato profondo che si avverte fra gli sforzi della diplomazia ed il desiderio di pace di Israele da una parte, e la risposta del fronte palestinese dall'altra deve fare riflettere seriamente su chi sta compiendo ogni tentativo per arrivare alla pace - e per questo è disposto a sacrifici e rinunce - e chi, invece, ha come unico obiettivo un'escalation di terrore che causa tutti i giorni vittime innocenti fra la popolazione civile.
L'articolo si chiude senza alcun particolare commento da parte del giornalista.
L'ultima frase è però significativa: .............."Le armi non tacciono mai in Terra Santa"
Una domanda è inevitabile: Le armi di chi?.


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